Un’avventura nello spazio profondo, come recita il sottotitolo. Il diario dettagliatissimo di un inseguimento storico lungo sette miliardi di chilometri verso un oggetto sconosciuto colto nella sua vasta orbita intorno al sole. Una cometa, una delle tante che si avvicinano alla nostra stella, e talvolta alla terra, avvistate fin dall’alba dell’uomo e temute portatrici di catastrofi e pestilenze. Tranne la cometa sulla grotta di Betlemme, da tutti adorata e ammirata, ma che probabilmente non era affatto quel che si credeva. Paolo Ferri, fisico teorico, ha lavorato a lungo nel campo delle esplorazioni spaziali, e in questo diario narra l’avventura più incredibile vissuta per venti lunghi anni guidando un puntino insignificante, la sonda Rosetta (tremila chili di strumenti e propellente) dell’Agenzia spaziale europea, verso la cometa 67P/Churyumov-Gerasimenko.
Dopo controlli, difficoltà d’ogni genere e rimandi, il razzo Ariane 5 decollò dalla base di Kourou nella Guyana francese trasportando Rosetta e il piccolo lander Philae. Il viaggio vero e proprio di Rosetta (così chiamata ricordando la stele che permise la decifrazione della scrittura figurativa egiziana) durò poco più di dieci anni, dal marzo 2004 al 12 novembre 2014, quando quel cubotto di due metri di lato con agganciato il piccolo Philae e trentadue metri quadrati di pannelli solari, raggiunse il suo target. Un oggetto cosmico di quattro chilometri, scurissimo e dalla caratteristica forma a paperella (due nuclei congiunti) lanciato verso il Sole a 55000 chilometri orari. Da qui il commento di un partecipante alla missione: “abbiamo inseguito per dieci anni una patata e ora ci ritroviamo con una nocciolina”. Philae si stacca dalla nave madre, raggiunge il suolo di Rosetta, vi rimbalza e infine si posiziona mentre da ogni parte tutto inizia a scuotersi a causa della vicinanza al sole. L’emissione di gas e polveri mettono a dura prova i sistemi elettronici e la meccanica. Ma la missione prosegue, le immagini non hanno uguali.
Quando Paolo Ferri decide di scrivere un libro sul suo lavoro intorno alla missione sono passati molti anni. Da tempo si era reso conto che quel mandato, occupante la maggior parte della sua vita professionale e privata, era stato molto più di una sfida. E meritava di essere tratto dal diario giornaliero e dalla memoria prima che in quest’ultima svanissero dettagli ed emozioni certamente importanti. Dal 1996 nei venti anni successivi molti cambiamenti erano avvenuti nel mondo, e l’Occidente aveva attraversato numerose crisi, prima fra tutte l’attentato alle Twin Towers. Anche lo spazio era cambiato, dopo le crisi di identità delle agenzie spaziali. Ma Ferri e compagni erano sempre lì, in sala controllo, ad affrontare e spesso risolvere problematiche del tutto nuove, inaspettate agli stessi ingegneri e ideatori del progetto, mentre Rosetta percorreva centinaia di milioni di chilometri fra i pianeti del sistema solare, nella fascia degli asteroidi e sorvolando Giove con i suoi satelliti. Accumulando energia e spinta, ogni volta incrementate dalla gravità, in modo da riuscire a inseguire e raggiungere quel minuscolo oggetto originato nella notte dei tempi, quando il sistema solare compiva i suoi primi passi. Tutto questo testimonia l’umanità di uno scienziato che riesce a mettere sullo stesso piano, mentre scrive, le proprie esperienze e quelle dei componenti del team e il calcolo delle manovre da effettuare.
Un tempo così vasto muta le esistenze di molte persone, così come muta le caratteristiche della sonda Rosetta, che invecchia almeno quanto gli esseri umani. A differenza di questi ultimi, l’oggetto tecnologico può essere “ibernato”, posto in una situazione di massimo risparmio energetico, affinché la grande distanza dal sole non ne determini la fine. Gli uomini no, la loro vita cambia, ad altro devono dedicarsi durante il lunghissimo tempo in cui nulla accade, devono affrontare altri lavori e situazioni familiari, in attesa degli appuntamenti programmati in cui Rosetta riceverà nuove istruzioni per continuare il suo balletto fra i pianeti.
Ecco perché Il cacciatore di comete affascina molto più di un semplice romanzo d’invenzione, e perché bisogna essere grati a questo scienziato per essere riuscito a trascrivere il diario con straordinaria dose di particolari. Al lettore sono trasferite le vivide emozioni degli ingegneri e dei tecnici mentre verificano i propri modelli e li vedono realizzati negli schermi della telemetria. Insieme alle moltissime e straordinarie immagini della cometa, riprese dalle camere di Rosetta e Philae a pochissima distanza e addirittura a livello del suolo. Un’eredità scientifica, e umana, ora testimoniata in questo libro e resa pubblica per chi, più giovane, si sentirà spinto verso la stessa passione.
Mentre i due Voyager, le sonde spaziali lanciate nel 1977, proseguono il viaggio nello spazio profondo, oltre i confini del sistema solare dove non esiste più l’influenza della nostra stella, su un minuscolo frammento di roccia un manufatto terrestre continua la sua corsa fra pianeti e asteroidi. Philae incastrato in un dirupo, Rosetta guidato verso la superficie, una volta esaurito il suo compito, funzionando fino alla fine. Ferri oggi ci racconta la grande avventura, descrive tecniche e storie personali, li unisce a miti e leggende mentre ancora fonda ogni giorno lo scenario attuale e futuro dell’esplorazione spaziale.