Quando si pensa a Louisa May Alcott, la memoria va subito a Jo March e alle sue sorelle, le quattro “piccole donne” della quadrilogia composta tra il 1868 e il 1886 e che diede alla sua autrice un successo letterario che non si è ancora spento.
Molti non sanno che, prima di imporsi sulla scena letteraria come scrittrice per ragazzi e scoprire quanto remunerativo potesse essere tale filone, Louisa May cercò una sua strada attraverso la pubblicazione di racconti e romanzi per adulti, alcuni con lo pseudonimo di A.M. Bernard, volutamente ambiguo in un’epoca che ancora non prendeva sul serio le donne scrittrici, mentre altri furono pubblicati con il suo vero nome.
È il caso di Enigmi, un romanzo breve inedito in Italia, uscito in due puntate su un settimanale illustrato nel 1864, anno importante per la scrittrice, in quanto esordì con Mutevoli umori (Bollati Borighieri, 1996), romanzo controverso in cui si racconta la storia di un matrimonio infelice. Siamo molto lontani dalle ambientazioni gioiose e familiari di Piccole donne.
In questi lavori, Alcott diede prova di un’approfondita conoscenza delle tematiche filosofiche, politiche, sociali del suo tempo, così come della letteratura dell’epoca. Non dobbiamo pertanto stupirci di trovare elementi che ricordano i moti carbonari italiani o le atmosfere cupe e misteriose tipiche dei romanzi gotici inglesi, senza trascurare le storie di fantasmi o le “detective stories” che iniziavano ad avere tanto successo in quegli anni grazie soprattutto al genio di Edgar Allan Poe.
“Enigmi” è uno di questi racconti del mistero, definiti “sensazionali” o “a sensazione” per l’ambiguità dei personaggi e i numerosi colpi di scena che si alternano nella trama, fino al finale inaspettato e risolutivo.
Il protagonista di quest’opera è un omaggio al Bartleby melvilliano, a dimostrazione della grande cultura della scrittrice, cresciuta in una famiglia di ampie vedute illuminate ed utopistiche, a contatto con i grandi intellettuali dell’epoca come Ralph Waldo Emerson, Nathaniel Hawthorne, Margaret Fuller, Henry David Thoreau, tutti assidui frequentatori di casa Alcott.
Clyde è un giovane di buona famiglia che, per motivi a noi ignoti, si trova in un momento di grande indigenza. La sorte cambia quando Clyde incontra il signor North, vecchio gentiluomo che ha bisogno di uno scrivano. Un volta assunto, avendo dato prova di serietà e buona volontà, il signor North confida a Clyde il vero motivo del suo ingaggio: farsi assumere da Bernard Noel, un giovane affascinante e incredibilmente colto, che vive con una cugina anziana e che sta scrivendo un misterioso manoscritto sulla politica italiana. Per completare quanto manoscritto, Noel ha bisogno di un segretario che lo aiuti nella trascrizione. Senza dare spiegazioni sulle motivazioni che lo spingono ad agire ma chiedendo fiducia assoluta, il signor North vuole che Clyde gli riferisca tutto ciò che accade nella casa dei Noel. La prospettiva di un’ottima retribuzione spinge Clyde ad accettare questo lavoro da spia, nonostante un certo disagio per un compito così ambiguo. Naturalmente, niente sarà come appare e, dopo una serie di avvenimenti inspiegabili, si arriva al finale, piuttosto amaro per il nostro protagonista, degno di una vera “spy story” dei giorni nostri.
Intrighi, complotti internazionali, travestimenti animano le pagine di questa piccola gemma letteraria, un prezioso esempio del notevole talento di Louisa May Alcott, una scrittrice da riscoprire come ci spiega Daniela Daniele, curatrice e traduttrice di questa edizione di Enigmi e di cui troviamo un interessante analisi alla fine del racconto, che ci aiuta a capire la complessità di questa grande scrittrice, protagonista della tradizione letteraria americana dell’Ottocento.