Quel che il giorno occulta la notte lo rende a noi illuminato, scriveva Baudelaire ai suoi tempi, quando si faceva in quattro perché quei tempi diventassero nostri, nel bene e nel (maggior) male verso cui ci affaccendiamo, proliferando le ombre come merce – “repulsiva e fascinosa”, commentava in epoca più recente Manganelli nel suo accanimento palustre e definitivo. In questa cornice Laura Pérez, fumettista di Valencia, ha sviluppato un racconto – disteso su tavole pittoriche dove i dialoghi sono rari e i colori s’estendono nei toni che nottetempo tutti temono e che invariabilmente finiscono per esserne avviluppati.
Il mistero appartiene alla foresta, le poche abitazioni sono in edifici ai margini della natura, vi si accede varcando il tramonto, rosso e definitivo. La famiglia tratteggiata da Pérez non ha racconti da esibire, ma tanti piccoli momenti in cui arcane presenze emergono dal rigoglio di una natura che sembra nutrirsi del buio insondabile. Passato e presente, la complicità del sogno con la realtà che non impedisce il proprio slacciarsi, rivelano pagina dopo pagina un mondo governato dalle ferree leggi lynchiane: uno stato “naturale” che emerge in tanti fermo immagine dove i pochi animali presenti probabilmente hanno un fine a differenza degli umani per lo più bloccati in attesa del sonno o, viceversa, del risveglio.
Le oscurità invasive talvolta rivelano ambienti spogli, gesti fin troppo tranquilli considerando il silenzio circondante del bosco, i fasci di luce che rischiarano pochi metri quadrati di terreno sotto le rare lampade. Entrare nelle roulotte nel silenzio di un camping deserto è per una ragazza sola l’inizio di un secondo racconto, anche se le storie in questo universo non si possono numerare, né consegnare a eventi lineari. Basti pensare a come il nero per l’autrice dia una ineluttabile e perfetta struttura all’atmosfera e al tempo di Nocturnos: i contatti sono più evocati che reali, il racconto cede alle forme e forse ogni personaggio umano è esso stesso un temerario contenitore dei sogni che emergono dalle cime degli alberi – si stagliano verdastre, contro il cielo nero. La notte è ricca di contrasti. Pérez la svela fino a quando il sole, calmo e terribile, torna a sorgere.