Sara Reginella / Dalla frontiera del Donbass

Sara Reginella, Il fronte degli invisibili, Exòrma Edizioni, pp. 264, euro 16,90 stampa

Quando i notiziari parlano del conflitto tra Russia e Ucraina partono dal 2022, l’anno in cui Putin ha ordinato l’inizio dell’occupazione. Ma Sara Reginella, psicoterapeuta, regista e inviata di guerra, aveva esordito mesi prima., nel giugno del 2021, pubblicando un romanzo-reportage, La guerra fantasma nel cuore dell’Europa, che parlava di come i civili vivessero in Donbass e Donetsk. La popolazione, in maggioranza di lingua russa, veniva vessata dal governo ucraino in diversi modi: discriminati sul lavoro, venivano obbligati a parlare ucraino nei luoghi pubblici, con tagli alle pensioni e di materie prime che rendevano la loro vita molto complicata e colpiti anche dai bombardamenti delle truppe di Kiev. Dopo il colpo di stato del 2014 le cose, quindi, sono cambiare radicalmente considerando anche che più di venti partiti dell’opposizione sono stati dichiarati fuori legge. Ma i media occidentali queste cose le hanno ignorate, puntando il dito verso la Russa e la sua politica espansionistica. Ma dopo aver aiutato le popolazioni rifornendole di beni essenziali e reintroducendo le pensioni, la Russia si è sentita minacciata dall’espansionismo della Nato. Nessuno può negare che l’Occidente, dopo la caduta del muro di Berlino, avesse assicurato che non si sarebbe espansa verso est. Cosa che la storia contraddice senza alcun dubbio.

E Nel fronte degli invisibili, scritto anch’esso in stile reportage, Reginella ci porta negli stessi luoghi che aveva visitato precedentemente incontrando nuove persone e vecchi amici. Il contrasto con le notizie che passano per TV e radio sono stridenti: la maggior parte della popolazione è contenta del ritorno dei russi perché la loro presenza garantisce una vita più dignitosa. Non più vittime di discriminazioni, la certezza di avere a disposizioni beni primari, la solidarietà e il sentirsi parte di una comunità, cose che avevano perso da anni. Qualcuno, sicuramente, parlerà di una propaganda pro-Putin, ma le cose non stanno così. Reginella intervista, filma, incontra, conosce, osserva e racconta. I punti di vista non sono mai completamente oggettivi, e questo vale soprattutto per il punto di vista della Nato che nasconde le sue mire di espansione e di controllo dell’intero pianeta soprattutto a livello economico. Da anni è l’economia il vero potere politico, un capitalismo che vuole allargare sempre di più i suoi tentacoli.

La scrittrice anconetana usa uno stile scorrevole e piacevole raccontandoci drammi di figli persi e padri scomparsi, senza la necessità di dare spettacolo, senza sensazionalisti. Azzeccata anche la scelta di inserire piccoli capitoli sulla guerra tra Israele e palestinesi dove, da decenni, si consumano azioni esecrabili che sono fatte passare sotto silenzio. Ma anche in questo caso, il punto di vista dei media occidentali, a parte qualche rara eccezione, è completamente di parte. E di voci dissonanti come quella di Reginella ne abbiamo estremamente bisogno.