Manuele Fior è un intellettuale, un artista costantemente alla ricerca di stimoli, capace di incrociare le arti in maniera trasversale per poi convergere in graphic novel che stupiscono per stile e capacità affabulatoria. Lo ha dimostrato negli ultimi vent’anni con un percorso autoriale in costante divenire, sempre sperimentando a livello tecnico e cimentandosi con storie di ampio respiro, che lo hanno reso uno dei disegnatori più apprezzati in Italia e all’estero.
Con alle spalle narrazioni complesse e coerentemente sviluppate come Cinquemila chilometri al secondo, L’intervista e Celestia, Fior ha mostrato una sorprendente capacità di padroneggiare il long form del romanzo a fumetti, passando con incredibile fluidità attraverso mitologia, ucronie, fantascienza, storiografia, romance. Obiettivo: raccontare la sensibilità umana attraverso le infinite sfaccettature della nona arte, riuscendo nella funambolica impresa di restare in equilibrio fra realtà e finzione, leggerezza e profondità. Ecco perché il ritorno in libreria de I giorni della merla rappresenta un’eccellente occasione per (ri)scoprire l’attitudine di Fior alla narrazione breve, talvolta perfino laconica, con storie che solitamente non superano le quattro tavole. Il volume, edito in una nuova edizione cartonata, raccoglie infatti i racconti pubblicati in un arco esteso della carriera di Fior, prevalentemente usciti fra Italia e Francia a cavallo fra il 2007 e il 2023. Dodici frammenti che possono essere letti autonomamente ma che, in alcuni casi, possiedono dei collegamenti interni con i romanzi dell’autore, contribuendo ad ampliare l’immaginario legato ai luoghi e ai personaggi creati da Fior.
Come d’abitudine per l’autore cesenate (ora di base a Venezia), queste folgoranti short stories fanno emergere lo stupore e la rivelazione della condizione umana da momenti drammaticamente ordinari. È il caso di Gita di classe, dove un viaggio di istruzione a Parigi diventa un momento di totale destabilizzazione per un’insegnante, oppure di Mai guardarsi indietro, Matilde, in cui le semplici dinamiche familiari si scontrano con le scelte e l’identità sociale della protagonista. L’attitudine a proporre storie di carattere sci-fi lo si trova in Gare de l’Est e nel racconto che dà il titolo al volume, ma l’elemento irrazionale/fantascientifico è sempre pretesto per scavare nell’animo dei personaggi, nelle loro contraddittorietà e illuminazioni. L’aspetto, però, più interessante e cruciale di questo libro è legato al rapporto coi territori, non solo quelli italiani ma soprattutto europei. Da anni Fior incrocia i suoi fumetti con i cambiamenti sociali del continente (che in Hypericon, del 2022, sono fondamentali), ma proprio in I giorni della merla il legame fra Italia ed Europa è elemento scatenante della narrazione tragicomica di Aiuto! Hilfe!, nella riflessione a voce alta di Come stiamo o nelle ossessioni di Italianità. Storie che per certi versi possono sembrare lontane, nel tempo e nelle dinamiche, ma che raccontano come lo straniamento e un’ironica componente autobiografica possano creare risultati grotteschi e commoventi, umoristici e introspettivi, toccanti e imprevedibili.