Luis Sépulveda Calfucura è nato nel 1949 ed è un autore di origini cilene che ha lasciato una forte impronta culturale nella narrativa per l’infanzia. Sepúlveda ha lasciato il suo Paese al termine di un’intensa stagione di attività politica, conclusasi con l’incarcerazione da parte del regime del generale Augusto Pinochet. Ha viaggiato in lungo e in largo per l’America latina e successivamente anche nel resto del mondo, talvolta al seguito degli equipaggi di Greenpeace. In Italia l’autore è stato pubblicato da Guanda e tra i lettori più giovani è conosciuto e apprezzato in particolare per le sue favole, ossia libri brevi ma di spessore in quanto a contenuto e messaggio, di solito in uscita nel periodo natalizio e consigliati nelle librerie come regalo e dai docenti ai propri studenti come lettura formativa.
In particolare si vuole sottolineare la spinta a diffondere e approfondire la sua produzione da parte di insegnanti nelle scuole primarie e secondarie. Come si è accennato, nel cuore della storia narrata si nasconde sempre un messaggio positivo, il più delle volte riguardante il valore dell’amicizia, fondamentale per Sepulveda, e la lotta al pregiudizio nei confronti del diverso. In particolare con due storie con protagoniste una lumaca e una balena, l’autore ha affrontato tematiche sociali e molto attuali come l’importanza del tempo e il rispetto per l’ambiente. Sicuramente un’arma potente che ha saputo usare per entrare nel cuore dei piccoli lettori è stata scegliere degli animali come protagonisti delle sue favole. Ma andiamo con ordine sintetizzando i racconti che resteranno per sempre tra le letture principali dei più giovani.
È il 1996 ed esce Storia di una gabbianella e del gatto che le insegnò a volare. La storia è nota e racconta di uno stormo di gabbiani, di ritorno dalla migrazione, che si tuffa per nutrirsi di alcune aringhe in un golfo. Tra di loro c’è Kengah in attesa di deporre il primo uovo. All’improvviso il capo stormo impone un decollo d’emergenza per via di un pericolo, ma Kengah non lo sente e quando cerca di riemergere resta bloccata in una pozza di petrolio. A fatica riesce a liberarsi e ad atterrare sul balcone di Zorba, un gatto nero con una piccola macchia bianca. Riesce a deporre il suo uovo e strappa a Zorba tre promesse: non ingerire l’uovo, accudire il piccolo e insegnargli a volare. La nascita di Fortunata la gabbiana sconvolge la vita di Zorba e dei suoi amici felini che si rivolgeranno a un umano, un poeta, per insegnarle a volare. In questa favola si sottolineano l’interesse per l’ambiente nei riferimenti dell’inquinamento da parte dell’uomo, e l’incomunicabilità tra specie, ma anche il superamento del pregiudizio e del preconcetto che i gatti e i volatili non possano stringere amicizia.
Nel 2012 esce Storia di un gatto e del topo che diventò suo amico. Ritorna un personaggio felino, Mix, che a Monaco diventa l’animale di compagnia di un bambino di nome Max. I due crescono insieme e quando Mix diventa vecchio e cieco aspettando il rientro del suo amico umano, facendo la guardia alla dispensa, il gatto fa un incontro inaspettato. Un topolino cerca di intrufolarsi nella dispensa per mangiare il muesli di cui va tanto ghiotto, ma Mix invece di ucciderlo, inizia a chiacchierare con lui. Il topolino si confida col gatto sul fatto che lui un nome non ce l’ha. Decidono quindi per Mex e in cambio il topolino gli descrive quello che vede. Max comprende al suo ritorno a casa, l’importanza del legame tra i due e lo accoglie nella famiglia. L’autore anche in questo caso vuole affermare i valori dell’amicizia, della lealtà e il rifiuto di ogni forma di discriminazione del diverso. Un ostacolo che di primo acchito sembra insormontabile, si trasforma nell’opportunità di svolta all’interno della storia e nelle relazioni personali. Diventa così l’occasione per fare una mossa inaspettata quanto costruttiva che possa portare solo ad ottenere benefici.
Nel 2013 arriva in libreria Storia di una lumaca che scoprì l’importanza della lentezza. Un gruppo di lumache che vive nel prato chiamato Paese del Dente di Leone è abituato a condurre una vita lenta e silenziosa. Non hanno nomi, tra di loro si chiamano semplicemente “lumaca”, ma una di loro lo trova ingiusto e soprattutto è curiosa di scoprire le ragioni della lentezza. Perciò, incurante della disapprovazione delle compagne, affronta un viaggio che la porterà a incontrare un gufo malinconico e una saggia tartaruga, e comprenderà il valore della memoria e la vera natura del coraggio. Questi buffi e lenti animaletti insegnano al lettore l’importanza dell’identità e della voce che è insita in ciascuno di noi, che dobbiamo farci notare e alzare la voce quando qualcosa non ci sta bene e la curiosità di approfondire concetti che non comprendiamo perfettamente al principio.
Nel 2015 Guanda pubblica Storia di un cane che insegnò a un bambino la fedeltà. Il cane lupo protagonista è stato separato dal suo amico umano e costretto a vivere alla catena da uomini malvagi e crudeli. Per lui, cresciuto in una comunità indio, è incomprensibile la mancanza di rispetto per la natura e le sue creature, ma ora il compito impostogli dagli uomini è quello di una caccia all’uomo. Il nome del cane significa fedeltà e forse il suo destino è segnato nel suo nome, un nome che certi legami non può spezzare. Anche qui si toccano il tema dell’amicizia, il valore della fedeltà nei confronti di alcuni rapporti e della vita, e il rispetto dell’ambiente che l’uomo incurante calpesta in ogni modo possibile. L’ambientazione non a caso è tra la gente mapuche (la Gente della Terra), una comunità indio che è stata costretta a subire una grande quantità di soprusi.
Arriva il 2018 e Storia di una balena bianca raccontata da lei stessa è l’ultima favola che Sepulveda ci ha lasciato. È proprio la leggendaria creatura a narrare la sua storia e a raccontare del patto stretto con un capodoglio anziano che lega la sua specie a quella degli uomini del mare. Descrive la sua immensa solitudine e la profondità degli abissi, lei che per onorare quel patto ha dovuto proteggere un tratto del mare dai forestieri che tutto si prendono senza rispetto né riconoscenza. E ora è venuto il momento di ascoltare la versione della balena dopo che l’umanità ha dovuto ascoltare solo la versione dei balenieri. Torna il tema dell’ambiente e del rispetto per la natura e quello che ci offre – che è molto! – in una metafora che vuole sottolineare il nostro ruolo di forestieri usurpatori. Sepulveda dà voce alla parte debole della storia, il pianeta su cui viviamo e che calpestiamo senza rendercene conto.
Un autore da oltre 8 milioni di copie vendute che ci lascia a causa di una pandemia e noi non potremo far altro che custodire il tesoro dei suoi insegnamenti e iniziare a trattare meglio le persone e la Terra che è in fin dei conti la nostra casa. Leggiamo consapevolmente.