William Butler Yeats (1865-1939) era appassionato di misticismo – lo si comprende benissimo leggendo il nuovo romanzo di Maylis Besserie, scrittrice francese già conosciuta dai lettori del catalogo Voland per il suo precedente romanzo Ultimo atto del signor Beckett. Quest’aura di esoterismo sembra sgorgare dallo spirito di Yeats fino a raggiungere la mortale in carne ed ossa Madeleine. La giovane protagonista arriva ad avere delle visioni di spiriti che complottano tra loro e, in preda ad una confusione più che condivisibile, si chiede se per raggiungere Yeats non debba anche lasciare che il più grande poeta moderno di lingua inglese non la incontri a metà strada.
Il cimitero di Saint-Pancrace a Roquebrune-Cap-Martin, nella regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra in Francia, un giorno di settembre 2015 – anno in cui si è anche celebrato l’anniversario della nascita del poeta irlandese – viene attraversato dalla notizia che molto probabilmente il corpo di Yeats giace ancora lì, dopo essere stato gettato in una fosse comune al momento della morte. Quando la sua terra d’origine, l’Irlanda, nell’ormai lontano 1948 chiese che il poeta potesse tornare a casa, la Francia venne presa dal panico – certo, ammettere che un uomo come Yeats fosse finito in una fosse comune non sarebbe stata un’ottima notizia – e spedì in Irlanda un mosaico di persone diverse. Il poeta, dal canto suo, non appare molto tranquillo lassù tra le nuvole: le sue ultime volontà erano precise – voleva essere sepolto ai piedi del monte Ben Bulben, nel cimitero di Drumcliff, nella città di Sligo, in Irlanda, a lui molto cara.
A noi lettori sembra di muoverci continuamente in punta di piedi tra la vita e la morte, separate da una linea veramente sottile. D’altronde, Madeleine e l’associazione dei Dispersi – coloro che vogliono scoprire la verità sui resti dei loro cari finiti nella fossa comune con Yeats – si muovono tra cimiteri e parlano con figure strettamente legate a persone scomparse; riesce facile, quindi, navigare tra il regno dei vivi e quello dei morti, quasi scivolando dall’uno all’altro come in sogno. Madeleine è quella che più di tutti si trova a inseguire – e ad essere inseguita – dai fantasmi: la madre e la nonna decedute, la zia scomparsa ancora prima di nascere; Yeats stesso, che le appare in visione.
Ma il poeta appare anche a noi lettori, tra le pagine, e ci racconta la sua vita: il suo struggimento e amore incondizionato per Maud Gonne, di cui divenne l’amante ma – infelicemente – nulla di più; il suo profondo legame con l’Irlanda, di cui diventò anche senatore; il suo legame con artisti come Oscar Wilde; il suo infelice matrimonio e le variegate avventure amorose. Nei suoi racconti è palpabile, vivace ed entusiasmante anche – e soprattutto – il suo interesse per la mitologia irlandese: ci parla con entusiasmo di voci celtiche, di druidi, di Shiva, della regina Maeve, di fate e dee varie, di miti che hanno finito per influenzare i suoi scritti.
Colpisce la bellissima scrittura di Besserie nell’intrecciare questo inseguimento mistico, resa sicuramente coinvolgente dall’altrettanto buon lavoro di traduzione di Daniele Petruccioli: una scrittura ricercata, mai banale, che rende omaggio a Yeats in tutto e per. tutto. Chissà, forse nell’aldilà ora starà leggendo anche lui questo singolare romanzo – forse possiamo addirittura sperare in una qualche sua apparizione mistica come a Madeleine. Chissà, noi ce lo auguriamo.