Ned West è un giovane ragazzo che vive in simbiosi con la natura più pura e la fauna più selvaggia. La guerra è arrivata in Australia a prendersi i suoi due fratelli maggiori, così Ned trascorre quell’estate nel frutteto di famiglia, Limberlost, con suo padre e sua sorella Maggie. Quella è l’estate dove i suoi sogni prenderanno forme reali e davanti a Ned si aprirà un abisso – l’entrata nella vita adulta.
Finalista al Dylan Thomas Prize 2023, Ned e la balena è il terzo romanzo dell’autore australiano Robbie Arnott e il primo a essere pubblicato in Italia. È proprio così che si apre il romanzo ed è questo ricordo ad accompagnare Ned mentre cresce, mentre matura, mentre invecchia: l’incontro con la balena – una balena ritenuta impazzita, responsabile del terrore che si rumoreggia causi nelle imbarcazioni alla bocca del fiume. Una balena che, poi, impazzita non è – ma che pianta nel cuore del ragazzo il seme di un sogno.
Ned cerca di affrontare quell’estate e l’imperversare della guerra attorno alla sua isola come meglio può. Va a caccia, vende le pelli di coniglio, conserva i risparmi con cura e sogna di guadare il fiume con la sua barca – una barca che riuscirà ad avere e a guadagnarsi, costi quel che costi. Ned custodisce gelosamente quel sogno, è il motore della sua quotidianità, un fuoco che tiene acceso per non pensare ai suoi fratelli e alle notizie scarse che arrivano. È una felicità pura e incontaminata quella che lo pervade quando si trova tra le mani la barca fatta di oro verde – che ha un valore al di là di quello materiale, ma fatto di perseveranza, di fatica, di camminate all’alba, di trattative. Il romanzo è, nel suo nucleo più profondo, una storia di formazione. Proprio così Ned cresce, in quell’estate ancora giovane ma già proiettata in avanti: i sogni si realizzano, i sogni a volte deludono, i sogni evaporano, i sogni si trasformano, un “sentimento di immensità” nuovo crescerà dentro di lui, l’immensità del vedere la sua famiglia riunita, di un tutto che torna intero.
La natura incontaminata si intrufola efficacemente tra le pagine del romanzo, facendoci respirare assieme a Ned. La natura calma gli animi e le foreste tranquillizzano: regolano la pressione del sangue e dello sconforto, fanno apparire la fatica sotto una luce diversa. Così il ragazzo, quando si sente intrappolato tra la voglia di immergersi nel corso del fiume e la necessità di aiutare la famiglia, si lascia trasportare nel polmone verde del suo mondo – lì crescere diventa più facile, più leggero. Il fiume diventa il luogo paradisiaco in cui tutto acquista un senso, dove Ned sogna di lasciar andare tutte le sue preoccupazioni e difficoltà. La natura è lo specchio del nostro essere, dove si riflettono i nostri istinti, aiutandoci a crescere.
Inciampare fa parte del percorso – Ned lo impara anche attraverso gli animali che lo circondano. Quando un quoll finisce nella sua gabbia per catturare conigli, lui decide di prendersene cura, anche se l’animale non è molto contento di trovarsi lontano dal suo habitat: è feroce, nonché ferito e in preda alla rabbia di non poter uscire. Ned lo accudisce come può, fino a salvargli la vita e a rimetterlo in sesto. Così come ripenserà spesso alla balena nel fiume, così il ricordo del quoll non lascerà la sua mente – quello che facciamo spesso ci avvicina anche alle altre persone, e così accade. È il quoll che pone le fondamenta nel legame tra Ned e la sua futura moglie, un altro legame che si porterà stretto per tutta la vita e al quale vorrà sempre far ritorno. La famiglia rimane al centro della sua vita mentre matura: la bussola, anche quando viaggia per lavoro, rimangono la moglie e le figlie. Così come sognava di vedere a riva i suoi fratelli mentre lui navigava con la sua barca, così la famiglia che si è creato rimane una riva a cui tornare – come ha sempre voluto. Forse i sogni si realizzano, alla fine.