NPE ha appena pubblicato la prima edizione integrale a colori dei tre racconti che hanno come protagonista Roy Mann, personaggio nato dalla penna di Tiziano Sclavi e disegnato da Attilio Micheluzzi negli anni Ottanta. Si tratta del sesto volume che la casa editrice di fumetti d’autore dedica al compianto disegnatore di Umago. I tre racconti sono collegati tra loro in un’unica lunga storia di ambientazione fantastica – vagamente fantascientifica – che, come in un eterno ritorno, si conclude dove è iniziata.
Il protagonista, Roy Mann, è uno scrittore di fumetti statunitense anni Quaranta che, per uno strano incantesimo provocato dallo scoppio di una caffettiera, entra nelle storie che disegna e ne diventa il protagonista, come fosse in un sogno da cui si sveglia per entrare subito in un altro. Ma come ogni sogno la storia è surreale, con una trama dove l’unico filo logico è l’assenza di un filo logico, una successione di cicli concentrici che Tiziano Sclavi è bravissimo a concatenare.
Nonostante la difficoltà cognitiva di seguire una vicenda piena di incongruenze spazio-temporali, la lettura è piacevole e divertente, bisogna lasciarsi prendere dal vortice degli eventi senza curarsi troppo di cercarne il senso compiuto. La narrazione è densissima di citazioni fumettistiche d’epoca, da Buck Rogers a Brick Bradford, da Little Nemo a Flash Gordon. I compagni d’avventura di Roy Mann, l’antagonista Ling e la spalla Lara, sono personaggi “rubati” dalle strisce di Alex Raymond: si riconoscono facilmente il perfido Ming e la conturbante Dale, in un affettuoso omaggio al grande fumettista statunitense.
Sclavi usa sapientemente anche tante suggestioni cinematografiche e letterarie: il titolo del secondo episodio, Orizzonti di gloria, è lo stesso del film di Stanley Kubrick di cui ricalca il messaggio sulla stupidità di ogni guerra, cui si aggiunge la satira all’avventurismo reaganiano proprio degli anni in cui Roy Mann fu scritto; Assurdo universo, romanzo fantascientifico di Fredric Brown, è più volte esplicitamente citato, come fonte ispiratrice del “multiverso” in cui i personaggi si muovono.
Grande e fantasiosa sceneggiatura trovano piena rispondenza nei disegni di un Attilio Micheluzzi ispirato, e sono a mio parere la cosa in assoluto migliore, veramente outstanding, di questo fumetto. Il disegnatore – di gran lunga superiore a se stesso in altra opera a quattro mani con Sclavi, Dylan Dog-Gli orrori di Altroquando, dove il tratto appare un po’ incerto – sfodera in Roy Mann tavole di straordinario ordine ed eleganza, mescolando magistralmente comicità, mistero, azione, magia e un pizzico di erotismo. Un ruolo non secondario lo svolge il colore, assente nella precedente edizione integrale pubblicata da Rizzoli-Lizard nel 2017, con un effetto complessivo molto gradevole che ricorda le tavole di Moebius de L’Incal e della serie Il mondo di Edena.
La nota negativa del volume è il materiale a corredo del fumetto: non pervenuto. Nessuna introduzione, nessuna presentazione né prefazione, contrariamente agli altri volumi dedicati al maestro istriano. Solo una surreale intervista a Tiziano Sclavi con una serie di domande predefinite che non tengono conto delle risposte già date e che fanno trasparire irritazione da parte dell’intervistato, costretto a ripetere più volte, per esempio, che non ha portato niente di Roy Mann in Dylan Dog, dato che l’indagatore dell’incubo è arrivato molti anni prima. Peccato per questa mancanza, perché per qualità grafica e cartacea l’edizione della NPE si presenta invece davvero molto bene, a cominciare dalla splendida copertina.