Alessio Romano, D’amore e baccalà, EDT, pag. 176, euro 8,90 stampa
Allacarta è una collana della casa editrice EDT in cui scrittori contemporanei raccontano viaggi attraverso il cibo e non solo. Perché nei nostri spostamenti, vacanzieri o lavorativi che siano, incontriamo piatti tradizionali e particolari e spesso, nei nostri ricordi, i sapori si mescolano a immagini e abitudini dei luoghi che visitiamo.
Alessio Romano, pescarese classe 1978, già autore di due romanzi, quando la casa editrice torinese gli ha proposto di scrivere un libro per questa collana non ha avuto dubbi sulla scelta del luogo: Lisbona. La capitale portoghese ha un fascino particolarissimo che tutti quelli che la visitano credo possano avvertire: la luce abbacinante, la posizione geografica estrema, l’accoglienza, la solidarietà, la convivenza pacifica tra diverse etnie, la lingua musicale, l’acqua del fiume Tago che si mescola con quella dell’oceano, il Fado, i colori e i sapori le danno un’atmosfera di nobile decadenza.
Viaggio, letteratura e cucina sono i fili conduttori di questo testo, in cui passioni e baccalà, emozioni e sardine s’intrecciano in una storia d’amore classica. L’autore ci fa girare in lungo e in largo: ogni angolo è un quadro d’autore. Le tascas, tipiche osterie spesso a conduzione familiare, ci sorprendono per la qualità e i prezzi ancora economici; dai miradouros, belvedere in centro, si aprono spazi immensi e panorami straordinari sopra case dai colori improbabili. Realtà e leggenda si confondono dando spazio alla visionarietà.
Il Portogallo è il paese che ha dato i natali a scrittori come Pessoa, Saramago e Chaido, e dove ha passato gli ultimi anni della sua vita Antonio Tabucchi. Lisbona è indubbiamente una delle città più in fermento in Europa, attualmente: la netta ripresa economica e un turismo sempre più in espansione, oltre a riforme strutturali, hanno fatto ripartire il paese. Cultura e architettura formano un connubio moderno, gli azulejos, piastrelle colorate dentro e fuori i palazzi, danno riverberi caleidoscopici alla luce delle lunghe giornate portoghesi. Il Fado, con i suoi tristissimi testi, sembra voler esorcizzare non solo le pene d’amore ma tutti i drammi esistenziali. Le scogliere a picco sull’oceano sembrano squarci di natura selvaggia. Il baccalà, cucinato in trecentosessantacinque modi, uno per ogni giorno dell’anno, è l’anima popolare dei portoghesi.
Alessio Romano ci conduce con passo deciso, citando, oltre che letterati, film ambientati a Lisbona (non stupitevi se troverete anche Casablanca, provate a ricordare il finale), Amalia Rodrigues, la regina del Fado, il leggendario tram 28 (è da qui che parte l’avventura) che attraversa i bairros più famosi, i locali più tradizionali, le vie più significative. E c’è Beatriz, bellissima cameriera che il protagonista incontra durante il suo primo pranzo e inseguirà per tutto il viaggio.
Lo stile è scorrevole e ammiccante, la storia congegnata in modo tale da tenere il lettore incollato al testo, il finale riprende tutti i fili non riannodati chiudendo la storia in maniera perfetta. La conoscenza profonda della città consente all’autore di muoversi nella narrazione con padronanza: Romano ama molto Lisbona, e si sente. Questo libro rinnoverà la saudade di chi già ha visitato questo straordinario paese e incuriosirà tutti coloro che non l’hanno ancora conosciuto.