Jean Kyoung Frazier / Sulla maternità e sulle pizze

Jean Kyoung Frazier, Pizza Girl, tr. Monica Nastasi, Blackie Edizioni, pp 208, euro 18,90 stampa

Pizza Girl è il romanzo d’esordio di Jean Kyoung Frazier, autrice coreano-americana che attualmente vive a Los Angeles. La sua carriera ha avuto inizio come scrittrice di opere teatrali, sia a Los Angeles che a New York. Al di fuori del mondo della letteratura, ha lavorato come attrice e doppiatrice, ha prestato la sua voce per la serie Bojack Horseman, ed è anche la conduttrice del podcast TASTE su Apple Podcast. Il suo romanzo d’esordio ha immediatamente ricevuto l’attenzione dei lettori e della critica, facendola diventare una delle voci più interessanti degli ultimi anni. In una recente intervista, l’autrice ha spiegato di aver sofferto molto durante la scrittura del suo primo romanzo e di voler prendersi il tempo necessario per future opere.

La trama di Pizza Girl ruota attorno a una ragazza di diciotto anni, incinta, che inizia a lavorare in una pizzeria per passare il tempo dopo la maturità. La protagonista gira spesso in auto per la città di Los Angeles, e la sera si rifugia nella rimessa di casa sua per bere birra fino a tarda notte. La sua famiglia è composta dalla madre coreana, estremamente protettiva, e dal fidanzato Billy, conosciuto durante le sedute di terapia di gruppo per l’elaborazione della morte dei propri genitori. Mentre il nucleo familiare sembra felice per la nuova nascita in arrivo, la protagonista si sente sempre più insicura riguardo al suo futuro, e l’idea della gravidanza non le dona alcuna gioia. Tuttavia, la vera angoscia sorge quando si rende conto che anche senza il bambino non saprebbe cosa fare della propria vita. Qualcosa cambia nel momento in cui in pizzeria riceve l’ordine di una donna che vuole una pizza con salame piccante e cetriolini. Più tardi scoprirà che si chiama Jenny, da poco trasferita da Bismarck con il figlio e cerca di adattarsi gradualmente alla caotica Los Angeles. L’anonima protagonista ne rimane folgorata, le appare diversa da ogni altra persona conosciuta finora. Da quel momento in poi la consegna per Jenny diviene un appuntamento fisso.

Il romanzo di Frazier vuole esprimere la difficoltà e l’incertezza di una donna che cerca il proprio posto nel mondo, similmente a testi come Il mio anno di riposo e oblio di Ottessa Moshfegh e L’idiota di Elif Batuman. Ma, rispetto ad altri testi che vengono associati nella comune etichetta di Sad Hot Girl Books, offre temi inediti. L’autrice si concentra sulla difficoltà di chi deve crescere per diventare genitore provenendo da un contesto familiare disfunzionale, con l’incapacità di prendersi cura di sé e di assumere decisioni razionali. I traumi della protagonista vengono rivelati con monologhi interiori. Il principale soggetto è il padre, morto di recente per problemi di alcolismo, che l’ha sottoposta a umiliazioni terribili. Il senso di solitudine che ne scaturisce la porta a chiudersi dentro di sé. Anche se circondata da persone amorevoli, la sua personalità diviene col tempo sempre più anaffettiva.

Attraverso l’espediente di un ritrovo parrocchiale per giovani madri viene affrontato il tema della maternità e di come questa venga percepita, dall’esterno, in modo idilliaco. Il dialogo è aperto, e a un certo punto, fra commenti più o meno ironici (“se ho i capelli tinti di blu sono una cattiva mamma?” o “mio marito vuole fare un secondo figlio per avermi con le tettone a casa”) c’è una donna che esprime il suo dramma quotidiano: sente il pianto fantasma di sua figlia. Questo le accade sotto la doccia, al lavoro e in ogni altro contesto quotidiano, a volte non è reale, altre sì, fatto sta che questo la destabilizza e non le permette di vivere bene, facendola sentire costantemente come in errore. La sua confessione in un momento di estrema debolezza paralizza le ascoltatrici, che non sono in grado di risponderle e la portano a sentirsi ancora più inadeguata. Il quesito fondamentale di Frazier sembra essere: una persona cinica e incapace di amare può occuparsi di un neonato? La risposta è magistrale, con una narrazione dalla scrittura caustica e frizzante, senza mai risultare banale.