Cosa fareste se vi capitasse di ricevere una scatola dall’apparenza innocua ma che, come la lampada di Aladino, contenesse un genio in grado di realizzare qualunque vostro desiderio? Questo è l’interrogativo che Gwendy, la dodicenne protagonista del nuovo romanzo del Re, pone prima a se stessa e poi ai suoi compagni di classe. Perché lei la scatola, non solo l’ha accettata ma l’ha anche custodita gelosamente. Ma facciamo un passo indietro.
La genesi della storia è presto spiegata: King teneva queste pagine nel cassetto senza che però avessero una conclusione, così le ha sottoposte all’amico ed editore Richard Chizmar. L’onore di terminare e addirittura riscriverlo con un mostro della narrativa come King è allettante e Chizmar è troppo goloso per lasciarsi sfuggire l’occasione. Il risultato? Ricorda vagamente Cose preziose, ma la sua aura è più accattivante. Per i lettori che seguono sua maestà sarà un piacere perdersi in questa parabola moderna sulle responsabilità e sulle conseguenze di ogni nostra decisione.
Siamo a Castle Rock nell’estate del ’74 e Gwendy è determinata a dimagrire per impedire al bulletto che la perseguita a scuola di continuare a deriderla ed umiliarla. Ecco perché tutti i giorni percorre di corsa il tragitto da casa alla Scala del Suicidio, dritta fino in cima. Ed è proprio lì che un giorno incontra Mr. Farris, una figura elegante e misteriosa che sembra sapere un po’ troppe cose che la riguardano. Le dona poi una strana scatola, piccola e con otto bottoni colorati. “E’ tua. Tutto quello che esce da qui è tuo, i cioccolatini e le monete, perché la scatola ti appartiene” le dice, e da quel momento quell’oggetto sarà il fardello più pesante della sua vita.
Gwendy crescerà, dimagrirà e diventerà non solo la ragazza più studiosa della scuola ma anche la più carina. E tutto per merito della scatola. Scatola, che nel frattempo influenzerà ogni suo passo, nel bene e nel male proprio come le aveva spiegato Mr.Farris. Non voglio anticipare il significato di ogni bottone, né i fatti salienti nell’adolescenza di Gwendy perché si possa gustare pagina dopo pagina tutto il romanzo. Che è avvincente, ha un ottimo ritmo e una partenza perfetta. Come King ci ha abituati, apriamo il libro e già siamo nella storia, quindi tutto bene.
Le illustrazioni che intervallano i capitoli sono deliziose, delle matite in bianco e nero in linea con la trama, e il personaggio di Gwendy è interessante perché nella sua semplicità viene sottoposto a situazioni tra le più strambe. Ma questo è uno dei punti forti del Re, bisogna riconoscerglielo. Ci tengo però a sottolineare il messaggio che questa storia vuole lasciare, e che in un paio di occasioni viene anche palesato: ogni nostra azione ha una conseguenza e bisogna avere il coraggio di assumersi le proprie responsabilità. Nel bene e nel male.
Di Stephen King abbiamo recensito anche The Outsider e Sleeping Beauties (scritto con il figlio Owen), abbiamo discusso la sua opera prima, La lunga marcia, e abbiamo parlato della versione cinematografica di It.