La rivoluzione dell’umorismo

Francesco Muzzopappa, Dente per dente, Fazi, pp. 218, euro 15,00 stampa, euro 7,99 ebook

Prima di leggere i romanzi di Francesco Muzzopappa, uno qualunque dei tre che hanno finora visto la luce (oltre al presente, sono usciti Una posizione scomoda e Affari di famiglia, entrambi per i tipi di Fazi), dovete assumere un’importante precauzione: non fatelo in luoghi pubblici. O fatelo, ma solo se credete che scoppiare a ridere in mezzo alla gente sia un segnale rivoluzionario.

Ambientato nell’inconsueta cornice di Varese, il nuovo lavoro, Dente per dente, racconta la vicenda di Leonardo, rimasto invalido a seguito di un incidente nel quale ha perso due dita ed è perciò stato assunto d’obbligo nel personale di un museo, vera chicca di tutto il romanzo.

Il Mu.Co. (MUseo d’arte COntemporanea, sta a significare) è uno spazio espositivo dedicato alle croste d’autore. Orribili Dalì, imperdonabili Magritte, inguardabili Duchamp fanno infatti bella (?!) mostra di sé nelle sale della singolare struttura museale dove il nostro, tristemente, ha trovato impiego.

Ma va tutto bene, non preoccupiamoci: nella vita di Leonardo c’è pur sempre Andrea, la sua fidanzata. Cattolica osservante, ligia alle regole, fedele ai dogmi, soprattutto per quanto concerne i rapporti prematrimoniali. Proprio quando Leonardo si decide a chiederle la mano tutto si guasta. Penetrato quatto quatto nella casa dove Andrea vive coi suoi, in quel momento assenti, la sorpresa che vorrebbe farle gli si rivolta contro. A-ha, indovinato: la becca a letto con un altro.

È facile intuire (a questo punto già dal titolo) che Leonardo vorrà vendicarsi e per perseguire i suoi scopi andrà a rompere determinati tabù della fidanzata, infrangendo tutti e dieci i comandamenti. Ciò che invece facile non è, soprattutto se l’autore della storia, una storia che deve far comunque ridere, è di sesso maschile, sta nel trattare un argomento tanto delicato quale quello del tradimento. Il vero tabù, per qualsiasi esponente del cosiddetto sesso forte, è scoprire che la propria donna non solo desidera un altro, ma se lo porta a letto tranquillamente, magari dopo averti sussurrato “ti amo” al telefono.

Ci vuole davvero grande diplomazia con le parole per descrivere questo. Muzzopappa lo fa con una commedia. L’unico modo possibile. Perché ridere delle tragedie, e ridere in generale, è sul serio un atto rivoluzionario. Plasmare le frasi allo scopo di ottenerne un effetto comico è invece qualcosa di complesso e ardito, che solo pochi interpreti, raffinati e sensibili, sanno mettere nero su bianco.

Francesco Muzzopappa sa farlo meravigliosamente.

10 Settembre 2017

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