L’esordio del commissario Valerio Colasette sul palcoscenico della letteratura italiana contemporanea scaturisce dalle parole di Paolo Nelli, scrittore ormai navigato che dopo molti titoli pubblicati con diversi editori, per la prima volta sceglie la strada del noir. Il terzo giorno è un romanzo che presenta spunti di originalità in un contesto ormai devastato dalle mode e dagli stereotipi.
In Italia, tutti scrivono gialli o noir. Questa sembra essere la cifra prevalente degli autori di ogni età, sesso e di ogni sensibilità culturale. Il noir permette di scandagliare la società in cui viviamo, già marcia e corrotta, permette di utilizzare dei passaggi predefiniti nella struttura narrativa del testo e, soprattutto, sembra avere poco bisogno del nutrimento della letteratura “alta”, ma solo di molta azione, ma il libro di Paolo Nelli riesce a smarcarsi dalla maggior parte di queste trappole letterarie.
L’incipit ci porta in una notte di pioggia che sferza un piccolo paesino brianzolo, Colle Ventoso. Il tempo è quello di un venerdì di Pasqua mentre la scena che ci viene proposta riguarda un condominio in ristrutturazione in cui si trovano i corpi senza vita di Ilde Ardenghi, cinquantenne disabile psichico, Salvatore Cantoni, giovane dissipatore di ricchezze che non possiede, e una sorta di efebo di cui nessuno conosce il nome.
Immancabilmente scattano le indagini. A coordinarle c’è il commissario Valerio Colasette, un “servitore dello stato”, un meridionale che in un paesino del nord si trova in qualche modo confinato. Potrebbe essere la nemesi del carattere e della cultura del sud nei confronti della presunta superiorità del nord. Si, forse lo è. Forse Colasette è un novello Rocco Schiavone, meno astuto e smaliziato del suo collega romano uscito dalla penna di Antonio Manzini, che resite e sopravvive in una dimensione estranea se non ostile.
Ma Colasette è anche un commissario indisciplinato. Ancora in ricordo di Rocco Schiavone, ma soprattutto in ricordo del Commissario Camille Verhoeven dei romanzi di Pierre Lemaitre.
L’indagine fa leva su una sorpresa importantissima: Salvatore Cantoni non è morto. Ha il cranio rotto, ma è ancora vivo, e può essere un testimone fondamentale.
Ma come fa la predisposizione alla disobbedienza e alla irregolarità del commissario a diventare motore creativo dell’indagine? Attraverso il coinvolgimento di tre giovani investigatori. Una donna e due uomini che incarnano ognuno una delle doti necessarie all’investigazione. Rodighiero, cinico e distaccato, ha un fortissimo senso dell’ordine. Garofalo vive il suo impegno in polizia come occasione di riscatto sociale ed è molto ben presente nel ruolo che ricopre. Poi c’è Maddalena Bercalli, donna dalla brillante intelligenza, caratteristica che le conferisce una grande forza seduttiva (specialmente nei confronti del commissario).
L’indagine procede per oltre quattrocento pagine attraverso l’andamento contraddittorio della squadra di investigatori che, come se il destino si vendicasse su Colasette, anche loro manifestano un andamento indisciplinato e inaffidabile.
Ad aggiungere elementi di novità e di sorpresa compare la figura di una giovane donna. Si chiama Irene Iannone ed è l’ex fidanzata dell’unico sopravvissuto, Salvatore Cantoni, detto Tore.
Una volta messi in campo i personaggi che animano la storia, Paolo Nelli si dedica a costruire e ricostruire il tessuto di relazioni che li lega, ed è questa la parte meglio riuscita del romanzo. Il lavoro di indagine su fatti che man mano si rivelano essere sempre più terribili diventa occasione di introspezione psicologica di esseri umani che, in quanto tali, non sono certo esenti da colpe, anche quando si trovano dalla parte della ragione.
Una forza interiore sembra muovere le attività del commissario. Non si tratta di astratto senso del dovere e nemmeno di rabbia, si tratta piuttosto di imperativi morali che risuonano come una forte reprimenda verso una società satolla, cinica e disposta a sacrificare tutto sull’altare del dio denaro.
Lo sfondo è costituito dal dramma della violenza sui minori mentre i tre giorni in cui la storia ha luogo sono quelli di Pasqua. Resurrezione? Sacrificio? Riscatto? Espiazione? Sono le condizioni in cui si trovano i protagonisti della storia, a volte solo sfiorandole, in altri casi vivendole in pieno.
Il lettore, già fortemente coinvolto nel turbinio di cambio di ruoli che caratterizza la parte centrale del romanzo, quella dell’investigazione, può scegliere se fare un passo al lato e lasciare che i personaggi si perdano e si ritrovino in questa fase catartica ovvero rimanere all’interno della storia, personaggio tra i personaggi e compiere il percorso interiore a cui viene continuamente chiamato.