Renzo Paris / Sradicamento in pantaloncini blu

Renzo Paris, Miss Rosselli, Neri Pozza, pp. 240, euro 18,00 stampa, euro 9,99 epub

Eccentrica o no, Miss Rosselli, complessa creatura d’opposizione, eternamente in bilico fra amicizie disincantate e incantevoli (talvolta esasperanti) e spie della CIA che la tallonano (irrisolta ossessione o chissà) come fosse Mata Hari, in quanto star della poesia nella città eterna torna a noi attraverso i ricordi “ventilati” (leggasi assistiti da cannabis) e innamorati di Renzo Paris. Il fumo aiuta, il fumo è una trappola che si addice alla piazza della Piramide, al cimitero Acattolico di Roma. Dove dormono e non sognano, guardati a vista dai superstiti, un folto gruppo di grandi poeti e scrittori. Ma anche la starlette Belinda Lee, consapevole di tener loro compagnia con la sua bellezza italianizzata. Come dire, bisogna accettare la morte.

La mansarda di Amelia appare all’improvviso a Paris durante una passeggiata, passando per piazza Navona, e con questa visione l’intero set della poesia romana si dà appuntamento come dentro le celluloidi di Fellini. Il trentennio 1966-1996, i tre decenni di un’amicizia, si trasformano in tenera scorribanda topografica, oltre che temporale, depositata da Paris dentro le pagine del suo libro. Sarà il fumo, sarà l’amore, ma flirtare con l’immagine della poetessa, in pantaloncini e camicetta blu, gli appare come un atto creativo capace di riportarlo a una relazione mai interrotta, nemmeno dal volo compiuto dall’autrice di Variazioni belliche giù dal terrazzino della sua casa.

Sono pagine dense di incontri e vicende, di sincerità e candore d’altri tempi, di corteggiamenti e brani di gossip mai gratuiti, perché in fondo sono proprio le chiacchiere romane fra scrittori i migliori strumenti per dare luce e aria a quel che veramente accadeva nei pressi di Via del Corallo, Trastevere e i Lungotevere. Come non commuoversi di fronte a questo “documentario” dove Miss Rosselli appare la più affascinante, perennemente sfottente (e a ragione), creatura che molti avrebbero voluto portarsi a letto non soltanto per risentire la voce aspra e cavernosa recitare i suoi versi. Ma il genio letterario della squinternata, inarrivabile Amelia mollava tutti lì, andandosene.

Non è un fantasma quello che si aggira in Miss Rosselli, i diversi piani del quotidiano presente e passato s’intersecano senza apparente disgregazione, Paris non ha paura dei coinvolgimenti ma li cerca, li affronta, talvolta li schiaffeggia come sentisse il bisogno di una sferzata temporale. Il centro di Roma incoraggia questi sentimenti, ne sa qualcosa chi vi si avventura ritrovandosi in balia di ricordi più che inventati, dunque veri. Dai vialetti del cimitero alle lunghe strade del tempo fluiscono pensieri in forma di corpi, Calogero e Scotellaro sono i primi, i più vivi perché grandi amori di Amelia. E strenuamente l’autore non si stanca di dire che l’intera opera della poetessa non bisogna leggerla soltanto all’insegna della sua biografia. Sarà vero, oppure no, ma preferiamo credergli. Anche se in questo genere di poesia l’ambiguo e il complesso non devono adeguarsi a noi, ma il contrario. Dunque le trasformazioni e l’evoluzione della lingua come separarle da certi fatti terribili, così come da quotidiane digressioni – a spasso nel quartiere – che rasentano la simpatia? Come non voler bene al ferreo scricciolo, abitato da tempeste linguistiche, che si aggira in Ciao in mezzo alle manifestazioni studentesche? Nell’epoca degli scantinati diventa una poetessa di successo, una vera star.

Le figure di teatro di cui è intessuta l’intera poesia di Amelia Rosselli sembrano ribaltate interamente nel libro di Paris, come dire che il lato umano vi ritrova spazio e nutrimento. Molte le fibrillazioni, e molte le descrizioni filmiche capaci di chiarire i fatti, i chiaroscuri di una compagnia di scrittori che si amavano e odiavano come una tribù allo sbaraglio. Paris conosce molte cose, in parecchie ne è stato al centro, e lo ammette: basta un granello di afgano perché il tempo si apra dentro il coraggio di confessarsi. Ma è una confessione laica, lontana dai santuari, e ciò che sfugge ritorna dentro certi dattiloscritti ritrovati in un cassetto: sarà pure romantico descrivere il gruppetto di poesie da Documento, ma la storia di Miss Rosselli, quella vera in pantaloncini blu, si alza nella stanza proprio come il fumo che Paris ha diffuso allentando gli spazi. Dopo di questo non resta che riaprire il Meridiano dell’Opera poetica, e non accontentarsi di sfogliarlo.

foto di Dino Ignani