La torre di Babel

Christelle Dabos, Il memoriale di Babel, tr. Alberto Bracci Testasecca, Edizioni e/o, pp 482, euro 16,00 stampa, euro 12,99 epub

Babel è un’arca ideale e cosmopolita in cui vige un ferreo codice di comportamento. L’abbigliamento così come gli orpelli sono un linguaggio a parte che se non rispettato prevede una multa tanto più salata quando più grave è l’infrazione. Su quest’arca vige anche l’Index, un indice di parole che è vietato pronunciare ad alta voce perché relative al vecchio mondo, quello prima della Lacerazione.

Queste regole sono state imposte da LUX, un’istituzione antichissima, un gruppo di mecenati che mettono i propri mezzi al servizio di tutte le produzioni giudicate di pubblica utilità, nulla si muove senza il loro consenso, perfino gli spiriti protettori di Babel, Helena e Polluce non prendono una decisione senza la loro approvazione.

Helena è alla ricerca di studiosi del passato e chi meglio di Ofelia, fuggita in fretta e furia da Anima per cercare Thorn e scoprire tutta la verità su Dio e sull’Altro, può aspirare ad assisterla nel recuperare la storia del Memoriale? È dunque tempo per la giovane attraversaspecchi di sfruttare appieno le sue doti da lettrice e riuscire nella missione di tradurre il misterioso manoscritto in una lingua antica e sconosciuta firmato E. D. prima che una strana serie di omicidi abbia termine con la sua morte.

Colpi di scena, intrighi e sotterfugi non si risparmiano al lettore, che di capitolo in capitolo vive un’avventura con un’ambientazione fantasy riccamente condita di strane creature chiamate trenuccelli, abitanti affetti da gigantismo, dodo che scorrazzano allegramente per la strada, e transcendium e suspensale che permettono di sfidare la forza di gravità. Alla fine ogni domanda avrà la sua risposta come ogni singolo pezzo di un enorme puzzle da completare.

Christelle Dabos ha saputo toccare punti di interesse comune come la religione, la lotta per il potere, la rivoluzione e la libertà per colpire l’attenzione dei lettori più giovani, anche se questa saga (i numeri lo confermano) ha attirato fasce d’età disparate. Forse per l’atmosfera magica, per lo stile disincantato o forse per le relazioni umane ricreate ad hoc con pregi e difetti in cui è facile riconoscersi.

Una trama molto complessa è quello a cui ormai ci ha abituati la giovane autrice, mai banale, senza punti morti o buchi nella narrazione. Stavolta però, un lieve filo politico collega i personaggi e i gesti che compiono perché Babel in fondo altro non è che un’illusione, l’utopia di una società perfetta che funziona come una macchina ben oliata. L’unico scotto da pagare è la privazione del libero pensiero, il ragionamento che provocherebbe altrimenti gesti di ribellione. E che rischierebbe di portare al crollo delle arche tanto annunciato e temuto.

Il quarto capitolo della saga dell’Attraversaspecchi, il volume conclusivo, è in uscita per metà giugno 2020 e i lettori che hanno imparato ad amare Ofelia e le sue imperfezioni già non vedono l’ora di capire dove questa penna francese li porterà. Magari al cospetto di Dio in persona…

Su Pulp Libri altre recensioni deilibri di Christelle Dabos del ciclo l’Attraversaspecchi:

I fidanzati dell’inverno (Edizioni e/o, 2018)

Gli scomparsi di Chiardiluna (Edizioni e/o, 2019)