Abbiamo seguito l’attività di saggista di Fabrizio Coscia, anche memori dei suoi interessanti esordi come romanziere; e ci è sembrato giusto affidare a lui la scelta dei paragrafi d’autore di questo mese. E la scelta è stata russa, andando a cadere su un maestro assoluto della narrativa breve che era anche un eccezionale drammaturgo: Anton Čechov.
Lui e Anna Sergeevna si amavano come persone molto intime, vicine, come marito e moglie, come teneri amici; sembrava loro che il destino stesso li avesse predestinati l’uno all’altra, e riusciva incomprensibile perché lui fosse ammogliato e lei maritata; erano come due uccelli di passo, maschio e femmina, che fossero stati catturati e costretti a vivere in gabbie separate. Si erano perdonati a vicenda ciò di cui si vergognavano nel loro passato, si perdonavano tutto nel presente e si sentivano entrambi cambiati da questo loro amore. Prima, nei momenti tristi, egli si calmava con ogni sorta di ragionamenti che gli venissero in mente, ora invece era poco incline ai ragionamenti, provava una profonda compassione, voleva essere sincero, tenero…
– Smettila, mia cara, – diceva. – Basta piangere… Adesso parliamo un po’, qualcosa troveremo.
Quindi si consultavano a lungo, parlavano di come liberarsi della necessità di nascondersi, di ingannare, di vivere in città diverse, di non vedersi per lunghi periodi. Come liberarsi di queste insopportabili pastoie?
– Come? Come? – chiedeva lui, prendendosi la testa tra le mani. – Come?
E sembrava che sarebbe bastato ancora poco e la soluzione si sarebbe trovata, e avrebbe avuto allora inizio una vita nuova e meravigliosa; e ad entrambi era chiaro che la fine era ancora molto, molto lontana, e che la parte più complicata e difficile era appena iniziata.
(“La signora col cagnolino” di Anton Čechov, edizioni e/o, tr. Raffaella Belletti)
Fabrizio Coscia (1967) è nato a Napoli, dove vive e insegna. È critico letterario e teatrale, collabora al quotidiano Il Mattino e alla rivista Nuovi Argomenti. Ha pubblicato il romanzo Notte abissina (Avagliano, 2006), la raccolta di saggi narrativi Soli eravamo e altre storie (ad est dell’equatore, 2015) La bellezza che resta (Melville Edizioni, 2017), Dipingere l’invisibile. Sulle tracce di Francis Bacon (Sillabe, 2018) e I sentieri delle Ninfe. Nei dintorni del discorso amoroso (Exòrma). Alcuni testi tratti da Soli eravamo sono stati tradotti in inglese e pubblicati su riviste letterarie internazionali.