Si muove in territori che ci sembrano in parte affini alla narrativa di Alexander Lernet-Holenia Ultima confessione a Leopoli, romanzo dello scrittore ucraino Ivan Frankò che vede la luce negli anni conclusivi del diciannovesimo secolo. Come nell’immaginario dello scrittore austriaco, un evento misterioso produce conseguenze sempre più inarrestabili e letali nella mente dei protagonisti, fino al tragico epilogo. Considerando lo scarto temporale fra i due autori, Frankò pubblica il romanzo nel 1897, anno di nascita di Lernet-Holenia, risalta la sottile affinità della loro poetica. La sensazione di essere tallonato da un persecutore invisibile, il progressivo insinuarsi nell’anima di un demone maligno che scompagina la normale quotidianità, e a questo proposito si vuole evidenziare come il titolo originale del romanzo sia Per il focolare domestico, sono alcuni fra i tratti comuni. Certo in Frankò la mescolanza fra sogno e realtà, seppur presente, è più sfumata e meno densa di elementi visionari rispetto a Lernet-Holenia, il quale a sua volta è legato alla lezione di Leo Perutz.
Merito della casa editrice aver riproposto un narratore poco noto, ma di notevole importanza per ricostruire il panorama della narrativa mitteleuropea negli anni a cavallo fra Ottocento e Novecento. Trattandosi poi di uno scrittore ucraino l’operazione è ancora più interessante, visto che l’identità di questo popolo è minacciata, oggi come nel passato, ed esposta a intimidazioni violente che mirano a obliarne l’esistenza stessa. La vicenda è piuttosto semplice e lineare. Un capitano, tornato in famiglia dopo aver svolto cinque anni di servizio militare in Bosnia, si rende conto a poco a poco che la pace del suo focolare domestico è stata distrutta. Si troverà ad affrontare un duello, come nella tradizione romanzesca russa, e dovrà fare i conti con i drammatici mutamenti che hanno investito l’anima della propria consorte. La vicenda ha luogo a Leopoli, allora capitale della Galizia, territorio da sempre tormentato e dilaniato da opposte mire espansionistiche. Atmosfere decadenti punteggiano le descrizioni. La vicenda, legata alla tratta delle donne e alla prostituzione, prefigura le tematiche che saranno di Kuprin ne La fossa. Altra nota di merito per Frankò, il quale mira smascherare l’ipocrisia della società riguardo a questi argomenti, schierandosi in maniera convinta dalla parte delle donne. In definitiva un romanzo di grande fascino che, con il suo ritmo da crime fiction, cattura l’attenzione del lettore in un crescendo di emotività.