“Ma la vita è divertente” dice Pierre. “Non credi? Cioè non come al luna park, ma tu scrivi poesie, le foglie si muovono, ogni tanto si scopa… non è bello?”
La Driftless Area è una zona del Midwest statunitense prodotta dallo scioglimento dei ghiacciai durante l’Era glaciale e dall’erosione che ne è seguita. Una zona di immobilità geografica, piena di sabbia, pietre, argilla, che ben si adatta alle vite immutabili degli abitanti di queste aree sterminate.
The Driftless Area è anche il titolo del romanzo di Tom Drury, scritto una dozzina d’anni fa e appena approdato nelle librerie italiane. Anche Drury, insieme a Kent Haruff, fa parte di quella schiera di talentuosi scrittori americani che ambientano le loro storie nei grandi stati rurali come l’Iowa, nelle cui pianure lo scrittore è nato nel 1956, dove è cresciuto e ha ambientato i suoi romanzi. In realtà, come lo stesso Drury spiega nella nota posta alla fine del libro, l’immobilità che sembra avvolgere questi luoghi, rendendo le persone incapaci di vedere oltre la loro quotidianità essenziale, non c’è. Anzi, questo è un romanzo d’azione, “quasi un thriller”, dichiara, senza voler far storcere il naso agli estimatori del genere. Il protagonista di questa storia, che ha le sfumature di una favola per adulti tra il noir e il soprannaturale, è Pierre Hunter, ventiquattrenne che si ritrova orfano di entrambi i genitori appena finito il college. Nonostante tutto, Pierre è un ragazzo ottimista, convinto che per ogni situazione ci sia sempre una via di fuga, basta avere un po’ di buon senso da saper usare al momento giusto. E a Pierre il buon senso non manca; ma a tutti capita, di tanto in tanto, un errore di valutazione. Ed è proprio ciò che succede a lui, per ben due volte. La prima accade la notte di un ultimo dell’anno quando, ubriaco, si infila nella casa sbagliata. Una bravata innocente, in totale buona fede, come Pierre cerca di spiegare quando, circa un mese dopo, viene portato in tribunale perché accusato di violazione di domicilio.
In un momento di sconforto, per distrarsi da quello che potrebbe trasformarsi in un guaio più serio di quanto si aspettasse, Pierre decide di andare a pattinare sul lago ghiacciato. All’improvviso, il ghiaccio cede e Pierre si ritrova nell’acqua gelida. Il ragazzo si crede spacciato, ma ecco arrivare Stella Rosmarin, giovane bella quanto misteriosa, che lo salva da morte certa. Pierre si innamora perdutamente di Stella, non importa quanto poco sappia di lei, o quanta stranezza ci sia nel suo passato segreto, e si lascia travolgere dal sentimento.
Il secondo sbaglio Pierre lo compie di ritorno dalla California, quando accetta un passaggio da un camionista di nome Shane che noi sappiamo essere un delinquente, che ha appena rubato settantasette mila dollari. Il ragazzo è stanco, ha voglia di tornare a casa e abbassa la guardia. Il camionista lo scarica brutalmente, Pierre riesce a fermarlo in un modo incredibilmente fortunato e, in attimo, si ritrova con in mano il bottino di Shane, il quale si mette sulle sue tracce.
A questo punto, la situazione precipita e Pierre si trova a dover guardarsi le spalle e a fare i conti con una situazione difficile in cui si è trovato accidentalmente coinvolto. Ma è davvero dovuto tutto al caso? E, soprattutto, chi è veramente Stella? E chi è Tim Geer, un vecchio altrettanto misterioso, Deus ex machina che sembra tenere le fila del destino di Pierre e che ha uno strano legame con Stella?
Il finale è sorprendente e rivelatore, dove la realtà si intreccia al soprannaturale, con un tocco fiabesco che rende lieve e più sopportabile la durezza degli eventi narrati. Tom Drury ha la capacità innata di descrivere, con semplicità ed efficacia, vite essenziali di persone tranquille, a cui il destino non riserva nulla di speciale. Ma ecco, accade all’improvviso che un evento eccezionale sconvolga queste esistenze immobili come una roccia, un evento che può essere drammatico, o semplicemente una piccola cosa fuori dall’ordinario. Oppure, succede che un ragazzo qualunque come Pierre riesca a trovare una ragione di vita nella bellezza delle composizioni poetiche di un’amica e nelle foglie che si muovono, metafora di come l’esistenza non sia mai immutabile o scontata, e che Drury vuole prendere a emblema di questo suo romanzo pieno di poesia.