Più della metà dei racconti di questo volume sono di ottima fattura. Tra gli addetti ai lavori solitamente si parla di antologia riuscita quando almeno il trenta per cento dei racconti è qualitativamente superiore alla media. Deborah Willis, trentottenne canadese, rispolvera la migliore tradizione della narrativa breve e l’accostamento alla sua connazionale Alice Munro, Nobel per la letteratura nel 2013, non è affatto eccessivo. Il buio e altre storie d’amore ha come filo conduttore il sentimento spesso al di fuori delle convenzioni, dalle facce diverse: amore fatto di assenza e di distanza, qualche volta ambiguo e nostalgico perché basato sul non detto, altre ancora su una sensualità inespressa.
La scrittrice canadese ci guida nelle storie vissute delle protagoniste femminili che coprono lo spazio della vita dall’età della formazione fino a quella adulta con uno stile essenziale ed evocativo, senza lasciare niente al caso né dal punto di vista narrativo né da quello psicologico. E l’ambientazione in un paese come il Canada non può che farci incontrare una natura incontaminata e spazi aperti che sembrano essere spesso in contrasto con la natura dei personaggi. Donne introverse e razionali o intraprendenti e istintive che cercano di colmare i vuoti delle loro esistenze rivolgendo il loro amore a uomini che non le comprenderanno mai fino in fondo. E gli animali, specialmente i molti uccelli che compaiono nei racconti, non sembrano essere che una raffigurazione di una natura umana e ambientale estrema.
I primi due racconti, “Il buio” e “La mia ragazza su Marte”, insieme a “Steve&Lauren: tre storie d’amore”, formato appunto da tre racconti con gli stessi protagonisti, che chiude il volume, sono probabilmente i più belli, dove l’orizzonte della narrazione si sposta improvvisamente da una parte a un’altra, offrendo spunti al lettore per riflettere sulle tante sfaccettature dell’amore. Seppure diversissimi tra loro, l’amicizia tra due adolescenti, Jessica e Andrea, che nasce in un campo estivo nel primo racconto, il tentativo di far parte di una spedizione verso Marte di Amber Kivinen, una spacciatrice nel secondo racconto, e tre momenti della vita matrimoniale di Steve e Lauren in diversi momenti della loro esistenza non fanno altro che riportaci ai nostri rapporti, di amicizia o d’amore che siano o sono stati, e farci pensare a cosa e come abbiamo agito.
Ma il racconto che personalmente mi ha colpito di più è “Valuta di scambio”. Alexei, il protagonista maschile, torna a San Pietroburgo per visitare la casa della nonna e scrivere l’epilogo del romanzo che si basa sulla sua biografia. Era partito dall’Unione Sovietica quando ancora la città si chiamava Leningrado, appena dopo aver compiuto diciotto anni e gli amici lo avevano spinto a perdere la verginità con una prostituta di una ventina d’anni più grande di lui. Sono passati ventotto anni e casualmente – forse – il giorno prima in cui ha il volo per rientrare a New York è quello del suo quarantaseiesimo compleanno. Negli Stati Uniti è uno scrittore di successo, al suo sesto romanzo, mentre in una patria che non riconosce è considerato uno straniero, un vero e proprio estraneo. La nonna era una donna forte, che come dice l’autore era sopravvissuta alla guerra e a Stalin, e che con sacrificio era riuscita a comprare i visti per far emigrare Alexei e la sua famiglia negli Stati Uniti mentre lei era rimasta. Per il giorno del suo compleanno, sorprendendo se stesso, ingaggia una prostituta, Svetlana, che è l’esatto opposto di quella con cui aveva consumato il suo primo rapporto: non bella ma calda e accogliente la prima, con una voce morbida e dalla voce gentile, magra e scontrosa Svetlana, con modi scostanti e che parla con lui in inglese come se fosse uno straniero. Le due prostitute sono la cartina al tornasole di una città cambiata, di una società radicalmente diversa, di abitanti che hanno trasformato le loro aspirazioni. Ed è in questo ambiente per lui alieno che porterà a galla verità che aveva tenuto forzatamente dentro di sé e attraverserà tutta una serie di sentimenti che lo destabilizzeranno: l’amore incondizionato per la nonna che traballerà, l’odio per la Russia, la gratitudine verso gli Stati Uniti, il paese che l’ha accolto e celebrato, il sentimento contradditorio verso Svetlana, che lo accompagnerà a casa della nonna che lui non aveva avuto il coraggio di visitare da solo. Affetti intensi e contrastanti compongono lo spettro di sentimenti di un uomo la cui psicologia è resa magistralmente dall’autrice.
Lo stile omogeneo, l’architettura studiata delle storie, la psicologia dei personaggi curata quasi in maniera maniacale, la mancanza di passaggi fini a se stessi rendono la lettura interessante, sia per il gusto di una piacevole evasione che per un eventuale approfondimento di tecnica letteraria. E un plauso anche alle tre traduttrici che hanno saputo mantenere una coesione perfetta dei testi.