Megan Campisi / Fra storia e thriller, l’avventura di una “mangiapeccati”

Megan Campisi, La custode dei peccati, tr. Alessandro Storti, Nord, pp. 393, euro 19,00 stampa, euro 9,99 epub

Siamo nell’Inghilterra del XVI secolo. Sul trono del paese siede Bethany, figlia di Aroldo II e della sua seconda moglie, Alys Bollings, e cresciuta come una figlia dalla sua sesta e ultima consorte, Katryna Parr, l’unica che sia riuscita a sopravvivere al sovrano.
“L’inudibile è ora udibile. I peccati della tua carne diventano i peccati della mia, così che io li possa portare nella tomba in silenzio. Parla. […]
Mangiati i cibi, i tuoi peccati saranno i miei. Li porterò nella tomba in silenzio.”

May è un’adolescente povera e orfana, che per fame ruba del pane. Arrestata, si ritrova in prigione insieme ad altre infelici. Questi sono tempi crudeli, privi di compassione, dove si rischia il patibolo per un nonnulla. Anziché essere condannata a fustigazione, prigione a vita o impiccagione, come succede a tutte, per May la sentenza è peggiore della morte: sarà costretta a un’esistenza di silenzio e solitudine, a cui farà seguito una vita nell’aldilà segnata dai peccati che altri hanno commesso. May è infatti condannata a diventare una “mangiapeccati”, il cui ruolo è essere chiamata al capezzale dei morenti per la confessione. A ogni colpa corrisponde un determinato cibo di cui si nutre la “mangiapeccati” per diventare la custode del peccato commesso e il moribondo può così andare in paradiso in pace. Un ruolo che la maledice, perché portatrice dei peccati del mondo: come Eva che nel Paradiso Terrestre mangiò la mela proibita, diventando così la madre di tutti i peccatori.

Da ora in avanti, May porterà un collare di ottone su cui è incisa la “S” di “sin” (peccato), la stessa lettera che le viene tatuata sulla lingua; non potrà più parlare, tranne che nella formula di rito della confessione e per chiedere i cibi necessari, né altri le rivolgeranno mai la parola, le si avvicineranno, la toccheranno. May viene affidata a una vecchia “mangiapeccati”, e, nonostante l’impossibilità di comunicare, tra loro si stabilisce subito un legame. Il sodalizio, però, dura poco. Quando le due donne vengono chiamate a corte al capezzale di una dama della regina, qualcosa di non richiesto viene consegnato: è un cuore di cervo, simbolo di un delitto particolarmente efferato. L’anziana mangiatrice si rifiuta di ingoiare il cibo per un peccato non confessato e viene arrestata per tradimento. Rimasta sola, May si rende presto conto di essere coinvolta in qualcosa di molto pericoloso, un intrigo volto a nascondere un terribile segreto che coinvolge personaggi potenti e disposti a tutto.

Drammaturga e scrittrice, l’americana Megan Campisi è alla sua prima prova narrativa. La custode dei peccati è un romanzo storico e un thriller dall’intreccio molto appassionante, paragonato da molti critici a romanzi quali Il racconto dell’ancella, di Margaret Atwood, per le sfumature distopiche, e ai racconti della grande letteratura fantastica, come Alice nel paese delle meraviglie. L’autrice si è ispirata a figure realmente esistite (i “mangiapeccati”) nell’Inghilterra rurale fino all’Ottocento, e ha reinventato l’epoca elisabettiana, creando un’ambientazione convincente e realistica, ricca di personaggi intriganti, variando i nomi e adattando le figure storiche alla trama. Ma l’aspetto più riuscito di questo romanzo è la protagonista May, adolescente costretta a crescere in fretta per sopravvivere in un mondo difficile, dove la superstizione è più forte di fede e ragione, e dove basta poco per ritrovarsi imprigionati o uccisi in un angolo buio e sporco della città.

May è coraggiosa, desiderosa di empatia e contatti umani, che ora le sono negati, e ha un forte senso di giustizia, che la porta a fare del suo meglio per cercare di dare un senso all’inutile sacrificio di Ruth, il nome da lei attribuito alla vecchia “mangiapeccati”; accetta il suo destino e si adatta alla nuova condizione, ma senza sottomettersi; anzi, ne trae forza e sfrutta al meglio ciò che il destino le ha riservato. May è sveglia e intelligente; capisce presto che il silenzio a cui è costretta può diventare un’arma preziosa, ed essere una “mangiapeccati” può anche avere lati positivi. Come girare di notte per le strade malfamate della città, sicura che anche i malintenzionati non oseranno mai toccare una “figlia di Eva” maledetta dai peccati del mondo.
 “Mi piace vedere che le persone fanno caso a me, anche se solo perché hanno paura. È pur sempre un cambiamento.”
May è una piccola eroina moderna che entrerà sicuramente nei cuori di tutti i lettori e le lettrici che si immergeranno nelle fantastiche atmosfere di questo incredibile romanzo.