Corrado Peli, I bambini delle Case lunghe, Fanucci, pp. 279, euro 13,00 stampa, euro 0,99 eBook
Un gruppo di ragazzini nell’estate del 1985. Biciclette, scorribande, violenze in famiglia e segreti. Se non fosse che questo romanzo è ambientato a Case Lunghe, località della piccola frazione di San Felice nella Bassa bolognese, a chiunque verrebbe in mente la trama di It di Stephen King. E invece no. La mano che sulla carta decide delle vite di questi ragazzi è italianissima. Classe 1974, Corrado Peli ha realizzato un noir dalle ambientazioni cupe ma affascinanti, un po’ nostalgiche per chi gli anni Ottanta li ha toccati con mano.
Lontano dal centro cittadino, dove la nebbia incombe su tutto coprendo e nascondendo, il divertimento lo si deve inventare e la noia la si combatte a suon di marachelle per provare quel briciolo di adrenalina che stimoli lo spirito della fuga. Da qui si parte per un viaggio nella quotidianità dei giovani protagonisti. Carlo, Eleonora, Davide, Nunzio e Laura sono undicenni che stringono amicizia in un buco dimenticato da Dio ma non da Don Gaetano, il parroco che sapientemente tesse le vicende delle famiglie che in quel buco vivono e cuce gli strappi che la vita porta ad affrontare. Il prete custodisce gelosamente le confidenze dei compaesani, confessioni che scottano e che vanno gestite al meglio per buona pace di tutti, come le violenze domestiche che subisce Rosa. Da tempo infatti il marito Giovanni trascorre le giornate alla Locanda attaccato alla bottiglia e quando rientra sfoga la rabbia a lungo repressa sulla moglie e sul figlio Carlo. L’unico a scamparla è Michele, il nuovo arrivato. Ed è proprio attorno a Michele che si crea un garbuglio di nodi misterioso da districare quando a seguito dell’ennesima lite Rosa prende l’auto, il figlio e fugge. La corsa è però breve e vede il suo termine fatale con l’albero contro cui si schianta, complice la fitta nebbia invernale. Qualche giorno dopo il marito Giovanni subirà la stessa sorte.
2016, trentuno anni dopo. Ritroviamo Carlo, Eleonora e Nunzio ancora bloccati a Case Lunghe per cause differenti mentre gli unici ad essere riusciti ad allontanarsi sono Davide, che ha intrapreso una carriera politica, e Laura, che vive a Bologna dove lavora come infermiera. Un lascito imprevisto quanto cospicuo costringe Don Stefano a far rotta verso San Felice per sbrigare le pratiche burocratiche e convincere il figlio del donatore a non impugnare il testamento.
Quest’arrivo getta nel panico i ragazzi ormai cresciuti, sconvolgendo abitudini e riportando a galla vecchie storie ormai da tempo dimenticate nella nebbia, e a suon di colpi di scena si giunge alla resa dei conti. Una resa che senz’altro lascerà di stucco il lettore che si vedrà costretto a dover chiudere un libro ottimamente scritto, scorrevole ma che necessariamente lascerà nel cuore e nella mente i suoi personaggi. E magari, in una serata nebbiosa, capiterà d’immaginarsi Carlo e gli altri in sella alle loro biciclette schizzare a tutta velocità verso una nuova avventura.