Douglas Anthony Cooper, Amnesia, tr. Sara Inga, D Editore, pp. 338, euro 14,90 stampa, euro 5,99 ebook
Amnesia è un romanzo prezioso, riscoperto e ripubblicato in Italia da D Editore (la prima edizione italiana era stata di Fanucci nel 2003). La sua data di nascita risale al 1992, quando usciva per la prima volta negli Stati Uniti registrando pareri molto più che favorevoli di critica e pubblico. La mano genitrice appartiene a uno dei più controversi scrittori della sua generazione, canadese d’origine e romano d’adozione Douglas Anthony Cooper, avanguardista già negli anni Novanta per aver realizzato proprio per Amnesia il primissimo booktrailer della storia e classificandosi finalista per il Canada First Novel Award e per il Commonwealth Prize. Insomma, Amnesia vanta già due record importanti per essere un romanzo d’esordio.
L’eclettico Cooper ama sperimentare e dimostra una passione mai celata per i nuovi media, tanto da colonizzare Internet pubblicando a puntate Delirium, il suo secondo romanzo. Quando esce Amnesia, Cooper è nel pieno della collaborazione con un regista di teatro e di danza radicale a Montréal e ciò gli consente di elaborare sequenze di immagini esplosive preferendole a impianti narrativi psicologici tradizionali. “È come – spiega – se ci fosse una relazione tra la mappa di una città e la biografia di un cittadino.“ Per cinque anni scrive e fotografa storie di viaggio per New York Magazine, pubblica saggi e fotografie per Rolling Stone, The New York Times e Wired. Collabora con l’architetto Peter Eisenman ed è indubbio che quest’orgia di stimoli lo investa d’ispirazione influenzando la sua scrittura in maniera sorprendente.
Salta subito all’occhio la domanda regina del romanzo, che spinge il lettore a interrogarsi sul significato e sull’importanza della memoria, sul ruolo che essa svolge nell’espiazione dei propri crimini e nella possibilità di ricordare i propri amori. Puoi amare qualcuno che non ricordi? “Puoi amare qualcuno che non conosci? Se non ricordi qualcuno, questo qualcuno ti si presenterebbe come una persona del tutto sconosciuta”, invita a riflettere Cooper. “Puoi provare un amore spontaneo per qualcuno che entra all’improvviso nella tua vita? I cani possono. Anche i santi possono farlo: i santi semplicemente, amano sempre, indistintamente e universalmente.”
Difficile da inquadrare, un libro immediatamente non accessibile se non dopo svariate riletture, un testo sperimentale che indaga le architetture della mente, un viaggio allucinato e allucinante, un’esperienza vorticosa intorno alla disgregazione dei legami famigliari. Una Toronto onirica e misteriosa, un fascino letale e magnetico che attrae come una bussola il lettore sin dall’incipit. “La mente è come una città. Se riesci a ricordartelo, puoi ricordare qualunque cosa. Freud dimenticò presto anche questo. Ha paragonato la mente alla Città eterna in un breve passaggio per poi liquidare l’analogia come assurda. Non posso dire quanto hanno sofferto i miei amici a causa di quell’uomo.”
Difficoltoso anche rinchiudere nella gabbia di un riassunto la trama di Amnesia. La vicenda ruota intorno a Izzy Darlow che irrompe con la sua storia, i suoi amori (Kate, ragazza affetta da disturbi psichiatrici) e i suoi ricordi – molto spesso dolorosi – nell’ufficio di un anonimo archivista di biblioteca prossimo al matrimonio. Sullo sfondo un’ambientazione surreale e ipnotica, protagonista anch’essa di tutti questi fatti tra buio e luce, tra allucinazioni e accadimenti. Cooper ha costruito un edificio visionario dall’impianto linguistico singolare che lascia piacevolmente smarriti e ammaliati.