Matthew M. Bartlett / Racconti di Leeds

Matthew M. Bartlett,Varchi sull’Abominio, tr. di Marco Tumiatti, La nuova carne Edizioni, pp. 178, euro 14,00 stampa

Varchi sull’Abominio è una raccolta di 24 short stories, aneddoti, storielle anche di mezza pagina, che Matthew M. Bartlett usa per costruire con poche parole un mondo in cui i suoi migliori incubi horror possono liberamente prendere vita. Alle fondamenta di questo universo narrativo contronatura, ambientato dalle parti di Leeds, Massachusetts, ritroviamo coinvolte a ogni episodio le frequenze di un’empia e incensurata emittente, Radio WXXT. La misteriosa stazione trasmette, senza apparentemente lasciare tracce di sé, da un punto imprecisato della foresta. Questo l’antefatto, mentre osceni rituali e arcani misfatti si animano dal nulla ogni volta che la manopola di una vecchia radio a transistor si sintonizza sulla sua lunghezza d’onda, restituendo suoni senza scampo e infernali resoconti di cronaca nera.

Questo procedimento si mette in moto per gradi e funziona in modo per lo più controintuitivo per il lettore che inutilmente cercherà l’ordine logico della fabula, dispettosamente rovesciato e sovvertito dall’intreccio di una storia molteplice, continuamente frammentata e frantumata fino a mostrare la nudità delle sue ossa. Come in un puzzle squadernato da un clown malevolo, i pezzi restano temporaneamente disaccoppiati, e fini a sé stessi nell’esclusiva intensità del momento diegetico, finché i grumi narrativi prima o poi si agganciano tra loro, in un gioco rivelatore di incastri e di consonanze. Così un ragazzo, dopo aver fatto sogni particolarmente inquietanti, incontra finalmente suo padre biologico quando questi si materializza sul sedile del passeggero, promettendogli la sua eterna protezione infernale. La visita a un chirurgo del cavo orale diventa la premessa di una sinistra sottotrama cominciata proprio nella sala d’aspetto di quel lurido antro professionale. Gli intermezzi intitolati “Uncle Red Reads Today’s News”, richiamandosi alla linea comica da Grand Guignol del libro, riferiscono poi di serafiche breaking news tratte dall’oscura cronaca cittadina, con notizie come: “L’uomo era calvo ed emaciato e ha lasciati dietro di sé una scia di denti e interiora. La prudentissima e modesta Henrietta riporta che l’uomo ha chiesto una tazza di caffè con una vocina ridicola prima di spirare”. E così via.

Come allude già dal titolo, Varchi sull’Abominio vuole anche testimoniare la porosità del nostro vissuto alle infiltrazioni del perturbante e del soprannaturale. Gli ingredienti di un meta-horror in stile anni ’80, a cominciare dallo sfondo di una cittadina della provincia americana con il suo cast sconclusionato di perdenti, in fondo ci sarebbero tutti, solo che Bartlett non è interessato a questo, quanto a rilanciare il lato più feticistico della sua passione verso l’estremo gore più sperimentale, scelta che lo ha impegnato non solo creativamente, spingendolo, tra le altre cose, ad abbracciare anche la scelta dell’autoproduzione editoriale. «Quando postavo le mie storie su “LiveJournal”, tutti mi consigliavano di smettere di metterle online e di provare a scrivere nuovi lavori da pubblicare perché nessun editore avrebbe toccato le storie che erano già state tecnicamente “pubblicate” online. Ma c’era così tanto materiale lì che non potevo semplicemente abbandonarlo (..) Terry Lamsley aveva iniziato a autopubblicarsi, e mi resi conto che anch’io avrei dovuto provarci» (“Heavy Feather Review”, 28 dicembre 2020). Con Varchi sull’Abominio, apparso nel 2014, Bartlett inaugura il micromondo di Leeds, che approfondirà fino a oggi nei lavori successivi.