Adelphi prosegue con la traduzione delle opere complete di Shirley Jackson (1916-1965). L’ultimo romanzo tradotto è stato La meridiana nel 2021, mentre le raccolte di narrativa breve più recenti sono Paranoia (2018), versione italiana del volume miscellaneo di fiction e saggistica Let Me Tell You, e La luna di miele di Mrs. Smith (2020), prima parte dei racconti antologizzati dai figli della scrittrice, Laurence Jackson Hyman e Sarah Hyman DeWitt, sotto il titolo originale di Just an Ordinary Day, uscito negli Usa nel 1995. Quei primi trenta racconti, erano storie totalmente inedite, mentre la seconda parte, appena uscita come Un giorno come un altro, è invece costituita dalle restanti ventidue storie, pubblicate solo su rivista e mai raccolte in volume.
Anche questa volta Shirley squaderna un registro quanto mai ampio e variegato di toni e tematiche mostrandoci quanto sconfinato fosse l’orizzonte delle sue possibilità narrative. Nella traduzione adelphiana non è specificata purtroppo la collocazione originaria dei testi, ma confrontando con l’edizione inglese che riporta invece sempre la data di pubblicazione e il nome della rivista pubblicante, è interessantissimo approfondire. Le date dei racconti spaziano dal 1943 al 1965 – quindi lungo tutto l’arco creativo della breve vita della scrittrice, con un singolo testo uscito postumo nel 1968 – e le riviste variano da The New Yorker – di cui sia la Jackson che il marito Stanley Hyman erano contributori regolari – ad altre patinate e lussuose come Vogue, Playboy, The Saturday Evening Post, Harper’s, Gentleman’s Quaterly, ma non disdegnando affatto quelle popolari e di genere (anzi si tratta dei nomi che ricorrono più spesso) come The Magazine of Fantasy and Science Fiction, dedicata al fantastico, e soprattutto le riviste per signore a cui riservava la sua produzione più leggera e domestica, come Woman’s Home Companion, Good Housekeeping, Ladies’ Home Journal, Charm, Woman’s Day.
La collocazione dei diversi racconti, per argomento e per atmosfera, viene ora più naturale e quasi automatica: si decodificano le storie più frivole e disimpegnate – come La moneta dei desideri, Storia di due brave persone, Sola in una tana di lupetti, o altre dal finale insolitamente ottimista o romantico come Il segno del destino, La cosa più straordinaria o Devo. Trovano spiegazione quelle “magiche”, in cui una sorta di attempata fata turchina o di Mary Poppins – ha sempre lo stesso nome, Mallie – compare misteriosamente in famiglia per risolvere grazie a stregoneschi incantesimi tutti i quotidiani problemi domestici – preparare cene, rassettare la casa, confezionare abiti decenti per balli e feste dei figli, ecc. –, il sogno irrealizzabile di ogni brava massaia e della stessa Shirley dilaniata fra la scrittura e la gestione familiare di quattro bambini e di un marito esigente. Nella seconda storia con Mallie, già meno positiva di Magia di famiglia, i prodigi e la diversità de La strana casa accanto, desteranno l’invidia e la diffidenza dei vicini che costringeranno la magica famiglia ad abbandonare la città e traslocare altrove.
Il tema dello spietato conformismo borghese nella profonda provincia statunitense – portato al culmine nel suo racconto più giustamente famoso La lotteria – e della esiziale falsità dei rapporti sociali e personali resta il leitmotiv di tutta l’opera jacksoniana giungendo qui a soprassalti di vera crudeltà: vecchiette apparentemente innocenti sono in realtà vipere velenose o indomabili bisbetiche arpie – La nonna di Whistler, La possibilità del male, Mrs. Melville fa un acquisto, Nei momenti bui – e ogni umana manifestazione di affetto o di solidarietà si svela come pura manipolazione intesa a mascherare la più abissale indifferenza se non addirittura intenzioni ostili e opportunistiche che arrivano ad includere il ricatto, l’estorsione o l’omicidio: Le amiche, Come Charlotte uscì di scena, Si spegne una gran voce, La ragazza scomparsa, Un giorno come un altro, con le noccioline.
Secondo la visione cinica o forse solo lucida di Shirley, i delicati e troppo spesso pericolosi rapporti con la comunità vanno sempre gestiti con oculatezza, essenzialmente secondo tre principali modalità ben esemplificate nei tre racconti, a mio parere, più perfetti della raccolta: l’infrazione come per il precoce bambino di Viaggio con signora, che, per la prima volta da solo in treno in visita ai nonni, si fa complice – perfettamente consapevole – di un’attraente ladra in fuga dalla polizia; la negazione come per l’ipocrita vicina di casa di Ha detto solo si, che continua ciecamente a ignorare, a suo rischio e pericolo, le virtù profetiche della Cassandra adolescente da lei temporaneamente ospitata dopo l’improvviso incidente mortale dei genitori; l’accettazione come per la terrorizzata protagonista della ghost-story Casa, che preferisce adeguarsi, a scanso di peggiori conseguenze, all’omertà generale del paese riguardo all’appena comprovata apparizione dei fantasmi che infestano la scorciatoia verso la sua proprietà. In tutte e tre le possibilità i risultati sono, se non visibilmente fallimentari, almeno dubbi ma – così spera Shirley – ingurgitare veleno in piccole e deliberate dosi potrebbe almeno darci l’illusione dell’immunità.