Crepuscolo degli Idrocarburi

Leonardo Maugeri, Black Twilight, Marsilio, pp. 494, euro 19,00 stampa

Tra i delitti politici più gravi del Novecento – a parte il rapimento e l’uccisione di Aldo Moro da parte delle Brigate Rosse – sicuramente l’assassinio del Premier svedese Olof Palme a Stoccolma nel 1986 è quello che ancora oggi suscita maggiori perplessità e interrogativi sul possibile movente e sui mandanti. L’omicidio Palme all’epoca provocò un grande senso di sgomento nella popolazione svedese e nell’opinione pubblica di tutta Europa. Mai nella storia dell’Europa moderna – l’Europa nata dalle ceneri della Seconda Guerra Mondiale – si era visto l’assassinio di un Primo Ministro di un paese democratico come la Svezia. Le indagini partirono immediatamente e si cercò di individuare la consorteria criminale che aveva osato puntare tanto in alto. Quale gruppo criminale poteva aver concepito e messo in atto l’intento di uccidere il Premier in carica di un paese altamente civilizzato e tollerante come la Svezia? All’epoca si parlò di un traffico di armi internazionale, di una serie di commesse per degli armamenti destinati al Sudafrica dell’Apartheid che il leader socialdemocratico svedese aveva apertamente contrastato, si parlò della P2 di Licio Gelli come terminale e garante di questo coacervo di interessi. Secondo una solida ipotesi investigativa, Olof Palme fu ucciso perché aveva bloccato delle forniture di armi modernissime al Regime sudafricano, che aveva già ottenuto l’atomica con l’aiuto di Israele (vedi la storia dell’Incidente Vela del 1979). Ma già all’indomani del delitto Palme iniziarono i depistaggi: nel corso degli ultimi 34 anni si è voluto costruire una verità di comodo, costruire un killer solitario da dare in pasto all’opinione pubblica. Dapprima fu individuato un certo Ake Victor Gunnarsson, che venne arrestato appena 12 giorni dopo il delitto, ma in seguito prosciolto per insufficienza di prove. Gunnarsson fu ucciso nel 1994 con due colpi di pistola alla testa in North Carolina, dove si era trasferito. Due anni dopo il delitto Palme, nel 1988, fu arrestato Christer Pettersson, un alcolista tossicodipendente che aveva precedenti per omicidio, ma l’anno dopo anche lui fu scarcerato per insufficienza di prove. Nel 2001 addirittura Pettersson confessò a un giornalista di essere davvero lui l’assassino di Palme, ma non fu creduto. Anche Pettersson morì prematuramente, nel 2004, a quanto pare per overdose di stupefacenti. Nel frattempo, negli anni Novanta, le indagini si erano concentrate su un estremista di destra, Stig Engstrom, facente parte di un gruppo svedese che sarebbe stato manovrato dai servizi segreti del Sudafrica per eliminare uno dei più strenui oppositori del Regime dell’Apartheid. Dopo anni e anni di inchieste e di processi, Engstrom si è suicidato nel 2000. Il suicidio di Emgstrom ha portato dopo svariati anni di indagini a una chiusura dell’inchiesta sul delitto Palme, che si è conclusa proprio nel 2020 giungendo alla verità di comodo che Stig Engstrom abbia agito da solo e abbia ucciso Palme perché odiava la sua politica del welfare e il suo pacifismo in politica estera. Ma quello di Engstrom sarà stato un vero suicidio, oppure Engstrom “è stato suicidato” nel più puro stile dei servizi segreti?

Come vedremo, in questa storia di morti strane e premature ce ne sono parecchie…

Ma la verità su questo delitto politico eccellente è forse un’altra, e ci viene rivelata in questo libro, Black Twilight, la storia di una colossale cospirazione del petrolio sotto forma di romanzo, un romanzo ben scritto, con una trama coinvolgente e pieno di personaggi convincenti. L’autore, Leonardo Maugeri, morto nel 2017 a 53 anni, non solo è stato uno dei principali studiosi ed esperti di crisi energetiche che abbiamo avuto in Italia, ma è stato anche per molti anni dirigente dell’ENI e di altre importanti industrie petrolchimiche. Maugeri ha studiato a fondo le varie crisi del petrolio che si sono succedute nel mondo a partire dagli anni Settanta, compresa la famosa crisi dei prezzi del petrolio a seguito della Guerra del Kippur che comportò la cosiddetta Austerity e le famose “domeniche a piedi” del 1973 -74, e ha toccato con mano la “politica del petrolio” quando è stato uno dei dirigenti di punta dell’ENI a fianco di Franco Bernabé. In epoca più recente, nel 2014, si parlò di lui come di un possibile successore di Paolo Scaroni alla guida dell’ENI, ma alla fine la scelta ricadde su Claudio Descalzi. Triste destino, quello del nostro Paese, che scarta sempre i suoi uomini migliori e più preparati quando si tratta di ricoprire posti di grande responsabilità “politica” e importanti posizioni di potere. Scegliamo sempre i peggiori.

Maugeri continuò anche negli anni 2000 a studiare i documenti riguardanti le varie crisi energetiche e gli andamenti del prezzo del petrolio: queste crisi colpirono l’Occidente e comportarono notevoli disagi alla popolazione e all’economia in generale, ma provocarono anche degli effetti positivi: la scarsità del petrolio e l’aumento del prezzo del greggio portarono a una riconsiderazione della disponibilità di fonti energetiche alternative, nacquero il concetto di ecologia e di sostenibilità ambientale, che rimangono ancora oggi l’unica possibile via d’uscita dal sistema ideologico del cosiddetto turbo-capitalismo che predica lo sfruttamento illimitato delle risorse, e l’unica strada per salvare il pianeta.

Dunque la scomparsa di Leonardo Maugeri qualche anno fa per una grave malattia è stata una grande perdita per l’Italia: Maugeri conosceva bene il mondo dei petrolieri, un mondo che ha sempre influenzato pesantemente la politica: basti pensare al banchiere David Rockefeller, anche lui morto nel 2017 all’età di 101 anni – figlio del petroliere John Davidson Rockefeller, fondatore di alcune delle più importanti compagnie petrolifere del mondo, compresa la Esso, che fu accusata di essere tra i mandanti dell’attentato a Enrico Mattei (27 Ottobre 1962). David Rockefeller è stato anche tra i fondatori della famigerata Commissione Trilaterale ma, soprattutto, del Gruppo Bilderberg, un club esclusivo di industriali e finanzieri dal quale sono venuti fuori diversi alti dirigenti di importantissime aziende petrolifere, chimiche e petrolchimiche, compresa l’ENI. Ovviamente, nel corso degli anni si è verificato anche il fenomeno inverso, cioè che famosi industriali, dirigenti e finanzieri sono stati contattati dal club e invitati a farne parte… Leggendo Black Twilight, si ricava l’impressione che lo stesso Maugeri abbia partecipato ad alcune delle riunioni del Gruppo Bilderberg, riunioni che nella maggior parte dei casi si sono rivelate, a detta di uno dei personaggi del romanzo, di una noia mortale… Sicuramente Maugeri avrebbe voluto tanto aver partecipato a questa riunione fondativa di Black Twilight, tenutasi a Saltsjobaden, in Svezia, nel Maggio 1973, per poter rivelare – documenti alla mano – la Grande Cospirazione del Petrolio all’opinione pubblica mondiale.

Tra i numerosi meriti del Maugeri studioso, anche quello di aver contribuito a chiarire lo scenario nel quale è maturato l’assassinio di Enrico Mattei. Grazie alle sue indagini su documenti riservati, Maugeri aveva scoperto che pochi giorni prima di morire nell’attentato di Bascapé, Mattei aveva stipulato un accordo con Esso, cioè una delle “Sette Sorelle” che furono accusate di aver pianificato e ordinato il suo assassinio. Perché allora Mattei fu ucciso? Forse perché ormai la macchina dell’attentato si era messa in moto e non si poté fare nulla per fermarla…   All’appassionato di cospirazioni rimane il rimpianto di non poter leggere questo libro esplosivo su Mattei che Maugeri avrebbe potuto scrivere.

Cos’è dunque Black Twilight? Di cosa parla questo avvincente spy thriller in cui non mancano i colpi di scena e una lunga scia di delitti per mettere a tacere pericolosi testimoni e mantenere segreto il piano che avrebbe “drogato” la nostra politica e la nostra economia negli ultimi cinquant’anni? Quanto di vero c’è in questo romanzo, che purtroppo viene pubblicato quando il suo autore è già scomparso, e non può più chiarire alcuni importanti dettagli e soprattutto i veri nomi che si celano dietro i vari personaggi?

Ci sono vite e avvenimenti così incredibili da poter essere raccontate soltanto sotto forma di romanzo. È già accaduto molte volte nella nostra storia recente: basti pensare al romanzo Il segreto (2017) scritto dal giornalista Antonio Ferrari, che presenta una versione del Caso Moro del tutto diversa dalla versione ufficiale. Anche il caso di Black Twilight, di questa vasta cospirazione individuata da Maugeri grazie alla sua attività di studioso e alle sue ricerche, poteva essere raccontato soltanto sotto forma di romanzo, soprattutto perché, secondo Maugeri, la cospirazione sarebbe ancora in corso e alcuni dei suoi ispiratori sono ancora in vita e occupano tuttora importanti posizioni di potere. Si tratta di una cospirazione che mirava a diffondere nell’opinione pubblica occidentale e internazionale, a ondate periodiche, la convinzione che le risorse petrolifere fossero in via di esaurimento, che il petrolio di lì a pochi anni sarebbe finito, in modo da mantenere il prezzo del greggio alle stelle e dunque generare colossali guadagni per la compagnie petrolifere e per i finanzieri che speculavano sui futures. Questa cospirazione è stata alla base di tutte le principali guerre che si sono succedute a partire dagli anni Settanta, soprattutto in Medio Oriente, toccando il culmine nelle due Guerre del Golfo del 1990-91 e del 2003-2011, guerre in cui la lotta per il petrolio è balzata improvvisamente alla ribalta come il vero motivo scatenante. Il prezzo “drogato” del petrolio ha avuto come conseguenza la grande corsa allo sfruttamento dei grandi giacimenti di shale oil e di shale gas in Europa e in America, con tecniche di perforazione che hanno provocato dei veri e propri disastri per quanto riguarda l’inquinamento delle falde acquifere, per non parlare poi della famigerata tecnica dell’air gun che sta devastando i nostri mari e che ha spesso contribuito alla perdita di orientamento di balene, delfini e altre specie marine.

Eppure Black Twilight ebbe indubbiamente anche degli effetti positivi: già all’epoca, a causa dell’impennata del prezzo del petrolio, si cominciò a pensare a forme di mobilità alternative alla classica automobile a benzina, si cominciò a pensare seriamente a delle energie alternative da utilizzare al posto dell’oro nero, si cominciò a elaborare un  nuovo modello di sviluppo per l’industria e l’economia, e  l’aumento dei prezzi del greggio al barile e dunque del carburante fu un elemento decisivo per questo cambiamento di prospettiva. Qualcuno capì che finché ci fosse stata la possibilità con pochi dollari di circolare per centinaia di chilometri, nessuno avrebbe mai rinunciato all’automobile, e dunque che un sostanzioso aumento del prezzo della benzina era necessario per ottenere una diminuzione dell’inquinamento… Qualcun altro pensò di poter risolvere la questione della dipendenza energetica dai paesi arabi produttori di petrolio tramite un massiccio incremento delle centrali nucleari, ma l’incidente  di Chernobyl, del 26 Aprile 1986, gli altissimi costi di smaltimento delle centrali nucleari e di stoccaggio del combustibile esausto, oltre alla nascita di un forte movimento antinucleare negli anni successivi, portò a un serio ripensamento di questa scelta.

Maugeri è dunque un convinto sostenitore dell’ipotesi che la grave crisi petrolifera del 1973-74 sia stata una crisi pilotata da chi voleva che il prezzo del petrolio crescesse in modo esponenziale (basta guardare un grafico sull’andamento dei prezzi dell’epoca per rendersene conto) e rimanesse per un lungo periodo di tempo al di sopra dei 30 e successivamente addirittura dei 40 dollari al barile, che le guerre che si sono succedute a partire dal 1973 in Medio Oriente siano state tutte pilotate e indotte dai petrolieri, per tutelare gli interessi dei petrolieri stessi. Tutto ciò in perfetta sintonia con il grande cartello dei paesi del Terzo Mondo produttori di petrolio, cioè l’OPEC, che mirava a far salire il prezzo del petrolio per realizzare maggiori profitti e per continuare a ricattare l’Occidente. Eppure, paradossalmente, il prezzo così alto del greggio ha reso economicamente conveniente estrarre il petrolio da altri giacimenti che presentavano una minore resa, contribuendo a rendere alcune nazioni (tra cui gli stessi Stati Uniti) meno dipendenti dai Paesi Arabi…  Inoltre Maugeri è convinto che l’omicidio di Olof Palme, che partecipò alla riunione fondativa di Black Twilight insieme all’allora Direttore della CIA William Colby (l’uomo di Gladio in Svezia e in Italia, morto anche lui nel 1996 per un malore durante una gita in canoa nelle gelide acque del fiume Potomac), sia opera di Black Twilight. Palme, Colby, e un non meglio identificato futuro vicepresidente degli Stati Uniti (non è difficile scoprire chi è, basta andare a vedere quali sono stati i vice-presidenti degli Stati Uniti legati alle lobbies dei petrolieri), parteciparono a quella riunione del Gruppo Bilderberg in Svezia nel Maggio 1973 che segnò la nascita della Grande Cospirazione del Petrolio. La cosa incredibile e inquietante al tempo stesso è che, secondo Maugeri, il mondo di oggi è governato dalla stessa logica di cinquant’anni fa: la Grande Cospirazione di Black Twilight sarebbe ancora in corso e sarebbe ancora oggi responsabile di una politica energetica dissennata e produttrice dei venti di guerra che continuano a spirare impetuosi nel Golfo Persico, questa volta tra gli USA e l’Iran. Non solo: ci sarebbero ancora in giro per il mondo vecchi agenti operativi, soprattutto della CIA e della NSA, coinvolti in Black Twilight, che hanno continuato in questi anni a eliminare tutti coloro che rappresentavano dei testimoni scomodi di questi accordi segreti mirati a garantire un prezzo del petrolio al di sopra del normale. C’è voluto il Coronavirus, con il suo lockdown forzato a livello mondiale, per far scender il prezzo del petrolio e della benzina…

Questo è lo scenario geopolitico estremamente complesso entro il quale si muovono i personaggi del romanzo di Maugeri, che giustamente si conclude accennando a un possibile scontro tra gli Stati Uniti e l’Iran, che potrebbe sfociare nella Terza Guerra Mondiale. Ancora una volta, una guerra fortemente voluta per il petrolio, una guerra che potrebbe portare all’ennesima impennata dei prezzi del petrolio. Eppure, che ci fosse qualcosa di strano nello scontro tra gli Stati Uniti e l’Iran, lo si era già capito: uno dei grandi misteri della politica internazionale è il motivo per cui gli USA continuano ad accanirsi contro uno stato sciita, la cui pericolosità in termini di attentati è di molto inferiore rispetto allo Stato Islamico. Molto più comprensibile è l’atteggiamento dell’Iran, la cui gerarchia politico-religiosa ha bisogno di agitare lo spauracchio del Grande Satana statunitense per mantenersi al potere. Eppure l’Iran è a tutt’oggi uno dei più strenui oppositori del fondamentalismo sunnita, questo sì pericolosissimo, di Al Qaeda e dell’ISIS, alimentato dai sostanziosi finanziamenti provenienti dal Regime della famiglia Saud in Arabia Saudita, grandi amici e alleati da più di ottant’anni dei grandi petrolieri americani. Ricordiamo inoltre che la maggior parte degli attentatori dell’11 Settembre erano di origine saudita: come mai gli Stati Uniti, invece di attaccare l’Arabia Saudita per rappresaglia, hanno attaccato l’Iraq di Saddam Hussein, che con l’attentato alle Torri Gemelle non c’entrava niente? Se si prescinde dalla questione petrolifera, dalla necessità di mettere le mani sui giacimenti dell’Iraq e di garantire la circolazione del petrolio nello Stretto di Hormuz, la guerra USA-Iraq e la contesa tra gli Stati Uniti e l’Iran non hanno alcun senso.

I complottisti spesso esagerano con le loro ipotesi fantasiose, ma nel caso delle cospirazioni geopolitiche connesse all’estrazione del gas e del petrolio, si può tranquillamente affermare che complottisti non lo si è mai abbastanza… Ancora oggi ci sono alcuni vecchi ispiratori e vecchi operativi di Black Twilight che aspettano soltanto che si verifichi un minimo incidente nel Golfo di Hormuz, seguendo una tecnica già sperimentata nel Golfo del Tonchino, per scatenare una nuova guerra contro l’Iran che porterà a un ennesimo rialzo del prezzo del petrolio e a sostanziose commesse per nuove armi…

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