Togawa Masako / Dal mistery al nightclub

Togawa Masako, Residenza per signore sole, tr. Antonietta Pastore, Marsilio, pp. 176, euro 17,00 stampa, euro 9,99 epub

Questo bel romanzo della scrittrice giapponese Togawa Masako, già tradotto in Italia da Lidia Conetti Zazo per Corbaccio nel 1994 con il titolo Appartamenti per signore sole, solo apparentemente si inserisce nel fenomeno della scoperta – o ri-scoperta – del noir giapponese che da pochi anni solletica il pubblico italiano. Il lettore non deve aspettarsi di trovare le atmosfere del thriller americano, e neppure di quello francese, se non un certo sentimento fatalistico, quasi meccanico, che domina alcuni romans durs di Simenon. La narrazione ha un tono realistico, lo stile è quello semplice, didascalico, di un rotocalco per signore, anche quando racconta eventi efferati. Il grande valore di questo romanzo, pubblicato in Giappone nel 1962 (titolo originale 大いなる幻影, La grande illusione) è nella grandiosità della concezione narrativa, rafforzata dall’oculata scelta di un punto di vista multiplo.

Abbiamo detto che non si tratta di un noir, e neppure – possiamo aggiungere – di un poliziesco. Non c’è nessuno che indaghi sui fatti criminali che l’autrice racconta, la ricostruzione della dinamica degli eventi avviene solo nella mente del lettore. È piuttosto un mystery atipico – atipico almeno per noi lettori occidentali, che abbiamo plasmato il nostro gusto su quello che l’editoria ci ha proposto per cinquant’anni. La vicenda è ambientata in un palazzo di cinque piani, una residenza che ospita solo donne, un centinaio di appartamenti monolocale, in una zona non centrale di Tōkyō: Toshima, poco più a nord di Shinjuku dove oggi ci sono i grattacieli del centro amministrativo della città. Ma la storia si svolge negli anni Cinquanta, in un paese messo in ginocchio dalla guerra, dove molte sono le donne sole. Nella prefazione l’autrice specifica di aver ricostruito l’ambientazione residenziale a partire da un edificio nel quale lei stessa abitò: infatti la vita nel palazzo è restituita a meraviglia, per esempio la dinamica delle gelosie e delle piccole ripicche, il rapporto con il mondo esterno, l’orizzonte dell’esistenza racchiuso tra le mura di una stanza, dove sono confinate anche donne relativamente giovani a causa della ristrettezza di mezzi economici.

Il motore degli avvenimenti è quasi sempre la curiosità, e l’ingegnosità della costruzione narrativa trasforma un semplice oggetto-pretesto, un McGuffin degno di Hithchcock, nel perno di un complesso meccanismo narrativo. Tale oggetto è la chiave passepartout (da qui il titolo della versione inglese del romanzo, The Master Key) conservata nella portineria della residenza, che permette l’accesso a tutte le stanze, per ragioni di sicurezza e in caso di emergenza. Ma questa chiave universale viene sottratta ben due volte e utilizzata come leva per soddisfare la curiosità delle “signore sole”, mentre per il lettore è come un passaggio di testimone che svela poco per volta una trama complessa, ricca di antefatti: il rapimento di un bambino, una setta pseudo-religiosa il cui santone è in grado di prevedere il futuro, alla scomparsa di un Guarneri, un prezioso violino del Settecento. Tutto sarà ricondotto alla ragione nell’ultima parte e nell’epilogo, con una spiegazione-confessione affidata a un diario.

Il libro ottenne un notevole successo, e vinse il premio Edogawa Ranpo, assegnato annualmente dall’associazione giapponese degli scrittori di romanzi polizieschi (Edogawa Ranpo è lo pseudonimo dello scrittore Hirai Tarō, 1894-1965, forse il più famoso tra gli autori classici del giallo nipponico). Il nome di Togawa Masako (1931-2016) non è legato unicamente alla letteratura; anzi, la scrittura fu per lei un’attività tutto sommato minore. A ventitre anni iniziò una carriera di cantante in un famoso night club della capitale, che continuò per tutta la vita anche con incisioni discografiche (del 1975 è il primo disco inciso); negli anni di maggior successo, la sua figura pubblica era caratterizzata da una pettinatura in stile afro. Cinque anni dopo la pubblicazione di Residenza per signore sole, quando si era fatta un nome come autrice di thriller, aprì un proprio locale notturno, Aoi Heya, frequentato da celebrità e noto come club lesbico, dove si esibirono diversi cantanti di grido; rimase aperto sino al 2011. Dal ’69 al ’74, Togawa recitò in nella serie televisivaプレイガール (pureigarū, cioè playgirl), una spy-fiction di ben 358 episodi). Poche delle sue numerose opere letterarie sono state tradotte in lingue occidentali.