Echi fantasy

Lisa Tuttle, Il profumo dell’incubo, Edizioni Hypnos, tr. Elena Furlan, pag. 336, euro 17,90 stampa, euro 6,99 epub

Lisa Tuttle è nata in Texas nel 1952 ma vive in Scozia ormai da molti anni. Ha esordito in Italia nel 1981 con il romanzo Il pianeta dei venti, scritto con George R. R. Martin e pubblicato per la prima volta dall’editrice Nord. Lo scrittore americano, ideatore de Il trono di spade, era al suo secondo romanzo, lei al primo. La vicenda si svolge in un pianeta dove, sette secoli prima, sono naufragati astronauti i cui discendenti hanno imparato a convivere in un ambiente ostile ed estremo: i forti venti e la bassa gravità del pianeta fanno sì che gli abitanti possano spostarsi usando ali meccaniche. In una società che per certi versi ricorda quella medievale le ali sono lasciate in eredità solo ai maschi primogeniti e sarà Maris, figlia di poveri pescatori poi adottata da Russ, un volatore che non può avere figli, a dare inizio a una rivoluzione, rivendicando una società non classista e non maschilista che dia la possibilità di volare a tutti. Più fantastico che fantascientifico, come del resto la maggior parte della produzione successiva di entrambi gli scrittori, il romanzo è anche un atto di accusa verso una società poco attenta ai diritti delle donne. La Tuttle viene successivamente pubblicata in Italia dopo la metà degli anni Duemila dalla Newton, con due romanzi fantasy dal titolo Il codice delle fate e La maledizione del ramo d’argento.

Ma le prove più convincenti della scrittrice texana sono senza dubbio i racconti weird apparsi fino a qualche tempo fa in Italia solo in qualche antologia tematica, dal 1990 al 2017, ma oggi raccolti – per la precisione tredici scelti dalla stessa autrice – in un volume edito da Hypnos. Non è facile dare una definizione precisa di questo genere, e dire che è un fantasy contaminato da echi fantascientifici, horror e sovrannaturali, risulta forse limitativo. Sta di fatto che la prosa della Tuttle è molto potente ed evocativa, pone il lettore di fronte a situazioni inquietanti e materializza paure individuali spesso inconfessabili. Il profumo dell’incubo quindi non poteva che essere il titolo di questa antologia, e che la paura nasca da una casa diroccata, che la preoccupazione venga alimentata da una soffitta dove una sorella passa la maggior parte del suo tempo, che una convention di fantascienza si trasformi in un appuntamento che metterà in dubbio i fatti accaduti nella sua vita, o che la nascita di una figlia apra squarci di terrore nel tuo intimo più profondo, non è molto importate. Così anche in Sogni nell’armadio, forse il racconto più riuscito, è il senso di minaccia costante che rapirà il lettore e non lo farà sentire tranquillo ma lo renderà assolutamente incapace di fermare la lettura. Perché se cerchiamo di tenere lontani i nostri incubi, il nostro intimo più sgradevole e nascosto, quando qualcuno riesce a materializzare le nostre perversioni, non possiamo fare a meno di restarne affascinati e di cercare, per una volta, di superare quel senso di irreparabilità che ci permette di non lasciarci sopraffare dal male.

Sempre attenta alla condizione femminile, Lisa Tuttle nel 1986 ha pubblicato The encyclopedia of Feminism e nel 1990 ha curato la prima antologia horror tutta al femminile: Non solo col rasoio.

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