Sebbene sia stato indiscutibilmente una delle figure più rilevanti, dal punto di vista scientifico e filosofico, del pensiero anarchico, Pëtr Kropotkin (1841-1921), resta anche una delle meno conosciute. Alcuni anarchici non gli hanno mai perdonato la posizione presa nel 1914, in favore della guerra contro la Germania (nel 1916 aveva redatto con Jean Grave il Manifesto dei Sedici, nel quale appoggiava la vittoria alleata contro gli Imperi centrali) suscitando numerose polemiche all’interno del movimento anarchico e una frattura con Errico Malatesta ed Emma Goldman, che lo accusarono di averne tradito i principi; così anche nel 1917, allo scoppio della rivoluzione, non piacquero i suoi contatti con Alexandr Kerenskij (dal quale rifiutò un ministero)e le ambiguità verso i Bolscevichi e Lenin, a cui scrisse denunciando il regime. Contraddizioni a parte, Kropotkin resta un personaggio dottrinalmente cospicuo, che ha dato importanti contributi scientifici, sia in campo geografico, in gioventù, quando il Principe Pëtr Alekseevičera ancora un ufficiale dei Cosacchi in Siberia (a lui dobbiamo l’esatta conoscenza dell’orografia asiatica e delle varie fasi dell’era glaciale in Europa) sia più tardi, quando già era diventato il rivoluzionario Boradin, in quello dell’antropologia e dell’etologia. Restano aspetti fondamentali del suo pensiero, l’analisi critica dell’evoluzionismo darwiniano e il concetto del “mutuo appoggio” come fattore evolutivo e, da queste premesse, le riflessioni sull’etica che, dopo aver esaminato i vari stadi dello “sviluppo” etico, approdano all’inevitabilità di un’etica solidale; la nozione di autogestione e l’analisi sociale ed economica; la ricerca di una filosofia anarchica della storia con l’ipotesi di un fondamento scientifico vero e proprio per la teoria anarchica, da contrapporre al socialismo scientifico marxista.Non sempre è facile ripercorrere l’itinerario teorico delle idee kropotkiniane perché le sue opere principali vedono la luce a partire da articoli pubblicati su Freedom, la rivista che dirigerà per oltre un trentennio durante l’esilio a Londra, e che vedrà tra i collaboratori della redazione i nomi più prestigiosi del socialismo e dell’anarchismo internazionale fra i due secoli: dalla comunarda Louise Michel (1830-1905); al precursore del movimento di liberazione omosessuale Edward Carpenter (1844-1929); dal teorico olandese dell’antimilitarismo Ferdinand Domela Nieuwenhuis (1846-1919); agli italiani Errico Malatesta (1853-1932) e Francesco Saverio Merlino (1856-1930); dal drammaturgo e narratore irlandese George Bernard Shaw (1856-1950); alla femminista lituano-statunitense Emma Goldman (1869-1940). Proprio per questo motivo è particolarmente utile un percorso antologico come quello proposto dalla casa editrice Elèuthera che conduca e orienti, secondo le linee guida dei temi e degli argomenti più importanti, attraverso le numerose e poco reperibili opere, quelle in volume e quelle uscite solo come opuscoli e pamphlet, della densa bibliografia dell’anarchico russo: da La conquista del pane (1892) a Campi, fabbriche, officine (1898); da Il mutuo appoggio (1902) a La grande rivoluzione (1909); fino a La scienza moderna e l’anarchia (1912) e a L’Etica, il suo ultimo e più impegnativo testo, purtroppo rimasto incompiuto.
Corredato da un’approfondita introduzione e da un’utile nota bio-bibliografica a cura di Giampietro N. Berti, il volume è scandito in nove capitoli che ripercorrono i nodi teorici del comunismo anarchico kropotkiniano: la nascita dello stato; la Rivoluzione francese, la cui interpretazione fu apprezzata dallo stesso Lenin; le questioni di metodo che inseriscono la tradizione anarchica nell’alveo del razionalismo illuministico, sottraendola alla cultura storicistica ed hegeliana e riportandola al metodo induttivo delle scienze naturali; la critica della vulgata darwinista e la pratica del mutuo appoggio e dell’associazione come condizione generale dell’evoluzione; la solidarietà umana e la democrazia dal basso; l’etica; la rete delle piccole comunità locali; la critica del collettivismo e la necessità del superamento della divisione gerarchica del lavoro; il comunismo-comunitarismo come superamento del diritto e soddisfazione dei bisogni “da ognuno secondo le sue forze, ad ognuno secondo i suoi bisogni”; e così via. La lettura di questo agile volumetto ci assicura in questo modo una comprensione chiara ed una conoscenza dettagliata di un pensatore troppo spesso trascurato o citato a sproposito. Non possiamo che essere grati ad Elèuthera per il suo costante lavoro.