Zem Sparak è stanco: è una vita che le cose non vanno come dovrebbero. La sua Grecia in bancarotta è stata venduta alla GoldTex e Atene è stata divisa in zone-status separate da veri e propri confini. Il fallimento della sua nazione è anche il fallimento di Zem. Da giovane e brillante ribelle si opponeva al processo di privatizzazione della nazione, ma ormai si trasformato in un vecchio e amareggiato “cane”, un poliziotto della zona 3. La zona è povera e trascurata, tempestata di piogge acide, senza protezioni né risorse. Così quando gli viene assegnato un cadavere, Zem sa che se non sarà lui a occuparsene è improbabile che lo facciano altri, soprattutto se il cadavere è strano e scomodo, un cadavere aperto e privato di organi, il corpo di uno che girava tra due zone e non apparteneva a nessuna di esse.
Cane 51 è un romanzo decisamente noir, e il noir non è un genere facile. Mentre altri generi letterari si basano su un’ambientazione storica o su alcuni tipi di situazioni, il noir sembra quasi per definizione poggiare su stereotipi: un detective cinico e solitario in conflitto con il mondo, in qualche modo sconfitto dalla vita, con un passato difficile e un vizio sul filo della dipendenza, un uomo schietto e laconico con un brutto rapporto con le donne, spesso a causa di una storia d’amore finita male. Il fatto che sia il genere stesso a fondarsi su stereotipi non protegge però un autore dal rischio insidioso di diventare ripetitivo, di dare al lettore la sensazione di un già letto. Il difficile compito di uno scrittore di noir è quello di riuscire a risultare noir eppure, in qualche modo, nuovo.
Laurent Gaudé lo fa inserendo il suo romanzo in un’ambientazione originale: un futuro decisamente possibile in Grecia. Il colore e il sapore della “nostra” Atene creano una soffusa atmosfera di nostalgia, il passato perduto di Zem Sparak e quello dei nostri viaggi. L’Atene del mondo nel romanzo è invece una città brutale a abbruttita. Svenduta alla multinazionale GoldTex è diventata una città-stato, Magnopoli, in cui la legge è dettata dall’azienda e i cui cittadini-lavoratori vivono nel costante timore di essere licenziati e di conseguenza ritrovarsi estradati, di diventare in un istante disoccupati e apolidi. Le poche differenze fra la realtà del romanzo e l’attuale (per passare da una zona all’altra di Atene ci vuole un permesso) non mascherano le somiglianze di un mondo simile al nostro. Non molto diversamente dalle città odierne, l’Atene di Gaudé è divisa anche geograficamente per classi: una città ordinata e elegante nella zona 2, una discarica sporca e rischiosa nella zona 3. Non molto diversamente dalla nostra realtà, la catastrofe climatica del romanzo colpisce in modo diverso i ricchi e i poveri: protetti dalla loro cupola, i ricchi abitanti della zona 2 possono permettersi di ignorare le torrenziali piogge acide che sconvolgono e distruggono la fatiscente zona 3. Ci vuole davvero poco a notare i paralleli a livello cittadino, nazionale e globale. E quindi si può forse dire che Cane 51 sia un tipico romanzo noir-hard-boiled-metropolitano-mediterraneo-post-apocalittico-ma-non-troppo, che trova nella sua ambientazione un elemento di novità e critica sociale. Gaudé ha scritto alcune pièce teatrali e molti romanzi, vincendo premi prestigiosi come il premio Goncourt, il premio Giono e l’European Book Award.