Come si accompagna l’icona di Maria al Figlio? La fanciulla dolce e la dolente che ha generato, e poi consegnata al cielo dalla terra, creatura più terrestre che mai – e dunque “scelta” nel crocevia irrinunciabile fra Oriente e Occidente. Piero della Francesca è fattore essenziale per noi che guardiamo, meditiamo, e infine ci perdiamo mai acquietati, mentre Maria nella Madonna del Parto (1455-1465) ci offre il proprio “taglio” al centro dei due Angeli imperiosi che invitano “ad aprire gli occhi”: Cacciari guarda la mano destra di Maria custodente il grembo gravido, il cui taglio centrale dato dalla veste slacciata è eloquente almeno quanto il profano Concetto spaziale rosso – Attesa di Lucio Fontana, del 1965.
Per il filosofo, e noi dirimpettai mai paghi, Maria ha tutte le età del mondo, del mondo delle donne, “nelle diverse forme” d’Ella rappresentata, bimba e fanciulla, coetanea del Figlio, inseparabile come nelle figure della Pietà di San Pietro (1497-1499). Un unico nembo, scrive Cacciari, nel cui centro i due nemmeno si sfiorano ma il sonno annulla gravità ed entrambi “si generano l’un l’altro”. Coincidenti, offrono a noi la salvezza dal naufragio, come nella Pietà Rondanini (1552-1564). Genera accoglienza del cielo e della terra, libera dalla contrapposizione, la promessa di Maria che svolterà nell’unione assoluta a cui tutti dobbiamo molto, e tutto, per poi considerarla viaggiatrice del cosmo (ad sidera).
Troppo eloquente nell’arte, e nei pensieri della dimensione umana, perché possa passare là dove molte cose abbiamo cancellato nell’attuale poltiglia epocale. Cacciari enuncia anche in questa Passione secondo Maria quel dardo di sapienza trovato da Roberto Calasso in Sotto gli occhi dell’Agnello: «Non c’è Maria senza il libro».
Nel libro non si sfugge alle sofferenze accolte da Maria, lei testimone delle proprie ascoltando il grido del Cristo e l’alta voce risuonante: dal tuono sul tempio al tuono consegnato dal Novecento ai popoli d’ogni latitudine e longitudine: «Il dolore del parto si fa indicibile allorché diviene e si trasforma in quello per la morte di colui che abbiamo generato». La Pietà è, insieme al pudore, la più alta comprensione della forma assunta dalla Donna: l’icona maggiore ancor oggi può vedersi, non “imagine che tace”. traendo Maria da quaggiù a lassù.