Terence McKenna, Dennis McKenna / Summa Psichedelica. Dal letame nascono i funghi

Terence McKenna, Dennis McKenna, Lo Scenario Invisibile. Mente, Allucinogeni e I Ching, tr. di Francesco De Luca, Postfazione di Beniamino Trombetta, Edizioni Spazio Interiore, pp. 363, euro 22,00 stampa

Nel 1952-53 William Burroughs, dopo aver provocato la tragica morte della moglie Joan a causa di uno sciagurato gioco “alla Guglielmo Tell” a Città del Messico, intraprese vari viaggi in Sud America, tra cui un viaggio nell’Amazzonia Nord-Occidentale che lo portò prima a Bogotà in Colombia, e successivamente nella regione a nord del fiume Putumayo. A Bogotà Burroughs si imbatté per caso nel Dottor Richard Evans Schultes, ritenuto all’epoca uno dei massimi esperti di piante allucinogene. Dopo aver assorbito come una spugna gli insegnamenti di Schultes sulle più recenti scoperte in merito alle piante dagli effetti psichedelici, Burroughs si avventurò nella giungla amazzonica alla ricerca dell’Ayahuasca, una liana selvatica, nome scientifico Banisteriopsis caapi, da cui gli indigeni Jivaro ricavavano da secoli – se non da millenni – una potentissima droga chiamata yagé, mescolando l’infuso della liana appena tagliata con delle foglie di un’altra pianta, la Psychotria viridis.

Di questo viaggio allucinogeno di Burroughs ci rimangono i suoi scritti, le sue Lettere ad Allen Ginsberg (Le Lettere dello Yage, pubblicate da City Lights) e una straordinaria foto che lo ritrae nel bel mezzo della giungla, con lo sguardo svagato del sognatore romantico e con l’espressione del viso di un uomo completamente perso nel suo sogno impossibile, completamente assorbito nella ricerca del Santo Graal dei drogati. Si trattava di uno straordinario viaggio dello scrittore alla ricerca di sé stesso, un viaggio che aveva anche lo scopo di sfuggire ai propri incubi, allo Spirito Maligno che secondo Burroughs era il vero responsabile della morte della moglie.

Nel 1963, la pubblicazione delle Lettere dello Yage, il resoconto di questo viaggio e la corrispondenza con l’amico Ginsberg, fecero di Burroughs e del suo libro uno dei punti di riferimento per la nascente controcultura psichedelica. Otto anni dopo, nel 1971, due fratelli, Dennis e Terence McKenna intraprendono un viaggio negli stessi luoghi di Burroughs, nella Colombia del Sud, alla ricerca di una pianta misteriosa, da cui gli indigeni ricavavano un infuso che veniva chiamato oo-koo-he, contenente grandi quantità di DMT, la Di-metil-triptammina, oggetto finale della loro ricerca. I due fratelli rimasero delusi nella loro quest, e dalle esperienze psichedeliche prodotte da questa sostanza, ma si imbatterono casualmente in alcuni funghi che in località La Chorrera, vicino al fiume Igarà-Paranà, spuntavano un po’ dappertutto dallo sterco degli zebù (“dai diamanti non nasce niente…”, cantava De André). Si trattava dei cosiddetti funghi magici, Psylocibe cubensis, da cui deriva il nome della sostanza psilocibina, che producevano un potente effetto allucinogeno: il cibo degli dei, come li definì Terence McKenna.

Inutile aggiungere che il resoconto di viaggio dei fratelli McKenna e del loro “trip” psichedelico, pubblicato in una prima edizione nel 1975 dalla Seabury Press, e successivamente ripubblicato nel 1994, diventò ben presto una sorta di guida all’esperienza psichedelica per un’intera generazione di giovani che andavano alla ricerca di una sostanza che potesse metterli in connessione con il loro io più profondo, con una realtà altra rispetto alla squallida e brutale società americana dei consumi, che si imbottiva di psicofarmaci, impantanata in una guerra atroce nel Sud-Est asiatico, la guerra del Vietnam.

A distanza di quasi cinquant’anni, finalmente viene pubblicato in Italia Lo Scenario Invisibile, questa summa del pensiero psichedelico che rappresenta il tentativo, ambiziosissimo, da parte dei fratelli McKenna, di interpretare il mondo sub specie psichedeliae, a partire proprio dalla esperienza del 5 Marzo 1971. Tentativo in parte riuscito, visto il successo che l’opera ebbe su di una intera generazione e su tutto un filone di opere dedicate all’argomento, anche se ormai alcune parti del volume appaiono decisamente datati e privi di qualsiasi fondamento scientifico: soprattutto quelle che cercano di individuare – oltre all’ovvio accostamento tra la Via dell’Ayahuasca e la Via dello Sciamano, o tra gli effetti degli allucinogeni e il delirio degli schizofrenici – una connessione tra l’esperienza psichedelica e l’arte divinatoria dell’I Ching, tra l’esperienza psichedelica e la meccanica quantistica, la Fisica di Prigogine, gli studi sul DNA, i Frattali e la Teoria delle Catastrofi di René Thom. Rimane l’impatto di un’esperienza che ha segnato una intera generazione di giovani che erano alla ricerca di una fuga dal mondo tramite potenti sostanze che si iniziavano a studiare approfonditamente soltanto in quegli anni.

Oggi ne sappiamo molto di più, si continuano a studiare gli effetti delle sostanze psichedeliche, ed escono in continuazione nuove pubblicazioni, compresi alcuni veri e propri manuali, tanto che si parla apertamente – anche in Italia – di “Rinascimento Psichedelico”. Oramai l’esperienza psichedelica non è più appannaggio di individui un po’ strani, di freaks che si pongono ai margini della società dei consumi e la rifiutano in toto, ma fa parte di una ben collaudata valvola di sfogo che si concedono nei fine settimana gli executives di alcune importanti aziende, le casalinghe più o meno disperate e gli elettori WASP di Donald Trump, lavoratori bianchi anglosassoni del ceto medio, protagonisti della “elegia americana” di J. D. Vance. Ma soprattutto, i consumatori che non ti aspetti di sostanze allucinogene sono i grandi tycoon della Silicon Valley o dei social media, Elon Musk in testa, che non fanno mistero di utilizzare droghe per espandere la loro mente, anche al fine di proiettare l’Uomo nello Spazio (e nell’Iperspazio) e trovare nuove idee originali e nuove risorse che consentano di “espandere” il mercato del Tardo Capitalismo.

In estrema sintesi, l’utilizzo e il consumo di droghe psichedeliche non è più appannaggio esclusivo della sinistra. Le droghe allucinogene sono in una certa misura diventate anche “di destra” (con buona pace dei neofascisti nostrani che continuano a rappresentarsi come superuomini immuni al fascino delle droghe) e il 6 Gennaio del 2021, durante l’Assalto a Capitol Hill, il grande pubblico ha appreso dell’esistenza di uno Sciamano di destra – Jake Angeli – sostenitore di Donald Trump e seguace delle Teorie complottiste di QAnon. Dopo il Rinascimento e la Rivoluzione Psichedelica, arriverà la Restaurazione Psichedelica? Possibile che i nuovi dittatori odierni – o aspiranti tali – abbiano in mente di utilizzare le droghe psichedeliche per trasformare le nostre società avanzate in un mondo da incubo, un mondo in cui una intera popolazione è oramai in preda a un “bad trip”, come aveva già immaginato Philip K. Dick nel racconto La Fede dei Nostri Padri (1967)? Le droghe psichedeliche non rappresentano più un mezzo di fuga dal mondo, ma pongono le premesse di un Mondo nuovo in cui saremo governati da un gruppo di ricchissimi svalvolati di destra sotto botta di ketamina – come il fondatore di Paypal, Peter Thiel – che assumono regolarmente queste sostanze. Questi nuovi ricchi, infatti, sognano un mondo governato da una élite di “tossici” privilegiati (cioè loro stessi) che hanno letto e (male) interpretato Il Signore degli Anelli di J. R. R. Tolkien. C’è perfino qualcuno, come Sergei Brin, fondatore di Google insieme a Larry Page, uno degli uomini più ricchi e influenti del mondo, che ha deciso di finanziare una ricerca sul possibile utilizzo delle sostanze psichedeliche nella cura dei pazienti psichiatrici.

Eppure leggendo le pagine di questa prima edizione de Lo Scenario Invisibile al di fuori del mondo anglosassone, nell’ottima traduzione di Francesco De Luca, si ritorna indietro all’epoca in cui sembrava possibile riscattare le scintille di luce rimaste intrappolate nella realtà materiale, come predica lo Gnosticismo, sembrava possibile aprire la mente umana invece di chiuderla e indagare lo Scenario Invisibile, esplorare un continente ignoto e raggiungere i Paradisi Artificiali. Ma come scrive Marcel Proust alla fine della sua Recherche, “i veri Paradisi (Artificiali) sono sempre quelli che abbiamo perduto”.