“Credo sia vitale liberarci della visione idealizzata dell’amore di cui siamo vittime.”
Anaïs Nin, all’anagrafe Angela Anaïs Juana Antolina Rosa Edelmira Nin y Culmell è al centro di un graphic novel interamente dedicato alla sua persona. Nata da madre cubana di origini francesi e danesi, e da padre cubano di origini spagnole, Anaïs è stata esponente di spicco della letteratura erotica, e come molto spesso avviene per gli artisti dall’animo sensibile, personaggio contestato e presenza scomoda. La sua vita tormentata inizia presto. Il padre è un affascinante pianista fedifrago che abbandona la famiglia al tempo in cui Anaïs è soltanto una bambina. Quando la donna arriva al matrimonio con Hugo Guiler sono entrambi vergini, e lei si sente una puledra selvaggia che tutti cercano di domare nonostante le sue costanti reticenze. Nel redigere un diario privato, a cui confessa ogni suo più intimo pensiero, emerge la vera Anaïs, la donna che a detta di tutti “scrive come un uomo”, la fanciulla che emana sensualità seducendo ogni maschio che incrocia il suo sguardo: una terra inesplorata e inafferrabile da conquistare a tutti i costi.
La svolta giunge dopo l’incontro con Henry Miller, anch’egli scrittore di romanzi considerati pornografici e perciò censurati in America. La comunione di interessi è prolifica per la carriera di entrambi e sfocia in una morbosa relazione sessuale. Quando Miller le presenta sua moglie June, Anaïs resta completamente affascinata dall’aura di mistero che quella donna incantevole emana, una calamita a cui non riesce a sottrarsi, scoprendosi ricambiata. Tolto qualche sassolino dalla scarpa, Anaïs però non è ancora totalmente soddisfatta. La sua mente intimorisce qualsiasi uomo le si avvicini e tutti pretendono una assoluta dedizione e sottomissione da parte sua. La sessualità sta emergendo esprimendosi nella sua interezza, con il cugino Eduardo, con il primo analista Allendy e il secondo analista Otto Rank. Anaïs idealizza la figura paterna fin dalla tenera età, quando il padre le dedica particolari attenzioni per poi svanire nel nulla e ricomparire con una nuova moglie e gli acciacchi tipici dell’invecchiamento, ma non senza quel fascino sudamericano che riesce ancora a far tremare Anaïs.
La donna realizza quanta confusione abbia regnato fino a quel momento nella sua vita. Troppe relazioni intrecciate, anche se con ciascuna è venuta alla luce una Anaïs reale, nonostante il mare di menzogne in cui inizialmente è convinta di vivere. Una donna scomoda perché capace di mettere su carta qualcosa che alle donne non è concesso, senza pudori e metafore arzigogolate. Pura sessualità, espressa con una potenza di immagini ineguagliabile. Le meravigliose illustrazioni pastellate di Léonie Bischoff trasmettono sensualità e voluttà, riescono a descrivere un’anima fragile ma caparbia, il coraggio di un’anima nel magma delle vicissitudini esistenziali. Confrontarsi con questo albo significa entrare in punta di piedi in un piccolo museo privato, una storia potente e ipnotica quanto un quadro del Caravaggio, in cui le ombre e le luci convivono in perfetto equilibrio.