Strega Giovani 2020 / Daniele Mencarelli

Daniele Mencarelli, Tutto chiede salvezza, Mondadori, pp. 204, euro 19.00 stampa, euro 9.99 epub

Il 2020 è stato finora un anno molto particolare, difficilmente lo scorderemo. Il Salone del libro di Torino per la prima volta si è tenuto in una nuova veste, una versione digitale organizzando una serie di dirette online con gli autori, senza pubblico fisico. La fiera di Bologna dedicata alla narrativa per ragazzi è stata posticipata direttamente all’anno prossimo. Ci siamo tutti reinventati a causa di questa pandemia e così anche le premiazioni più importanti come il Premio Strega.

La cinquina dei finalisti è stata annunciata nel tardo pomeriggio di martedì 9 giugno, giorno in cui è stato proclamato anche il vincitore per la categoria Strega Giovani che si è aggiudicato Daniele Mencarelli, laziale di Ariccia, con il suo Tutto chiede salvezza pubblicato da Mondadori.

Il romanzo, che partecipa anche alla sestina finalista, ha conquistato i lettori più giovani con la sua voce graffiante e realistica. Si tratta infatti dell’esperienza vissuta in prima persona dall’autore che una sera del 1994, all’età di vent’anni, a seguito di uno scoppio d’ira subisce un TSO, ossia un Trattamento Sanitario Obbligatorio.

Il libro, chiaramente autobiografico, descrive una singola settimana di ricovero in un ospedale psichiatrico in cui Daniele incontra e interagisce con gli altri personaggi internati, travolti anche loro dalla vita, alternando riflessioni altamente profonde e poetiche a chiacchierate in dialetto più spensierate e divertenti. Il rapporto con la madre, con cui non riesce a parlare apertamente, è conflittuale ma in fondo non manca quella comprensione profonda data dallo stesso sangue. Nel contempo il senso di inadeguatezza che riempie il cuore del protagonista viene sciolto dai compagni di stanza: lui capisce durante il terzo giorno che forse sono la cosa più vicina a una famiglia che abbia mai avuto.

Una penna graffiante, ruvida come la lingua di un gatto che non accarezza ma raschia la superficie. Un romanzo da sottolineare per la bellezza di molti passaggi, influenzato dal ritmo della poetica e commovente per il sincero report impresso sulle pagine.

Gli spunti per riflettere sul significato del termine “matto” si fanno sempre più forti, così come sulla potenza del dialogo e sull’importanza del riuscire a comunicare attraverso la scrittura e la poesia. In fondo, scrive Mencarelli, una cosa che accomuna gli artisti e i matti è la libertà, ma anche la capacità di guardare le cose in un modo originario derivato da un ricordo primordiale. Durante la telefonata fra madre e figlio il ragazzo risponde: salvezza. “Salvezza per me. Per mia madre. Per tutti i figli e tutte le madri. E i padri. E tutti i fratelli di tutti i tempi passati e futuri.” Perché tutto chiede salvezza. La bocca però pronuncia la classica frase “Niente mamma, non ho bisogno di niente”.

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