Chi l’avrebbe mai detto che un giorno in libreria mi sarei vista arrivare un libro di Tom Hanks. Sì, proprio quel Tom Hanks, il famoso attore, il regista ma pure sceneggiatore e produttore. Ci ha commossi fino alle lacrime interpretando alla perfezione Forrest Gump, lo ricordiamo tutti nel Miglio verde con la sua saggezza, e ha toccato corde profonde in Philadelphia. Mancava però un tassello importante a questa poliedrica persona, quello della scrittura.
Si vocifera che nel 2015 il nostro Tom fra un set e l’altro abbia voluto dare voce a storie che gli giravano per la testa, e che le abbia raccolte in questo sorprendente libro, una bellissima raccolta di racconti in cui l’autore utilizza un linguaggio pulito, lineare e senza fronzoli, ma allo stesso tempo ha saputo sfruttare adeguatamente tutta la terminologia specifica assorbita durante la sua lunga carriera. C’è però un fattore che caratterizza in maniera preponderante il libro, ossia la curiosa passione (che dicono sfiori quasi l’ossessione) per l’oggetto macchina per scrivere. Lui confessa di collezionarne, di adorarne il suono e che persino la suoneria del cellulare sia dedicata alla macchina per scrivere, che è l’immagine protagonista della copertina. Dichiarazione d’amore più significativa non poteva essere d’altra parte che l’inserirla in ogni racconto, come una presenza rassicurante, un fil rouge che accomuna ogni storia ma con una veste diversa.
Una carriera importante, quella dell’autore, che ha saputo far suoi i molti ruoli interpretati, rivestendoli d’inchiostro e lasciando al lettore il piacevole compito di indovinare lo spunto iniziale. Ci sarà Captain Phillips nel racconto Chiedi a Costas? E in Alan Bean più quattro ci sono gli astronauti di Apollo 13? Di sicuro in Vigilia di Natale 1953 sono riconoscibili i personaggi di Salvate il soldato Ryan. Un altro punto a favore è la varietà dei generi che intrattiene il lettore come un giro sulle montagne russe della narrativa. Si passa infatti dalla fantascienza al giallo, dal racconto d’avventura alla sceneggiatura teatrale e all’articolo di giornale. Ecco, forse la definizione più corretta di questo libro è proprio quella che lo paragona alla famosa scatola di cioccolatini citata in Forrest Gump.
Un forte merito va sicuramente riconosciuto al traduttore Alessandro Mari che è stato in grado di rendere il sentimento patriottico, le mille sfaccettature dei personaggi coinvolti e tutto il sottinteso tra le righe. Ulteriore appunto, traspare dai testi una passione per l’Italia, passione confermata anche dal recente restauro di un vecchio modello da collezione della Fiat 126p, notizia balzata agli onori del gossip per il forte contrasto con gli standard degli status symbol automobilistici dei colleghi hollywoodiani.