Giorni felici è bellissimo. Un lungo fumetto (quasi 500 pagine) che è un racconto di fuga e ritorno, sul conoscersi e il riconoscersi, sul crescere e sull’amore, che si snoda sulle emozioni che attraversano le persone e le relazioni, prima di tutto la protagonista Claudia.
Piccoli tratti azzurri e macchioline rosse colorano un disegno in bianco e nero: il mare e il sangue mestruale che ricopre di goccioline l’inguine e le gambe di Claudia saltellante da uno scoglio all’altro.
È lo straordinario prologo disegnato in uno stile in continuità con quello di Cheese (2019), il fumetto che ha fatto conoscere Zuzu (Giulia Spagnulo, 1996).
Ma quando inizia la storia tutto cambia, e l’autrice abbandona con decisione il bianco e nero sporco a tratti aggressivo e molto incisivo di Cheese. Giorni felici è invaso da un disegno più morbido e accogliente, quasi infantile, completamente colorato a pastelli; come se l’autrice volesse andare a un grado zero del disegno da cui far sorgere la storia, i luoghi, gli oggetti, i paesaggi – esteriori e interiori – in una sorta di animismo di cui il lettore partecipa con grande empatica emozione. Zuzu è bravissima a costruire attraverso il disegno, i colori e i dialoghi – che hanno una grande maturità – i personaggi di Claudia, Piero e Giorgio e il loro intrecciarsi amoroso.
Quando avevo letto Cheese la prima cosa che mi aveva colpito era stata la forma del naso lungo della protagonista (Zuzu) che non potevi che immaginare arrossato salvo scoprire – quando la guardo, senza mai stancarmi, che fa la “stupidina” e balla come una “matta” su instagram (@sono.zuzu) – che anche le guance sono arrossate!
Claudia invece ha un naso appuntito e spropositato quasi da cinghiale e a seconda delle emozioni che la attraversano le spuntano le zanne, si trasforma in un gatto, in una sorta di sfinge, le crescono le ali o le unghione con cui ferisce gli altri e se stessa. Ma anche gli altri la feriscono, in particolare Giorgio – molto più grande di lei -, con cui ha vissuto e dal quale fatica a staccarsi nonostante sappia che questa relazione le aveva proprio fatto male. Vignette completamente colorate di nero raccontano, più di qualunque disegno, della rabbia violenta di Giorgio per essere stato lasciato. Anche Claudia – seppur non ami più Giorgio – fatica a lasciare andare una relazione cattiva nonostante l’amore per Piero. “Se perdo lui. Perdo me stessa”.
Se Giorgio si illude di governare le emozioni razionalmente (con esiti pessimi) ed è infastidito da come le vive Claudia non è così per Piero che fa un po’ paura a Claudia proprio perché mette tutta la sua persona “…in ogni cosa che dici. In ogni cosa che fai… In ogni momento… sei tutto intero” mentre lei si sente divisa. Bellissima la risposta di Piero che riconosce la complessità della compagna: “Tu non sei a metà. Sei due in una.”
Giorni felici è il lungo viaggio di queste due metà di Claudia che diventa donna per sé senza smettere di essere “esagerata”; un libro pieno di invenzioni fra cui il dialogo di due pietre alle quali Claudia (secondo Piero la persona più coraggiosa che conosca) fa fare il più bello, sorprendente e commovente, discorso amoroso. Un vero filtro d’amore che permette a Claudia e Piero l’emozione amorosa in cui immergersi completamente ma senza il pericolo della perdita di sé.
Giorni felici è anche il titolo di un dramma di Beckett nel quale una donna di mezza età, Winnie, vive sepolta in un cumulo di sabbia e dialoga con l’amato Willie che da parte sua può solo strisciare. Zuzu ripropone in tutto il fumetto le parole e le situazioni del dramma di Beckett, tutti gli oggetti contenuti nella borsa di Winnie compaiono e hanno una funzione, le parole stesse del dramma sono riprese e Claudia sta preparando un dialogo di Winnie per un provino teatrale, ma l’autrice dà una interpretazione rovesciata e del tutto vitale del dramma di Beckett e dal “cumulo di sabbia” Claudia vola via.