La casa editrice Ventanas, fondata recentemente da Laura Putti che è anche la direttrice editoriale, nasce con una dichiarazione di intenti molto precisa: ricercare testi di qualità della letteratura dell’America latina, quindi testi tradotti dallo spagnolo. Successivamente si è aperta anche ad autori francesi del secolo scorso, non tralasciando sorprese più attuali. Un’altra peculiarità è che non accettano manoscritti, ma basano le loro scelte sui gusti personali della redazione. Una ricerca che fino a oggi ha dato i suoi frutti e dopo lo straniante e superbo La donna nuda, di Armonía Sommers (recensito su Pulp Magazine) un’opera del 1950 rivista nel 1967 provocando molto scalpore, ora ci presenta Di taglio in taglio, dello scrittore colombiano Juan Sebastián Gaviria, che ha fatto ritorno in patria, dove vive con la famiglia, dopo un periodo di peregrinazione in diversi parti del mondo. Sono spesso argomenti forti ed estremi quelli affrontati dai romanzi presentati, non adatti forse a stomaci deboli, ma di una forza narrativa ed evocativa incredibile: l’eccesso è uno strumento importante della letteratura per scavare dentro trame e personaggi con la capacità di superare, talvolta, il realismo per parlare in maniera cruda della realtà d’oggi.
Adam, il protagonista, è un camionista che viaggia nel sud del Texas. Anni prima ha perso un carico di droga e, arrestato per narcotraffico, ha ucciso un altro detenuto per pagare il suo debito al cartello. Quando esce vorrebbe cambiare vita, trovare un lavoro pulito ma la sua fedina penale non glielo permette. Improvvisamente incappa in quello che sembrerebbe un colpo di fortuna: conosce Leila – segretaria di una ditta di trasporti messicana di proprietà dello zio – da cui Adam avrà un figlio, e che lo fa assumere. La donna non è di certo una santa, organizza con i fratelli le rapine ai camion dello zio, conoscendo con esattezza il loro percorso. Ma è il segreto inconfessabile di Adam a condizionare tutta la narrazione: la sua natura è femminile e in cuor suo conserva il sogno di farsi operare per diventare definitivamente Amanda – ma lo frena la consapevolezza che dopo probabilmente perderebbe il figlio. Quando è lontano dai suoi cari indossa mutandine di pizzo, con il nastro adesivo nasconde il pene e fa sesso con altri uomini. A un certo punto la sua vita sembra precipitare nell’abisso: l’uomo che ama viene ucciso e i fratelli di Leila scoprono il suo segreto. Lo pestano fino quasi a ucciderlo e la moglie gli vieta di vedere il figlio di tre anni, tutti i suoi tentativi di incontrarlo andranno a vuoto. Ma il suo calvario è solo all’inizio: deriso e anche torturato per la sessualità “deviata”, si troverà coinvolto in risse, amori senza lieto fine, con scommettitori che giocano sulla pelle di disgraziati, prigioni e cartelli della droga potenti e vendicativi. Alla fine, dopo aver cercato inutilmente il figlio per quattordici anni e convintosi che non lo vedrà più, decide di sottoporsi alle innumerevoli e dolorose operazioni chirurgiche sempre desiderate e pagando con i soldi rubati ai grandi spacciatori. Convinto di essere sfuggito alla vendetta dei criminali, arriverà alla fine del suo viaggio all’inferno nel modo più tragico che potesse immaginare. Di taglio in taglio è un romanzo forte, il cui stile sobrio e omogeneo fa da contraltare alla trama estrema e violenta, ricca di episodi che stanno dalle parti dello splatter e che non possono non colpire il lettore, spalancandogli le porte a una realtà molto peggiore di quella che desidereremmo abitare.