Tutto ha inizio con una signora, bella, elegante e benestante, che si avvia verso l’ingresso della Villa dei Tigli: lussuosa dimora sulle rive del Lago di Garda, nei pressi di Riva del Garda, ultimo avamposto naturale dove crescono ancora gli ulivi, tipica vegetazione mediterranea, ma agli estremi margini di essa. La signora ha con sé il necessario per un soggiorno non breve. Da poco ha perso l’amato fratello Lucio e vive un certo turbinio emotivo. Ormai ha superato i sessanta da diversi anni e non si trova in pace con se stessa. Sono molti i problemi da risolvere e così ha deciso di rivolgersi a uno psicoterapeuta che esercita proprio ai Tigli. Dettaglio non trascurabile: la signora in questione è a sua volta una psicoanalista freudiana di lunga e apprezzata esperienza. Si chiama Matilde. Chi si prenderà cura di lei è il dottor Giacchetti, psicoterapeuta poco indulgente verso la psicoanalisi freudiana.
Messe sul tavolo tutte le carte. Inizia il gioco e prende forma il racconto. Naturalmente si parte dal passato. Da lì si profila la figura di una ragazza di buona famiglia che cresce tra Roma e Milano. Vive una forte irrequietezza, tipica dei giovani della sua generazione, che le fa conoscere la militanza politica, prima in Lotta Continua poi nel Manifesto per poi approdare nel conforto istituzionale del Partito Comunista Italiano. Matilde, inoltre, si dedica all’attività giornalistica. Passerà nelle fila del movimento femminista e approderà alla psicoanalisi non senza essersi prima cimentata con il lavoro di bibliotecaria.
Nel racconto, tutte queste esperienze, ma proprio tutte, sono lette e vissute attraverso la lente del proprio disagio interiore e delle proprie insoddisfazioni. Matilde patisce la debolezza paterna, l’autoritarismo materno e lo scherno del fratello di dodici anni più grande di lei, a cui pure vuole molto bene. Come accade a molte giovani donne, Matilde è bella ma è convinta del contrario. E allora cerca conferme in maschi seduttivi e sfuggenti. Matilde è intelligente e, da un certo momento in poi, si può definire certamente colta. Ma subisce la supponenza di chi la vuol far sentire inadeguata. In ogni condizione lei si trovi si guarda intorno e vede che molta parte di questi mondi non le piace. E allora lo studio della psicoanalisi e la nuova professione sembrano garantirle un rifugio sicuro. Ma così non sarà. Al centro del suo disagio c’è una percezione moralista del termine “seduzione” e vi sono gli uomini che sistematicamente la tradiscono. Primo fra tutti Piero con il quale intrattiene una relazione ormai decennale. Inizia dunque un percorso di elaborazione interiore intorno ai due poli dell’autonomia e della dipendenza affettiva.
Cammina leggera è un libro denso di episodi, valutazioni, ragionamenti assai interessanti: i sogni si alternano a eventi di vita quotidiana, piccoli e grandi. I personaggi si collocano con facilità secondo una chiara gerarchia affettiva. Seduzione, sessualità, desiderio (e rabbia) sono gli ingredienti con cui fare i conti per il proprio processo di liberazione.
Oltre 1600 sedute di psicoanalisi, personale e didattica, non sono state sufficienti. Ma, seguendo il racconto, sembra proprio che non siano stati del tutto inutili se “magicamente” il dottor Giacchetti riesce ad aiutarla così bene a mettere ordine nella sua vita. Accade che anche gli aggettivi usati all’inizio del nostro discorso, frutto dello sguardo di chi si trova all’esterno, diventino consapevolezza e solida forma di maturità. Anche dopo i sessant’anni? Sì.