Dror Mishani, scrittore di Tel Aviv, studioso di letteratura e specializzato in storia del romanzo giallo, è noto soprattutto per le storie poliziesche dell’ispettore Avi Avraham, il suo personaggio di grande successo. Tre, il romanzo appena uscito, dopo Un’ipotesi di violenza (Guanda, 2015) e Un caso di scomparsa (Tea, 2015), segna il punto di svolta nella sua carriera in quanto in Israele ha ottenuto un importante successo di pubblico, tanto da divenire un fenomeno letterario da decine di migliaia di copie, e per la riduzione cinematografica e TV delle sue storie.
L’approccio psicologico della struttura narrativa è diabolico. Mishani ha saputo ricreare un’atmosfera di rigoroso equilibrio precario con una tensione constante, accattivante e da cui il lettore non riesce a staccarsi. Non è tanto la trama a conquistare lo sguardo e la mente del lettore, quanto la scelta di situazioni quotidiane in cui ognuno di noi può immedesimarsi o da cui può trarre insegnamenti e domande qualificanti. Tre è destinato a rimanere latente nella memoria una volta terminato, per poi risvegliarsi improvvisamente come una lampadina accesa in una stanza che qualche istante prima era buia. Ti costringe a riflettere sulle relazioni, sul matrimonio, sul concedere o meno la fiducia a un estraneo, sulla stabilità dei rapporti e sull’incomunicabilità.
Orna è un’insegnante di liceo con un figlio di nove anni e un divorzio recente alle spalle, e per rifarsi una vita s’iscrive a un sito di incontri. Emilia è una badante lettone e con qualche difficoltà con l’ebraico. Ella è felicemente sposata e madre di tre figli, e sta scrivendo una tesi sulla Shoa. Unico punto in comune tra tutte queste donne è Ghil.
Ghil è un avvocato con due figlie adolescenti, dall’aspetto comune, niente dettagli rilevanti, nessuna frasetta di circostanza quando dialoga con ciascuna delle tre donne, accresce curiosità e interesse in loro con la sua semplicità e concretezza. Dopotutto perché non fidarsi di un avvocato, un uomo che ha un lavoro dignitoso, una posizione sociale rispettabile e che mostra un carattere mite e paziente, sempre pronto ad aiutare gli altri?
Ci sarà da ricredersi in ognuna delle tre parti in cui è diviso il romanzo, differenziate tra loro anche dall’utilizzo di tempi verbali diversi. Passato, presente e futuro. Un eclatante colpo di scena finale sconvolgerà il lettore e ribalterà completamente l’idea che si era costruito pagina dopo pagina. Qualche punto oscuro rimarrà, una sensazione di vaga irrisolutezza vibrerà nel limbo, lì, a mezz’aria, ma a volte – come nel suddetto caso – è la degna conclusione. Questo è Tre: un viaggio allucinante dentro una mente perversa che ama giocare col rischio, una storia dai risvolti quanto mai attuali, una trama che data la sua struttura si legge tutta d’un fiato. Un plauso in questi casi va sempre alla traduzione, questa parte del lavoro non è da darsi per scontata, ma è fondamentale perché la storia abbia un senso anche per orecchie e occhi stranieri.