Pedro Peña ci ricorda che il Sudamerica esiste ancora

Pedro Peña, Ormai nessuno vive più in certi luoghi, tr. Elisa Tramontin, dei Merangoli, pp, 134, euro 13.00 stampa
Pedro Peña, La notte che non si ripete, tr. Elisa Tramontin, dei Merangoli, pp. 142, euro 13.00 stampa

La cultura sudamericana e il genere noir si incontrano felicemente nelle pagine dei libri di Pedro Peña. Un autore uruguaiano, scrittore e professore di letteratura, poco meno che cinquantenne – in Italia sconosciuto ai più, editori compresi – che approda nelle nostre librerie grazie al coraggio e all’intuito di una piccola casa editrice romana, dei Merangoli, che recentemente ha pubblicato due opere di questo scrittore.

Il piacere e l’interesse che si provano nella lettura dei libri di Peña, pluripremiato in patria, sono legati moltissimo alla realtà sudamericana, uruguaiana in particolare, che nel tempo è profondamente cambiata in direzione di un triste declino. Ormai rischiamo di aver dimenticato il Sudamerica, se non per qualche calciatore assoldato dalle squadre europee. Eppure a quelle latitudini sono accadute vicende che ci hanno sempre riguardato da vicino, dalla letteratura alla politica – si pensi al Golpe contro il governo Allende –, fino ai modelli criminali che hanno ispirato anche i nostri scrittori.

La realtà, si diceva. Ma la realtà senza aggettivi, non il “realismo magico” di Isabel Allende. La realtà è il tratto caratterizzante delle pagine di libri che raccontano di scenari di violenza e di corruzione come in Ormai nessuno vive più in certi luoghi. Violenza e corruzione tanto più inquietanti perché si realizzano all’interno di paesaggi rurali dimenticati da Dio e dagli uomini. Come in un western vecchio stampo. Come in un road movie americano.

Ci troviamo nei paraggi del Rio della Plata. E chi investiga, in questo contesto, è Augustin Flores, un semplice, pigro e apparentemente ingenuo giornalista che, come spesso accade nelle strutture narrative del noir, cerca qualcosa in una certa direzione e trova qualcos’altro, di molto più terribile e minaccioso. La stessa inquietudine che si respira in questo romanzo la ritroviamo, accentuata, nel secondo noir: La notte che non si ripete.

Mentre il primo libro è il numero uno di una quadrilogia che ha sempre come protagonista il giornalista Augustin Flores, il secondo è un libro autonomo da cui è stato tratto anche un film che ha ricevuto diversi riconoscimenti in patria e non solo.

Anche in questo caso Peña conferma il suo talento nel saper ambientare le storie in luoghi particolarmente favorevoli ad “aiutare” le vicende raccontate. Personaggio tra i personaggi, la periferia di San José ospita una serie di eventi che solo apparentemente possono risultare non collegati tra loro. Tutto è poco chiaro. Tutto si svolge nell’opacità di edifici e persone che, aiutati dalla notte, tendono a nascondersi e addirittura a scomparire. Al centro di tutto, come sempre, un pover’uomo, Pablo il Gordo, Pablo il Grasso, che però in questa occasione riesce a manifestare una parte di personalità, sconosciuta forse anche a sé stesso e ad accompagnarci fino alla fine di un libro intenso, incalzante nella narrazione e portatore di situazioni quanto meno inquietanti.