Chi avesse già letto James Ellroy, uno dei Maestri della scena crime letteraria mondiale, troverà ulteriori conferme delle qualità che hanno reso famoso lo scrittore statunitense. Chi non lo avesse ancora letto, avrà l’occasione di entrare nella sua narrativa senza dover affrontare uno dei suoi tanti romanzi di un migliaio di pagine. Invece, in questo sottile volume, Ellroy si cimenta in due reportage, una forma a lui meno usuale, di casi di cronaca avvenuti negli anni Sessanta a New York e negli anni Settanta a Los Angeles.
La data del primo omicidio è il 28 agosto del 1963, il giorno in cui a Washington, al termine della marcia dei diritti civili, Martin Luther King tenne uno dei suoi discorsi più famosi. In una Manhattan semi deserta, molti degli abitanti avevano partecipato alla marcia di Washington, invece si consumava l’orribile delitto di due giovani donne: il “Career Girls Murders”. Janice ed Emily, ventuno anni la prima e ventitré la seconda, provenivano da famiglie benestanti ed erano donne in carriera. Janice lavorava per un settimanale come Newsweek, mentre Emily attendeva di cominciare a insegnare in autunno. Ed è proprio perché le due ragazze avevano prospettive certe per il futuro che si scatena nei detective l’ossessione di risolvere il caso e catturare il responsabile nel più breve tempo possibile. Soprattutto per Janice, trovata supina e sventrata, vittima della furia omicida più efferata. La fretta e la pressione dell’opinione pubblica – non era certo come se avessero trovato due homeless nello stesso stato in mezzo alla strada –, condizionano le indagini a tal punto che viene sospettato e interrogato un ragazzo nero la cui unica colpa era quella di trovarsi nel posto sbagliato al momento sbagliato. La falsa convinzione dei detective li porta a non considerare altre piste e a far confessare, con la violenza, il ragazzo, sospettato ideale perché nero e senza lavoro. Ellroy ci offre un quadro della società statunitense dell’epoca non troppo diversa dall’attuale, dove il pregiudizio, la cotta collettiva dei detective e dell’opinione pubblica per due ragazze perbene orrendamente trucidate e i metodi mai troppo ortodossi della polizia creano le condizioni per commettere una grave ingiustizia.
Il 12 febbraio 1976, invece, è la volta di Sal Mineo, attore omosessuale che ha fatto da spalla a James Dean in Gioventù bruciata, a essere ucciso in strada a pochi passi da casa. Con il suo stile ossessivo e freddo, costruito di molte frasi costruite con soggetto, verbo, complemento oggetto e punto, Ellroy ci conduce in un’America razzista, omofoba e sessista, dove le indagini sembrano più puntate sul passato scandaloso della vittima che sulla ricerca del vero colpevole. Vengono divulgati particolari scabrosi e individuate le tante frequentazioni ambigue della vittima, un uomo che non si è mai curato del giudizio della gente, come a voler, in qualche modo, giustificare il suo assassinio.
In Cronaca Nera, le cui le voci narranti sono i responsabili delle indagini, lo scrittore statunitense attinge a materiali di archivio, rapporti di polizia e articoli di giornali dell’epoca per formare un quadro completo sia dei fatti criminosi sia di tutto il contesto dell’epoca. Due racconti duri e taglienti, dove Ellroy, come suo solito, non risparmia particolari brutali e crudeli e usa il suo stile freddo e affilato per sezionare implacabilmente il marcio che ci circonda.