Il Post, quotidiano on-line diretto da Luca Sofri, in collaborazione con la casa editrice Iperborea – nota soprattutto per aver reso accessibili in Italia le letterature scandinave – ha varato da pochi mesi un’interessante collana: Cose spiegate bene. Una serie di guide monografiche riccamente illustrate e dalla grafica vivace, che ospitano saggi e contributi giornalistici o narrativi di più autori, selezionati fra i più competenti riguardo al tema trattato. Lo scopo è, come preannuncia l’intestazione, spiegare in modo chiaro e preciso, approfondendolo e affrontandolo da molti punti di vista, un problema o un argomento significativo. Tre per ora le uscite: A proposito di libri, numero dedicato all’editoria; Questioni di un certo genere, sull’identità sessuale; e infine Le droghe in sostanza.
Quest’ultimo titolo è particolarmente riuscito perché offre un panorama di interventi e di prospettive davvero completo su una serie di temi complessi e controversi. Si parte da un chiarimento sul termine stesso “droga”, non proprio così categorico significando etimologicamente sia “tossico” che “farmaco” e quindi sia “veleno” che “medicina”. Tutte le principali droghe sono nate come farmaci e tutti i medicinali possono produrre effetti tossici: come diceva Paracelso, “Ogni cosa in natura è veleno, dipende dalla dose”. Segue un sintetico ma utile glossario che cataloga le principali “droghe” secondo le tre categorie generali in cui la farmacopea le divide: stimolanti, sedative, psichedeliche. Dall’alcol allo spice, i cannabinoidi sintetici.
Più avanti non viene trascurata la questione cruciale delle dipendenze, legali e illegali con un approfondimento sulla cannabis e sul suo uso anche terapeutico – sostanza che in realtà dipendenza non ne crea ma resta illegale – e uno sulla caffeina – che invece dà dipendenza ma, come alcol e tabacco, è legale: probabilmente la droga più usata al mondo. Esiste poi anche la dipendenza senza droga: gioco d’azzardo, shopping, social network, perfino lo sport, innescano nel cervello umano neurotrasmettitori e meccanismi sinaptici molto vicini a quelli scatenati dalle “sostanze”: una questione di dopamina. Utile a questo punto il chiarimento terminologico della differenza fra addiction e dependence, due cose distinte in inglese, data la presenza o meno della tolleranza fisica, ma che diventano in italiano sempre e solo dipendenza: alcuni propongono di usare dedizione in alternativa.
Si prosegue con le diverse dinamiche del mercato criminale dell’eroina, e la mutazione sociologica della figura del “tossico”. Poi un intervento sulle piante originarie, i cosiddetti “precursori”, da cui derivano le principali droghe e con la spiegazione di cosa esattamente significhi in chimica il verbo “sintetizzare”. Segue un’attenta valutazione della legislazione proibizionista e dell’opportunità di “legalizzare” o “depenalizzare” (che non sono affatto sinonimi come qualcuno pensa) il possesso di sostanze, con la via indicata dal modello coraggioso del Portogallo, il paese europeo che è all’avanguardia in questo campo, avendo spostato le competenze in merito di tossicodipendenza dal Ministero della Giustizia a quello della Salute.
Altri temi affrontati: la diffusione della droga in carcere. Il fumo e il fenomeno recente delle sigarette elettroniche, senza trascurare un curioso viaggio in Svezia dove lo snus, tabagismo da mastico, ci offre prospettive insolite di intossicazione da nicotina. Il problema del doping nello sport e l’uso degli steroidi anabolizzanti. Il consumo di alcol che si evolve e cambia sempre con il mutare dei rapporti sociali. Le luci e le ombre dell’Mdma, meglio noto come Ecstasy. Infine la moda – non suffragata da alcuna prova scientifica seria – del microdosaggio di LSD o di altri enteogeni, assunti settimanalmente in quantità minime, per migliorare l’umore o le prestazioni di un target di consumatori presumibilmente borghesi e fighetti.
Oltre agli articoli giornalistici – come si è visto vari e minuziosi – vanno segnalati i contributi firmati, gran parte dei quali decisamente considerevoli: la profonda riflessione esistenziale e filosofica sull’eroina di Fabio Cantelli Anibaldi, i due approfondimenti sulla psichedelia di Vanni Santoni e di Agnese Codignola e i due pezzi narrativi di Carlo Gabardini e di Laura Tonini. Chiude in bellezza il volume – piacevole e, soprattutto, utile – una veloce ma oculata bibliografia.