Nella quarta di copertina di questo libro si spiega che dietro il nome degli autori “si cela un misterioso gruppo di esperti e maniacali lavoratori dell’editoria italiana, con base a Firenze”. Le prospettive con cui si guarda e legge tale baedeker richiede bravura di attenzione e vista in buona salute, al netto di un amore incondizionato per le flânerie di varia natura adottatate da chi muove sani e armonici passi e da chi invece ha difficoltà motorie. Un libro così, eroga scrosci e gorgoglii da parte di biblioteche e librerie sparse per i mondi cittadini e provinciali, alimenta (e cura) anime in pena e anime ancora in grado di distinguere farfalle in bacheca e esseri migratori fatti di carta e desiderosi di uscire dagli scaffali. I libri, si sa, posseggono forze uguali e contrarie a seconda dei tempi e delle epoche: talvolta restano in un letargo pressoché eterno, talvolta si allontanano verso chissà quali mondi, talvolta vibrano su tavoli e comodini di un folto pubblico. Il pubblico, poi, è spesso malinconico o beffardo, declina e risorge fra miseria e nobiltà. Il più delle volte dimentica, mentre dovrebbe affidarsi a sistemi non industriali di letteratura per cogliere la sostanza e non soltanto l’apparenza. Ma tant’è, i legami fra chi scrive e chi legge sembrano godere di forze di varia specie che consentono l’accostarsi a opere letterarie seguendo sentieri geografici, storici, mitici, classici, moderni e futuristi.
Nell’infinitesimale frammento d’universo chiamato Terra sono contenute cronache letterarie i cui orizzonti sono vasti per gli umani che le hanno partorite, e allora sarà bene di tanto in tanto esplorare questi spazi, tracciare linee d’indagine, cogliere repertori e spunti che “fisicamente” (o eventualmente) portino nei luoghi che vivono dentro i libri, nelle realtà ancora raggiungibili o sparite per sempre dal mondo. Senza dimenticare tutti i luoghi mai esistiti, tranne che nella fantasia di scrittori e artisti.
Ci piacciono le guide, le passioni che da private si trasformano in pubbliche, comuni o assai poco normali? Pensiamo che contro il degrado (fisico e mentale) si possano illustrare storie e azioni atte a definire un bene che dovrebbe essere comune? Fuori di retorica, questa guida rende pubblico l’immaginario e il senso civico della letteratura, nonché le manovre da attuare perché la geografia mutevolissima del mondo odierno non perda la sua originaria dovizia “corporale”. Sembra quasi un gesto eroico, così come tutti i tentativi di ordinare un catalogo del mondo. Lo è, come per tutti i viaggi che tentano la via fabulosa di descriverne l’intrico. Ma in ogni epoca occorre definire un’immagine del suddetto “mondo”, pena il dissolvimento di ricchezze favolose. Nei tempi allucinati in cui oggi siamo immersi, il rimpianto di certe saldezze potrebbe sconfiggere quel poco di buono che ancora ci investe, ma snodiamo un esercizio di volontà: i posti visti, sfiorati, sognati, immaginati, li troviamo per la maggior parte qui, e forse dopo la lettura potremmo programmare un modo per raggiungerli, sfiorarli, vederli, sognarli e immaginarli da capo. Un buon modo per evitar loro il dissolvimento.
Nelle diverse parti della Guida possiamo tornare a sentirci umani, con i libri in Africa e nelle Americhe, in Medio Oriente e Asia, in Europa e Oceania, e dietro ai libri per un inseguimento senza fine. Probabile e improbabile si raccolgono di fronte al vastissimo indice dei nomi: nemmeno tentare, per carità, un elenco per forza di cose senza capo né coda. Si rischia il naufragio, come per ogni avventura, anche restando immobili sul divano di casa o in qualunque altro luogo privato possa piacere. Indicazioni, suggerimenti, consigli producono quel formicolio al basso ventre che ben conoscono i viaggiatori sedentari, struggente e malinconico, e che fa cenni al corpo come per scuoterlo dalla sospensione. Chi ha già la propria geografia sentimentale (gente devota e anche astuta) si porrà altre domande e desiderio di ripescare a occhi chiusi. La gente dotata di un po’ di buona educazione toglierà strati di polvere dai ripostigli, e guardando le mura di casa forse muoverà arti fisici e mentali per troppo tempo adusi a sonnolenze molleggiate e colpevoli.