È il 1934, Francie ha dodici anni e vive a Harlem. Un tempo la sua famiglia viveva altrove e versava in condizioni migliori. La Grande Depressione ha però cambiato tutto. Trovare un lavoro è diventato sempre più difficile e la famiglia è stata costretta a trasferirsi, ma Francie ricorda tutto questo a malapena, e più che altro lo apprende da racconti di altri: il suo mondo è quello di Harlem, fatto di difficoltà e espedienti.
Il padre di Francie “dà i numeri”, lavora cioè in una lotteria illegale e porta le scommesse dai clienti alle bische. In un saliscendi di speranze e delusioni tutta la famiglia punta, e così i vicini, e il quartiere tutto, giocando numeri che richiamano i piccoli avvenimenti della loro vita, un po’ come nella smorfia napoletana (“Hai sognato un pesce? Giocati il 514”). Le rare vincite si esauriscono, presto fra debiti saldati al negozio di alimentari e arretrati dell’affitto dello scalcinato e freddo appartamento. Ma la famiglia di Francie è amorevole: i genitori spingono i tre figli a continuare gli studi e aiutarsi a vicenda, anche se James Junior non fa altro che marinare e Sterling sembra sempre arrabbiato nonostante i suoi buoni voti. Francie è la più piccola ed è l’unica femmina, e vive una situazione simile ma diversa da quella dei fratelli: oltre alla comune esposizione a discriminazione e violenza, si trova a dover gestire negozianti pervertiti, amiche bulle, prostitute amichevoli, e piedi decisamente troppo grandi per una femmina.
Harlem è un mondo complesso, e lo sviluppo di Francie si riflette anche nei sentimenti contrastanti verso un quartiere pieno di miseria e prepotenza, ma anche stracolmo di vita e solidarietà. Fra gli elementi più potenti del romanzo c’è la crescente comprensione da parte di Francie della vita degli adulti e del loro disperato sforzo di mantenere un senso di dignità nel rifiuto a cedere a confini simbolici, che superficialmente possono sembrare ridicoli a fronte della situazione, ma che sono per loro l’ultimo baluardo in un mondo determinato a distruggerli e umiliarli.
L’uso di un narratore bambino, specialmente preadolescente, è un espediente utilizzato da molti autori in quanto consente di vedere il mondo dal punto di vista di un personaggio perfettamente senziente ma allo stesso tempo innocente, permettendo al lettore una nuova esplorazione della società e delle sue assurde aberrazioni come avviene nel celeberrimo Il buio oltre la siepe di Harper Lee. Nella letteratura americana, questa modalità di narrazione è spesso legata alla scoperta della discriminazione razziale e di lotte di classe contaminate da un misto di fattori socio-economico-razziali. Il romanzo di Louise Meriwether viene pubblicato nel 1970, ma si svolge negli anni ’30 nel nord urbano degli Stati Uniti e contiene elementi autobiografici. È interessante notare come nello stesso periodo William Faulkner pubblicasse racconti che ritraevano lo stesso processo ma dal punto di vista complementare dei bambini bianchi nel Sud rurale: Fienile in fiamme o Quel sole della sera ne sono un esempio. L’abolizione della schiavitù, applicata in modo inefficace nel Sud, aveva portato a una situazione sociale che nei fatti non era molto diversa da quella del pre-abolizionismo. Il più abbiente nord, vincitore della guerra civile, annegava nelle contraddizioni socio-razziali. Eppure, è proprio in questa situazione di apparente immobilità che nel 1925 la comunità nera di Harlem comincia il suo Rinascimento, una rinascita delle arti, una riscoperta della propria cultura, una forma di resistenza all’esclusione e all’umiliazione. È questa l’epoca in cui Louise Meriwether è cresciuta a Harlem, come risulta evidente nel ritratto della vitalità del quartiere e delle vite che lo animano, e nelle sensazioni ambigue di orgoglio e vergogna che esso suscita.
Quando papà dava i numeri, suo primo romanzo, è stato riscoperto ed è oggi considerato un nuovo classico. La coscienza delle rovinose conseguenze dell’esclusione culturale spinge Meriwether a scrivere anche racconti per bambini che trattano delle biografie di importanti persone di colore. Con un circolo culturale che includeva autrici come Maya Angelou, una delle più famose poetesse americane, Meriwether, che ha anche pubblicato diversi saggi, è oggi considerata un’autrice importante e da riscoprire.