Verso un “genere” fantascientifico

Il mio genere è top secret. Fantascienza Queer e Trans, tr. Martina Del Romano, Future Fiction, pp. 263, euro 17,00 stampa, euro 5,00 epub

Poco importa che la trama sia ambientata in un’atmosfera cittadina, in una stazione di controllo o in un museo d’arte di un’epoca post-umana, l’antologia di fantascienza queer e trans Il mio genere è top secret parla di corpi. Corpi non conformi, non umani, eroici, saccheggiati, potenziati, razzializzati, che incarnano diversi stati di subalternità. Nella prefazione alla raccolta, Antonia Caruso afferma che “il corpo transessuale è un corpo innaturale. È il prodotto della scienza medica. È un costrutto tecnologico.” Esso sfida il principio di “natura”, così come la conseguente naturalizzazione dei generi e dei corpi, ricordandoci la figura del cyborg teorizzata dalla femminista Donna Haraway: un’entità post-genere che mescola l’energia vitale dell’organismo umano con l’ausilio della macchina. Lз protagonistз con cui entriamo in contatto rappresentano diverse declinazioni del cyborg, rifiutano la struttura dualistica patriarcale e ne sovvertono i limiti biologico-culturali: in Affitta sempre, vendi mai Natasha ha scambiato permanentemente il proprio corpo con quello di qualcun’altro; nel racconto No Comment Maryam, tra le prime donne transgender a sperimentare un trapianto d’utero, ragiona su quanto sia lungo e difficoltoso il processo di transizione necessario per “spaccare il culo al binarismo sessuale”, affermando che il suo corpo “aveva subito così tante ristrutturazioni che le ricordava un quartiere gentrificato”; in Imago la voce narrante è ritornata in vita, sebbene per un periodo limitato, dopo la morte; in Copie senza originali lǝ protagonistǝ è un’entità non vivente appositamente progettata. Il genere letterario fantascientifico distopico si presta in modo eccellente alla rappresentazione di questi soggetti e delle loro storie grazie alla sua natura parossistica e futuristica. Ciò non solo permette di sviluppare una vivace critica sociale, ma conferisce alla narrazione un forte potere immaginifico strettamente connesso al mondo tecnico-scientifico e, di conseguenza, al corpo come “costrutto tecnologico” citato da Antonia Caruso, così come all’entità del cyborg di Donna Haraway.

In ognuno degli undici racconti, la narrazione contro i limiti imposti dal binarismo genderizzato si interseca con tematiche quali il capitalismo, il classismo, l’imperialismo e la salute mentale. Questa prospettiva intersezionale si sviluppa in modo organico grazie alla sapiente selezione dellз autorз: personalità queer che provengono da diverse parti del mondo e che portano sulle spalle un bagaglio personale che spesso si rispecchia in quello dei loro personaggi. Nel caso del racconto Il mio genere è top secret, che dà il titolo alla raccolta, la voce narrante e protagonista è di per sé una personificazione dellǝ autorǝ, con cui condivide l’essere non-binary e di origine asiatica. Pave è coinvoltǝ in un’operazione militare di difesa (il Programma di Genere Tattico dell’Aeronautica Militare) che utilizza il genere come arma grazie a dei circuiti neuronali che controllano il soggetto in base al proprio genere, per renderlo il più adatto possibile alle operazioni di guerra: “In poco tempo, i confini fra il mio capo, il mio genere e il mio HH-60 si fondono in una macchina da guerra”. È proprio attraverso questo meccanismo di controllo, che possiamo definire biopolitico, che lǝ autorǝ tratta di imperialismo – lǝ protagonistǝ afferma che “il genere è il veicolo più forte ed efficace per propagare la gerarchia dell’impero nel mondo”, riferendosi agli Stati Uniti – e della strumentalizzazione da parte degli enti governativi, e più in generale del Sistema, nei confronti delle persone queer. Ma il tema della colonizzazione e della prevalsa dell’occidente è presente anche in Dissociazioni nucleari. Il racconto si concentra su un gruppo di persone che fuggono alle radiazioni nucleari causate da un’operazione di conquista militare da parte degli “eserciti di corpi bianchi che non osano neanche mettere piede su questa terra mentre tentano di appropriarsene”. Attraverso un processo di “comunicazione corporea” con rifugiatз di altri luoghi, questi esseri umani subiscono costanti mutazioni forzate: il corpo, trasformazione dopo trasformazione, disforia dopo disforia, si fa carico della propria memoria individuale e di quella collettiva.

L’accettazione della propria individualità da parte dei vari personaggi si scontra spesso con lo scetticismo dell’ambiente che li circonda. I maltrattamenti da parte della famiglia, la poca sensibilità da parte delle istituzioni nel riconoscere l’identità di genere, se non in modo strumentale, e il conseguente peso del dead name che incombe sulle persone transgender sono solo alcuni degli aspetti cruciali su cui questi racconti ci invitano a riflettere. La sofferenza dell’affermazione della propria esistenza che, per quanto legittima, risulta spesso scomoda e malvista può essere riassunta dal protagonista di Schwaberow, Ohio quando, sul punto di abbandonare la fattoria dove abita con gli zii, ricorda fra sé e sé che non vuole “[…] più essere minimizzato. Voglio essere e basta”.

Il Mio Genere è Top Secret è una raccolta animata da un forte spirito combattivo e militante. Un caso di scrittura radicale e sradicante che ci invita a mettere in discussione l’identità in quanto aspetto rigido e precostituito. Le ambientazioni distopiche enfatizzano il carattere fortemente intersezionale delle narrazioni, rendendo questa antologia uno specchio letterario delle dinamiche di potere che scaturiscono dalla rigidità del binarismo di genere.