Non si può dire che in Italia la letteratura in lingua nederlandese sia poco tradotta: autori come Cees Nooteboom, Jan Brokken e Herman Koch sono disponibili nelle nostre librerie, spesso l’Olanda è paese ospite in questa o quella fiera del libro, segno che l’amicizia culturale tra i due paesi è attiva e vivace. Con questo titolo della collana “Cielo Stellato”, Carbonio editore si affida però a un autore giovane e dallo sguardo del tutto inedito. Tom Hofland, classe 1990, autore anche di podcast, è al suo terzo romanzo e in patria viene “tenuto d’occhio” per l’originalità della sua penna.
Tuttavia Il Cannibale è interessante non solo per lo sguardo fresco dell’autore, ma anche per le tematiche trattate. Se la letteratura di genere utilizza il dominio dell’immaginazione per mettere in luce problematiche legate alla nostra contemporaneità, questo libro per nulla consolatorio evidenzia come la dignità delle persone sia ancora oggi legata a doppio filo al posto di lavoro. E chi sta “dall’altra parte” spesso agisce in modo insensibile, per dirla con un eufemismo. Il legame concettuale tra i temini “paura” e “licenziamento” viene qui reso un trait d’union ben chiaro, anzi una catena al collo dei personaggi di questo piacevole (e agghiacciante) romanzo.
La trama: Lute lavora come quadro in una grande azienda (la Aletta) che produce e commercializza capsule per utilizzo farmaceutico, ma la sua capa ha deciso di cedere l’attività a un’azienda svizzera e tutto il comparto Vendite e Qualità deve venire smantellato. Comunicare a decine di colleghi con cui si è condivisa una parte della propria esistenza che dal giorno dopo saranno senza un lavoro non è proprio un compito che Lute (nato “vaso di coccio in un’epoca di vasi di ferro”) si sente di portare avanti. Come per magia gli viene in soccorso Reiner, di professione head hunter, che si offre di sollevarlo dalla pena e svolgere, insieme a un collaboratore, il “lavoro sporco”.
In un crescendo di assurdo e violenza capiremo che Reiner e l’aiutante Lombard non sono dei professionisti nel campo assunzioni e licenziamenti, ma esseri demoniaci. I due infatti si presentano in compagnia di un enorme cane nero, simbologia quasi telefonata per chi conoscesse il Black Shuck irlandese oppure il Cerbero dantesco (al netto di due teste). Inoltre Reiner guida un pick-up nel cui cassone tiene della terra nera, come il conte Dracula in persona. In un crescendo di inquietudine Reiner racconta fatti di altre epoche come se le avesse vissute, come nella canzone dei Rolling Stones Simpathy for the devil. I due, come una brutta malattia, si installano all’interno dell’azienda. A Lute nel frattempo succedono cose incredibili e piacevoli, come succede ogni volta in cui si sigla un patto col diavolo.
Nonostante la copertina dai colori tenui, quello che inizia come un semplice racconto di un caso di licenziamenti massivi, come fossimo in un film di Costa-Gavras o in Volevo solo dormirle addosso, si trasforma in un romanzo con elementi sovrannaturali, dalle tinte horror. È piacevole (se amate il genere) il crescendo di violenza e situazioni weird che succedono ai personaggi, una terapia d’urto per chi ha bisogno di una riflessione esistenziale. L’abbinamento tematiche sociali/letteratura di genere, in questo caso horror, è veramente interessante, non solo perché siamo più avvezzi ad aspettarcelo dalla fantascienza. Ma anche perché in Italia un genere un tempo negletto sta vivendo un momento di hype e nel novero delle nuove pubblicazioni vengono finalmente aggiunti titoli che parlano di tematiche attuali. Era già successo con Gli unici indiani buoni di Seth Graham Jones (Fazi, 2023) o nei racconti di Luigi Musolino della raccolta Un buio diverso (Hypnos, 2022). Dal canto loro i “tipi di Carbonio” non sono gli ultimi arrivati: molte pubblicazioni della collana sono orgogliosamente horror. Basti leggere l’interessante vicenda di I poteri delle tenebre. Dracula il manoscritto ritrovato di Bram Stoker e Valdimar Ásmundsson, oppure titoli come Il Dio del Labirinto di Colin Wilson. Insomma la serie “Cielo Stellato” va tenuta d’occhio e questo originale titolo in cui il demonio mette la coda in faccende molto umane ne è la riprova.