Vanni Santoni, romanziere ed editor, è stato assieme a Gregorio Magini ideatore e coordinatore dell’esperimento di narrativa Scrittura Industriale Collettiva che ha prodotto il romanzo sulla Resistenza In territorio nemico (Minimumfax, 2013). La sua prima opera è Personaggi precari, un’idea multiforme che ha trovato ben tre progressive incarnazioni editoriali. Per PULP LIBRI ha scelto una prosa poetica di Arthur Rimbaud.
Io dico che bisogna esser veggente, farsi veggente.
Il Poeta si fa veggente mediante un lungo, immenso e ragionato sregolamento di tutti i sensi. Tutte le forme d’amore, di sofferenza, di pazzia; cerca egli stesso, esaurisce in sé tutti i veleni, per non conservarne che la quintessenza. Ineffabile tortura nella quale ha bisogno di tutta la fede, di tutta la forza sovrumana, nella quale diventa fra tutti il grande infermo, il grande criminale, il grande maledetto, – e il sommo Sapiente! – Egli giunge infatti all’ignoto! Poiché ha coltivato la sua anima, già ricca, più di qualsiasi altro! Egli giunge all’ignoto, e quand’anche, sbigottito, finisse col perdere l’intelligenza delle proprie visioni, le avrebbe pur viste!
dalla Lettera del veggente di Arthur Rimbaud (Feltrinelli, tr. Ivos Margoni)
Vanni Santoni (1978), dopo l’esordio con Personaggi precari (RGB, 2007; rist. Voland, 2013) ha pubblicato, tra gli altri, Gli interessi in comune (Feltrinelli, 2008), Se fossi fuoco arderei Firenze (Laterza 2011), Terra ignota e Terra ignota 2 (Mondadori, 2013-14), Muro di casse (Laterza, 2015), La stanza profonda (Laterza 2017, candidato al Premio Strega), L’impero del sogno (Mondadori 2017).
Dirige la narrativa di Tunué e scrive sul Corriere della Sera. Il suo ultimo romanzo è I fratelli Michelangelo (Mondadori, 2019).