“Tutto nel mondo è sesso, tranne il sesso. Il sesso è potere” recitava il celebre aforisma attribuito a Oscar Wilde. La vita di Joan, la protagonista di Animale, il nuovo romanzo di Lisa Taddeo, già autrice del bestseller Tre donne (Mondadori, 2020), ruota attorno al potere, al controllo – esercitato o subìto – e alla violenza scatenata dal sesso. In un crescendo di tensione, di rivelazioni scioccanti e di brutale onestà, la protagonista Joan ripercorre le tappe che, dall’infanzia segnata dalla morte dei genitori e da un abuso mai confessato, l’hanno portata a inseguire Alice, la bellissima e giovane Alice, insegnante di yoga dal corpo perfetto, nel caldo torrido delle colline sopra Los Angeles.
L’evento scatenante ha a che fare, ancora una volta, con il sesso: Joan è seduta al tavolo di un ristorante di Manhattan con l’uomo, sposato, di cui è innamorata, quando entra il suo ex Vic, si avvicina al loro tavolo, estrae una pistola e si spara in bocca. Il gesto di Vic – lo scopriremo lungo tutto il romanzo – non è che l’apoteosi tragica e teatrale di una serie di relazioni tossiche che intrecciano la sua vita a quella di Joan avvinghiando entrambi in una morsa micidiale fatta di ricatti, prevaricazioni, lesioni emotive.
Il motivo per cui Joan decide di seguire Alice nel Canyon ha radici nella sua infanzia interrotta, nel dramma – di cui il lettore verrà messo a conoscenza solo verso la fine del romanzo, ma di cui si avverte la portata catastrofica fin dalle prime pagine – che ha segnato in modo irreversibile il suo modo di approcciarsi agli altri, e in particolare agli uomini. Ogni uomo nella vita di Joan, a partire dal momento della scomparsa del padre e dalla scoperta del vero motivo che ha scatenato l’inferno nella sua famiglia, è vissuto come un mezzo per ottenere qualcosa (denaro, lavoro, sicurezza) attraverso la seduzione, sola arma che sente di possedere e unica modalità di relazione che conosce, fin da piccola: il trauma di cui è stata testimone l’ha resa incapace di concepire relazioni d’affetto o d’amore fini a se stesse, prive di scopi reconditi e in cui il sesso non sia altro che un prezzo da pagare. Da quando ha dieci anni, la vita di Joan è un susseguirsi di violenze a sfondo sessuale, che l’autrice racconta con brutale precisione dissezionando fatti ed emozioni, lasciando emergere quanto sia facile, nella società contemporanea patriarcale e capitalista, scambiare vittima e carnefice, amore e violenza, oblio e convenienza.
Animale è un romanzo duro quanto necessario, capace, attraverso la lente cangiante ma fedele della finzione letteraria, di restituire uno specchio sulla deriva che possono prendere alcune relazioni che nascono e si basano sullo squilibrio determinato dal genere, sull’ereditarietà di comportamenti tossici e abusivi che pesano non solo su chi li vive in prima persona ma che finiscono per gravare sulle generazioni future attraverso azioni e linguaggi lesivi ma superficialmente accettati come normali. E se la fine del romanzo illumina uno spiraglio di speranza sul futuro, il presente è ancora un groviglio di violenze inflitte e subite, in cui, perché un domani di relazioni paritarie tra uomo e donna sia possibile, è bene far chiarezza: da qui l’importanza, ben rappresentata dal romanzo di Taddeo, di una narrazione esplicita che sappia far luce sulla complessità dei rapporti che dietro il velo fumoso del sesso celano – più o meno velatamente – quelli che in realtà sono rapporti, e dimostrazioni, di forza. Animale è, non a caso, colmo di narrazioni nella narrazione, perché da come decidiamo di raccontare lo stesso fatto, dal punto di vista che scegliamo di adottare, dipende molto del giudizio che inizierà a formarsi dentro di noi. Per questo una narrazione lucida e consapevole delle disparità di genere come questa fornita da Taddeo è, oggi, quanto mai urgente.