La cultura sudamericana e il genere noir si incontrano felicemente nelle pagine dei libri di Pedro Peña. Un autore uruguaiano, scrittore e professore di letteratura, poco meno che cinquantenne – in Italia sconosciuto ai più, editori compresi – che approda nelle nostre librerie grazie al coraggio e all’intuito di una piccola casa editrice romana, dei Merangoli, che recentemente ha pubblicato due opere di questo scrittore.
Il piacere e l’interesse che si provano nella lettura dei libri di Peña, pluripremiato in patria, sono legati moltissimo alla realtà sudamericana, uruguaiana in particolare, che nel tempo è profondamente cambiata in direzione di un triste declino. Ormai rischiamo di aver dimenticato il Sudamerica, se non per qualche calciatore assoldato dalle squadre europee. Eppure a quelle latitudini sono accadute vicende che ci hanno sempre riguardato da vicino, dalla letteratura alla politica – si pensi al Golpe contro il governo Allende –, fino ai modelli criminali che hanno ispirato anche i nostri scrittori.
La realtà, si diceva. Ma la realtà senza aggettivi, non il “realismo magico” di Isabel Allende. La realtà è il tratto caratterizzante delle pagine di libri che raccontano di scenari di violenza e di corruzione come in Ormai nessuno vive più in certi luoghi. Violenza e corruzione tanto più inquietanti perché si realizzano all’interno di paesaggi rurali dimenticati da Dio e dagli uomini. Come in un western vecchio stampo. Come in un road movie americano.
Ci troviamo nei paraggi del Rio della Plata. E chi investiga, in questo contesto, è Augustin Flores, un semplice, pigro e apparentemente ingenuo giornalista che, come spesso accade nelle strutture narrative del noir, cerca qualcosa in una certa direzione e trova qualcos’altro, di molto più terribile e minaccioso. La stessa inquietudine che si respira in questo romanzo la ritroviamo, accentuata, nel secondo noir: La notte che non si ripete.
Mentre il primo libro è il numero uno di una quadrilogia che ha sempre come protagonista il giornalista Augustin Flores, il secondo è un libro autonomo da cui è stato tratto anche un film che ha ricevuto diversi riconoscimenti in patria e non solo.
Anche in questo caso Peña conferma il suo talento nel saper ambientare le storie in luoghi particolarmente favorevoli ad “aiutare” le vicende raccontate. Personaggio tra i personaggi, la periferia di San José ospita una serie di eventi che solo apparentemente possono risultare non collegati tra loro. Tutto è poco chiaro. Tutto si svolge nell’opacità di edifici e persone che, aiutati dalla notte, tendono a nascondersi e addirittura a scomparire. Al centro di tutto, come sempre, un pover’uomo, Pablo il Gordo, Pablo il Grasso, che però in questa occasione riesce a manifestare una parte di personalità, sconosciuta forse anche a sé stesso e ad accompagnarci fino alla fine di un libro intenso, incalzante nella narrazione e portatore di situazioni quanto meno inquietanti.