Se l’obiettivo di un thriller è tenere incollato alle pagine il lettore, Io ricordo tutto lo raggiunge in pieno. Oltre a questo, affronta argomenti etici contemporanei e scava nella psiche dei personaggi con eleganza e semplicità, affondando il coltello in ferite sociali e personali che portano a riflessioni individuali. Anche se con qualche limite, il romanzo scorre veloce e omogeneo, senza pause, con uno stile sobrio e senza esibizioni, il metodo migliore per un testo che vuole essere soprattutto di intrattenimento.
Il protagonista di questa medical story è Ernesto Ferrari, un famoso neuroscienziato che ha lasciato a metà la sua promettente ricerca per guarire le persone dall’Alzheimer. È un ipermnesico, un uomo dalla memoria prodigiosa che ricorda tutto con estrema precisione, e i progressi dei suoi studi sui topi si fermano quando perde l’unica donna che abbia mai amato, Attilia. Non sopporta il fatto di non aver potuto salvare la persona a cui teneva di più, forse l’unica, e perde ogni interesse per la vita e la ricerca. Dopo aver passato un lungo periodo di profonda depressione, viene chiamato da una lussuosa casa di riposo a Firenze, Villa Paradiso, che accoglie anziani malati di demenza, per fare il risk manager, una figura che ha il compito di svelare eventuali errori commessi dal personale medico e infermieristico.
Ferrari si accorge subito che c’è qualcosa che non quadra. Soprattutto riguardo alcune recentissime morti sospette di ospiti avvenute subito dopo che sembravano essere guariti miracolosamente da una malattia incurabile e aver ripreso una vita normale, proprio come le cavie ai tempi dei suoi esperimenti. Niente è come sembra e il neuroscienziato, che comincia a sospettare che la ragione per cui sia stato chiamato non sia fare il supervisore, è inviso dal personale della struttura che teme che le sue azioni possano mettere in discussione il loro ruolo o addirittura far chiudere Villa Paradiso. Ferrari decide di denunciare alla polizia i fatti, e l’arrivo del commissario Sara Grassi e dei suoi collaboratori fa venire a galla le responsabilità dei fratelli Realacci, i proprietari di Villa Paradiso. E non saranno gli unici: pagina dopo pagina il lettore scoprirà intrighi e macchinazioni che chiariranno i ruoli di tutti i personaggi.
Ci sono, però, un paio di cose che mi hanno lasciato perplesso. La prima sono i dialoghi, che a volte risultano farraginosi e un po’ banali e l’altra è l’ultimo capitolo di cui secondo me si sarebbe potuto benissimo fare a meno, nel senso che spiega cose superflue o già note al lettore, un eccesso di zelo che stona all’interno un romanzo comunque interessante e godibile. Pierdante Piccioni, nel 2013 ha subito un grave incidente che gli ha causato il coma e, al suo risveglio, una grave perdita della memoria. Alla sua esperienza si è ispirata la serie televisiva Doc – Nelle tue mani.