Trastullo di dei ignoti

John Alva Keel, L’Ottava Torre, Venexia, pp. 221, euro 22,00 stampa

Gli anni Sessanta videro un deciso cambiamento nelle ipotesi interpretative dei fenomeni UFO: da una visione decisamente extraterrestre, con John Alva Keel (1930-2009), e Jacques Vallée (1939) si passò a quella “parafisica”, che leggeva manifestazioni extranormali, comprese quelle ufologiche, come epifania di qualcos’altro, visione che ebbe molto seguito negli anni a venire.

Keel, autore di diversi testi di grande interesse – ricordiamo solo The Mothman PropheciesVoci dall’ombra (1975), alla base de film omonimo (2002), di Mark Pellington – ne L’Ottava Torre compie una completa ricognizione, raccogliendo dati e casi per estrarne poi il nucleo. Un problema metodologico però riguarda la raccolta indiscriminata di verità e menzogne e mesofatti, con lo sguardo ancora a-critico degli anni Settanta, in cui si credeva a tutto e poco si verificava; anni in cui la sbornia rivoluzionaria era lungi dal passare, e rispetto alla scienza definita “ufficiale”, le “pseudoscienze” parevano più abbordabili e anticonformiste.

Il materiale non regge ad un esame critico odierno; i dati scientifici desunti dalla tecnologia di allora risultano errati o deficitari, rispetto alle acquisizioni odierne; e i riferimenti e citazioni a forme religiose e culti antichi mancano delle fonti, come manca una bibliografia d’insieme. Detta così, il testo sembra esser di poco interesse; ma se il lettore resiste alle approssimazioni e alle ingenuità disseminate un po’ ovunque, si troverà dinnanzi un’ interessante teoria.

L’idea di Keel, quella del “superspettro”, è di una serie di lunghezze d’onda che vanno al di fuori delle misure a da noi percepibili, e che a seconda della loro declinazione, favoriscono e generano fenomeni paranormali che vanno dalla telepatia alla trance, dalle visioni degli UFO a quelle angeliche. Schopenhauer e Jung, innanzitutto (e l’autore rivede la sincronicità, in rapporto alla frequenza dei fenomeni, la cui ripetizione ha lo scopo di segnalare qualcosa, se non altro la sua esistenza), l’idea che la Terra sia un organismo vivo, la cui divinità è la mente; ma la divinità altro non è che invenzione umana, e in quanto tale reale padrone dell’umanità, in ultima analisi una delle forme del “superspettro” che qui prende il nome di Ottava Torre.

Un libro da leggere comunque, nella sua angosciante disperazione, che puntuale riporta sia a Charles Fort che a HP Lovecraft, per cui l’umanità non è altro che proprietà e trastullo altrui.

11 Agosto 2017

http://www.venexia.it

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